Tecnica del Nuoto.
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Per Arianna Bridi (in copertina e nelle foto sotto) la nuova stagione sta per ricominciare. La nuotatrice trentina parteciperà alla prima tappa della World Series FINA (nuova denominazione della manifestazione in precedenza denominata World Cup), in programma a Doha, capitale del Qatar, sabato 17 marzo. In seguito prenderà parte anche alle altre otto gare che completano il circuito: 20 maggio Seychelles (SEY), 9 giugno Setubal (POR), 16 giugno Balatonfured (HUN), 26 luglio Lac St. Jean (CAN), 11 agosto Lac Megantic (CAN), 16 settembre Chun’an (CHN), 22 settembre Taiwan (TPE), 24 novembre Abu Dhabi (UAE). Nell’attesa dell’inizio della nuova stagione proponiamo la versione adattata di un nostro articolo il cui originale è stato scritto in inglese per la rivista della FINA (Aquatics World).
Chi è Arianna Bridi, grande protagonista femminile delle gare di nuoto in acque aperte nella stagione 2017? Come ha potuto questa atleta, figlia di agricoltori, sconosciuta fino a pochi anni, scalare il ranking mondiale della specialità e in un paio d’anni raggiungere il vertice? Chi l’ha aiutata in questo percorso di crescita che l’ha vista lasciare la sua città, Trento, nel Nord-Est dell’Italia, trasferirsi a Roma per allenarsi con un coach giovane, Fabrizio Antonelli, ma già di successo? Prima di riuscire a fare emergere la Bridi, Antonelli era stato il mentore di Rachele Bruni, e lo è tuttora, grande protagonista dell’annata precedente, quando vinse anche la medaglia d’argento olimpica a Rio de Janeiro.
Arianna - 22 anni compiuti lo scorso 6 novembre, 170 cm di statura per 60 kg – ha scoperto la vocazione per il nuoto in acque aperte disputando le sue prime gare in un grazioso lago di montagna, il Lago di Caldonazzo, una delle mete estive preferite dai cittadini di Trento (dove anche chi scrive, in anni assai lontani, partecipò a una gara).
Nel 2017 Arianna ha vinto la Coppa del Mondo FINA di nuoto maratona 10km dopo avere collezionato sei podi: 3 primi posti, 1 secondo posto, 2 terzi posti e un quarto posto. Il dettaglio: 1° posto Hong Kong, 2° posto Chun'An, 3° posto Lac Megantic, 1° posto Lac St. Jean, 4° posto Setubal, 3° posto Abu Dhabi, 1° posto Viedma.
Ai Campionati del Mondo FINA 2017, che nella seconda metà di luglio hanno interrotto le World Cup Series, Arianna Bridi ha messo al collo due medaglie di bronzo, nella 10 km e nella 25 km. Le gare si sono svolte nelle acque del grande Lago Balaton, in Ungheria.
Il trend di crescita di Arianna ha cominciato ad evidenziarsi nel 2015 quando vinse l’oro della 10 km alle Universiadi di Gwangju, dopo avere ottenuto il nono posto ai Mondiali di Kazan nella 5 km. Nel 2016 i podi si sono moltiplicati: ben 3 in Coppa del Mondo FINA 10 km - 2° posto a Hong Kong, 3° posto a Chun'An, 1° posto a Lac Megantic. Nello stesso anno la fondista italiana ha vinto il bronzo agli Europei nella 10 km, a Hoorn, e ottenuto il 4° posto nella 25 km .
La conferma della sua ascesa internazionale Arianna Bridi l’ha avuta domenica 16 luglio 2017 quando vinse la sua prima medaglia mondiale della carriera, una medaglia di bronzo nella 10 chilometri, dopo il nono posto nella 5 km di Kazan e il terzo posto agli Europei di Hoorn 2016, sempre nella 10 km.
L’italiana ha toccato la piastra d’arrivo in 2h00'17"2, curiosamente ex aequo con la quotata brasiliana Ana Marcela Cunha (bronzo a Kazan 2015 e argento a Barcellona 2013). Davanti a loro a tutte la campionessa uscente, la francese Aurelie Muller, e l’ ecuadoriana Samanta Arevalo. Per inciso, anche quest’ultima fa parte della scuderia Antonelli: infatti si allena a Roma assieme alle due italiane, Arianna Bridi e Rachele Bruni.
