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Intervista esclusiva

Il Presidente Paolo Barelli

Intervista esclusiva. La sua quarta nomina a Presidente, questa volta con il 72% di consensi.

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XL Assemblea Ordinaria Elettiva FIN

Da Londra si vola a Rio, anzi si nuota! Senza troppi dubbi ed esitazioni, nonostante le diatribe post olimpiche, Paolo Barelli è stato eletto per il suo quarto mandato consecutivo alla presidenza della Federazione Italiana Nuoto. Lo abbiamo incontrato all’inizio di questa sua nuova avventura per scambiare qualche parere in vista del nuovo importante quadriennio natatorio.

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Presidente, si aspettava una vittoria così schiacciante con il 72% nonostante tutte le polemiche attorno alle elezioni?

Sì, me lo aspettavo! La famiglia acquatica della Federnuoto, fatta da tecnici, società, dirigenti, atleti è una struttura solida, che non può essere facile terreno di conquista da parte di improvvisatori e soprattutto non è possibile cancellare la credibilità del buonsenso che regna all’interno della Federazione.


Quali sono stati i punti di forza della sua elezione? È riuscito a mantenere sempre un aplomb invidiabile, senza rispondere alle provocazioni, come ha fatto?

Il nostro Consiglio federale e i nostri Comitati regionali sono formati da gente competente ed esperta; sapevo di avere dei punti di forza solidi e ben ancorati su cui appoggiarmi. E’ inutile rispondere a provocazioni infondate, meglio concentrarsi sui propri obiettivi.


È iniziato il suo quarto mandato: come è cambiato il mondo in questi venti anni di dirigenza? Cosa è riuscito a modificare lei in questi anni?

In questi anni la Federazione è cresciuta come risultati, come organizzazione, come tecnici; ovviamente le sfide sono sempre più difficili per tutti, ma si cerca di lavorare al meglio per il bene del movimento.


Tolti quelli sportivi, quali saranno gli obiettivi di questo quadriennio? Dove saranno orientate le attenzioni principali?

Gli obiettivi saranno quelli di contenere i problemi generati dalla crisi che attraversa il paese: le nostre piscine funzionano ad acqua calda e le società hanno molti altri costi a cui far fronte.

Il nostro impegno è quello di mantenerci in linea rispetto a quanto già fatto negli anni precedenti, cercando sempre di migliorare e mantenendo alta l’attenzione rivolta alle squadre di alto livello.

In questo periodo di crisi, il numero dei nostri affiliati, dei tesserati, l’attività di propaganda e i master, hanno registrato incrementi. I meriti sono delle nostre società e del nostro tessuto organizzativo.

Vogliamo mantenere l’ottimismo, anche se non è semplice.

 

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Quale sarà il suo impegno all'interno della LEN?

La LEN vive la situazione europea di crisi come l’Italia.

Sono ben 51 i paesi iscritti alla LEN! Ci sarà un grande salto di qualità rispetto al passato in quanto i margini di miglioramento sono molto ampi, il Bureau è stato rinnovato al 60%.

Russia, Francia, Inghilterra, Ungheria, Italia e tutti gli altri paesi faranno un buon lavoro perché cercheremo un solido coordinamento delle attività fra le federazioni anche per creare più circuiti di competizioni a livello europeo e quindi aumentare la competitività e la capacità di gareggiare spesso dei nostri atleti.

 


I Centri Federali (Verona, Firenze, Ostia, Pietralata) sono un punto d'orgoglio dell'ultimo quadriennio: crede che il loro utilizzo e "sfruttamento" possano giovare al lavoro tecnico, sia per obiettivi tecnici sia motivazionali? Gli aspetti logistici possono condizionare la qualità del lavoro?

Sì, certamente! Con Fioravanti, Pellegrini, Rosolino, Brembilla a Verona abbiamo costruito grandissimi risultati! La necessità dei Centri Federali è ovvia e indiscutibile. Se non li avessero a disposizione il Settebello e il Setterosa non riuscirebbero a creare il famoso spirito di squadra, a unire le loro sinergie negli allenamenti e ad arrivare ad ottenere a tutte le medaglie conquistate. Lo stesso movimento dei tuffi con i centri di Trieste, Bolzano e Acquacetosa è cresciuto tantissimo negli ultimi anni, e le medaglie pesanti di Cagnotto, Batki e Dallapè, a livello europeo e mondiale, lo dimostrano.


Crede che oggi con la facilità e l'immediatezza della comunicazione sia necessario educare gli atleti anche a gestire il proprio comportamento durante le grandi manifestazioni internazionali come Olimpiadi e Mondiali?

Oggi la comunicazione è immediata, di conseguenza tutto l’ambiente può subire il negativo o il positivo degli atteggiamenti di atleti, tecnici e dirigenti. Serve un certo rigore nel proprio atteggiamento perché la polemica inutile è sempre pronta ad essere strumentalizzata.


La FIN si è sempre impegnata per consentire a Federica Pellegrini di potersi allenare nelle condizioni migliori. Anche oggi troverete la miglior soluzione per il suo ritorno al top mondiale?

La Pellegrini è una fuoriclasse, ha un carattere forte e volitivo, non si può imporle una scelta dall’alto. Noi, come Federazione, faremo il possibile per esaudire la sua volontà di allenarsi con Lucas, che attualmente è legato al club francese di Narbonne, dal quale non intende spostarsi. L’unica soluzione è quella di fare collegiali in Francia o in altre località con il tecnico transalpino per alcuni periodi della preparazione e continuare a lavorare al Centro Federale di Verona. Dopo Londra è giusto che Federica si sia presa un periodo di pausa, che però dovrà finire rapidamente perché non si può stare fuori dall’acqua per troppo tempo se si vuole restare ai vertici mondiali.

 


Dopo la scomparsa di Alberto Castagnetti, che a Maggio 2013 entrerà nella Hall of fame di Fort Lauderdale, l'Italia non ha più avuto un unico vero CT. La figura di Alberto è indimenticabile ed insostituibile, la sua eredità, sebbene siano passati tre anni, è pesante. Pensa sia necessaria una figura altrettanto carismatica alla guida del nuoto azzurro?

Alberto è cresciuto con me; in vent’anni ha acquisito un bagaglio di esperienze, nozioni e capacità che sono molto difficili da imitare, anche perché ha avuto grandi campioni e notevoli talenti su cui focalizzare la propria energia e conoscenza. Per ora abbiamo un gruppo molto preparato di tecnici che farà di tutto per valorizzare i nostri atleti.

 

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L'Italia della Pallanuoto è stata celebrata settimana scorsa in pompa magna a Roma: il Gran Galà del Settebello al Foro Italico ha riscosso un successo mediatico senza precedenti. Come si prospetta la nuova stagione? Crede che come fu per il nuoto post Sydney, anche i successi del Settebello di possano rappresentare un incentivo alla pratica della pallanuoto giovanile?

È