Per Arianna, esultante all’arrivo, è un risultato eccezionale, avendo dovuto rallentare la preparazione per Budapest a causa di alcuni problemi fisici. Un risultato ottenuto con tenacia e caparbietà (sotto Arianna Bridi con Fabrizio Antonelli a Budapest 2017 - Foto di Andrea Staccioli/Deepbluemedia-Inside).
La Bridi ha abbandonato il lago di Caldonazzo nel settembre 2015 per allenarsi a fianco di Rachele Bruni a Roma, il suo modello, il suo “role model”. A Roma, sono parole sue, Arianna Bridi fa “vita da caserma”, e non a caso gareggia per la squadra sportiva dell’Esercito. Dopo avere messo al collo la sua prima medaglia mondiale Arianna ha rilasciato alcune dichiarazione. Su Roma, la città dove vive da due anni: “Io ripeto sempre che nuoto nella capitale, dire che vivo lì è eccessivo”. Sulla compagna di allenamenti: “Da Rachele dovrei andare a scuola di grinta, lei tira fuori energie nascoste pure quando sembra morta e poi è determinata”. Su di se: “Io mi deprimo da sola anche se tutti mi dicono che ho il fisico giusto per il nuoto in acque aperte. Sul piano delle motivazioni spero la medaglia dia una scossa”.
Allenarsi con la Bruni rappresenta per la Bridi un enorme stimolo. Questa scelta è stata una delle chiavi per capire la crescita tecnica di Arianna. Lo stimolo funziona anche nell’altro senso; infatti, anche la Bruni si è avvantaggiata dall’avere al suo fianco durante i lunghi e duri allenamenti un’atleta come la Bridi che in allenamento è un metronomo, un continuo stimolo per i compagni.
Dopo il bronzo nella 10 km sul Lago Balaton, Arianna ha reso omaggio alla compagna di squadra, giunta quinta, due posti dopo di lei a 3 decimi dal podio, con queste parole: "Allo sprint temevo proprio Rachele perché ha una grinta e un cambio di ritmo sul finale che nessun'altra fondista al mondo possiede; quando pensi che sia stanca morta tira fuori sempre energie inaspettate, per me è uno stimolo e un esempio costante. Mi spiace non sia sul podio; questa volta sono riuscita meglio di a canalizzare le energie, ma resta almeno due spanne sopra di me".
Arianna Bridi, un talento in costante crescita, aveva poi espresso la sua incredulità per essere riuscita a salire su un podio mondiale in così breve tempo: "Sinceramente, se un paio di anni fa mi avessero detto che sarei stata bronzo mondiale a Balaton non c'avrei creduto. Questo successo è figlio della costanza, del lavoro e di scelte anche difficili: ci tengo a dedicarlo a tutto lo staff e a tutta la squadra. Oltre che alla mia famiglia. Papà Marino se n'è andato nel gennaio del 2016. Ero in collegiale in Sud Africa e sono tornata il giorno prima che finisse. Mi ha aspettato per salutarmi. Ora starà piangendo di gioia in cielo. Per spronarmi mi diceva di andare a zappare l'orto di casa; lui contadino ed elettricista. Se sono diventata un'atleta forte è anche per merito suo: lui mi ha insegnato la dedizione per il lavoro".
Nell’occasione Fabrizio Antonelli - un coach che viene descritto come pacato, gentile, attento e super protettivo con le sue ragazze - aveva avuto parole di elogio per entrambe le sue allieve: “Sono soddisfatto e orgoglioso delle ragazze, entrambe bravissime. Entrambe meritavano di salire sul podio. Arianna ha delle potenzialità enormi. Io non sono l'autore di un miracolo ma ho la fortuna di avere in casa atlete del genere. Rachele è sempre una garanzia e un quinto posto mondiale rappresenta comunque un grande risultato".
Talento a parte, dopo il bronzo della 10 km mondiale Arianna Bridi ha confessato il suo punto debole: “Il mio più grande problema è sempre stato l’autostima, credo nei miei mezzi ma poi mi butto sempre un po’ giù”. Così la nuotatrice italiana ha trascorso la notte della vigilia quasi insonne, fra dubbi, ansie e domande. Tutto svanito in acqua quando il suo furore agonistico ha preso il sopravvento, passando addirittura in testa dopo 7 km dal via.
Sul Lago Balaton, in chiusura di campionati mondiali, Arianna Bridi è salita sul podio per la seconda volta, sempre per mettere al collo la medaglia di bronzo: questa volta sulla distanza più lunga del programma, la 25 chilometri: un podio che conferma l’ecletticità del suo talento.
La stagione di Arianna si è chiusa in modo trionfale a Hong Kong, il 21 ottobre 2017, con la vittoria nell’ultima tappa della Coppa del Mondo FINA di Nuoto maratona 10 km, la terza della stagione nel circuito, e la vittoria contestuale nella manifestazione (nella foto sotto Arianna con Simone Ruffini, i due vincitori della Coppa del Mondo). Prima della tappa conclusiva di Hong Kong la Bridi aveva vinto anche la prima tappa, a Viedma, in Argentina, e la tappa di Lac St. Jean, in Canada.
Davvero un’annata straordinaria e splendida per Arianna Bridi, un’atleta che promette un futuro ancora più luminoso. Un’atleta che nel momento del suo successo più prestigioso rende omaggio al proprio allenatore con queste parole: "Sono riuscita a mettere insieme in acqua tutti i progressi fatti durante l'anno e gli insegnamenti del mio tecnico Fabrizio Antonelli. Vincere la Coppa del Mondo vuol dire tanto perché significa che sono stata al vertice per tanti mesi, nonostante tanti impegni e appuntamenti importanti".
Le Interviste
Abbiamo posto a coach Fabrizio Antonelli e a Arianna Bridi alcune domande. Eccole, con la sintesi delle risposte.
Fabrizio Antonelli
Come nasce il vostro sodalizio? Quando ti sei reso conto del potenziale di Arianna? Tu hai scelto lei o lei ha scelto te? Che carattere ha?
Il mio primo contatto con Arianna è nato dalla mia amicizia con il suo allenatore storico, Luca Moser. Lo conobbi a un corso allenatori dove lui si distingueva per passione e preparazione: una persona mite e paziente che ha saputo costruire delle fondamenta solidissime con Arianna.
Vidi nuotare Arianna per la prima volta a un campionato italiano nel 2014 e rimasi subito colpito dal suo modo di "stare in acqua" e mi resi subito conto del perché il mio ex allenatore, nonché responsabile della Nazionale giovanile, di fondo Roberto Marinelli, ne parlasse tanto bene.
Con Luca Moser decidemmo di provare ad affiancarla ogni tanto a Rachele Bruni; così nella stagione 2014/2015 Arianna passò dei periodi a Roma durante i quali le due iniziarono a conoscersi e io iniziai a capire che questa accoppiata poteva darci grandi soddisfazioni.
Nel 2015, a Kazan, Arianna esordì ai Campionati Mondiali nella 5km e vinse le Universiadi nella 10km. Poi, tutti insieme, decidemmo che era pronta al grande salto. Nella scelta ebbero un peso fondamentale la sua grande stima per Rachele e l'intelligenza di Luca, che seppe accompagnarla come meglio non avrebbe potuto verso un cambiamento tanto importante quanto difficile.
Arianna è una ragazza molto intelligente, educata, umile ma allo stesso tempo incredibilmente combattiva e motivata. Meticolosa in tutto, testarda, l'hanno definita la "trentina di ferro"; non potevano trovare definizione migliore, come il ferro è forte, fredda, lucida...ma come il ferro è difficile da modellare.
Quali sono i principi basilari – i pilastri – dei vostri programmi di allenamento, e la filosofia che li ispira? Quanti km a seduta, alla settimana, all’anno? In piscina, in mare? Allenamenti a secco? Tipo di alimentazione…Staff di supporto…
Nonostante io lavori con dei veri e propri "fenomeni di resistenza" in una disciplina di endurance sono molto attento alla qualità del lavoro che svolgiamo. I km sono comunque tanti, una media di 8,5 a seduta per una media settimanale di 85-90 km e circa 4,000 annui di cui un’altissima percentuale - oltre il 95% - in piscina. Do molta importanza alla forza e, di conseguenza, alla preparazione a secco. Svolgiamo 3 sedute settimanali in palestra. Ogni allenamento in acqua è preceduto da esercizi a corpo libero e seguito da esercizi di allungamento concordati in base alle esigenze di ognuna di loro con la fisioterapista che le segue ormai da 3 anni (Federica Dionisi).
Mi occupo personalmente anche della preparazione atletica ma ricevo un importante supporto dalla Federazione Italiana Nuoto in termini di assistenza medica, di programmazione dell'attività e di monitoraggio, in particolare dal Dottor Marco Bonifazi, con il quale mi confronto spesso per molti aspetti della preparazione.
Come vengono preparate le strategie di gara?
Come detto Arianna è un'atleta con intelligenza superiore alla media, dunque mi piace ragionare insieme a lei sulle strategie cosi che possa comprenderle pienamente e interpretarle al meglio.
Quale era il rapporto, non solo tecnico ma soprattutto umano, fra Arianna e Rachele prima di quest’anno e quale è il loro rapporto adesso che Arianna ha praticamente raggiunto lo stesso livello di Rachele?
Il loro rapporto umano è sempre stato la chiave di tutto, inizialmente era quasi una adorazione, Arianna è una grandissima appassionata di nuoto, allenarsi accanto al suo idolo le sembrava un sogno e la rispettava talmente tanto da non permettersi mai di "mettere la mano davanti". Con il passare del tempo la nascita di una forte amicizia e la crescita di Arianna hanno portato un nuovo equilibrio, superato il timore reverenziale ora “se le danno di santa ragione in acqua" ma se una può aiutare l'altra sono sicuro che lo fa senza pensarci un istante. Se non fossero legate da questa forte amicizia per me sarebbe tutto molto più complicato: Rachele oggi è in assoluto l’ "avversaria preferita" di Arianna, e vice versa.
Quali gli obbiettivi del 2018 e quali gli obbiettivi da qui al 2020?
Quest'anno la manifestazione più importante per noi sono gli Europei, in programma in agosto, a Glasgow. Dunque, la preparazione sarà orientata ad ottenere la migliore condizione possibile in quel momento della stagione. Tuttavia il programma stagionale s’ inserisce nell'ambito della programmazione quadriennale iniziata nella stagione passata, con focus sulle Olimpiadi di Tokyo 2020 e con l'obbiettivo tecnico di migliorare la velocità di base.
Arianna Bridi (sopra, nella foto di Giorgio Perottino/Deepbluemedia-Inside)
Quali gare ti hanno procurato più gioie e quali, invece, ti hanno fatto soffrire di più?
Le gare che mi hanno procurato più gioia sono state quelle in cui non mi aspettavo, o non credevo, di poter andare bene, come le prime tappe di Coppa del Mondo che ho fatto, dove non mi aspettavo di poter essere competitiva contro le atlete che avevano portato a casa le medaglie alle Olimpiadi, e invece mi sono dimostrata il contrario.
La delusione più grande l’ho vissuta nella tappa Coppa del Mondo di Setubal, nel 2017, dove mi sentivo pronta e sapevo di poter fare bene ma non sono stata abbastanza lucida in gara e non ho portato a casa un bel risultato.
Quali sono le avversarie che stimi e temi di più?
Quelle che hanno dimostrato negli ultimi anni di essere le più forti: la francese Müller, l’olandese Van Rouwendaal, la brasiliana Cunha e, ovviamente, la mia compagna di squadra Bruni.
Che cosa ti piace di più del nuoto in acque aperte?
La cosa che mi affascina di più di questo sport è la fatica: sapere di fare una cosa che in pochi al mondo riescono a fare ed essere capaci di spingersi oltre ai propri limiti.
All’infuori del nuoto ai altri interessi?
Mi piace molto leggere. Sono molto curiosa e quando mi interesso a qualcosa voglio saperne il più possibile anche se in questo momento non sto studiando all’università ma in futuro vorrei riprendere gli studi. Sui social media non sono molto attiva.
Puoi spiegare meglio il tuo rapporto con Rachele Bruni? (sotto il presidente della FIN Paolo Barelli fra la Bridi e la Bruni)
Inizialmente vedevo Rachele come l’obbiettivo da raggiungere perché quando ho iniziato a praticare questo sport lei già era una delle atlete più forti ed io volevo solo inseguirla per poter un giorno competere con lei. Ora gareggiamo assieme e ci troviamo spesso a combattere fino all’ultima bracciata, l’imbarazzo iniziale è svanito e adesso c’è solo una bella dose di competitività.
Foto Deepbluemedia/Insidefoto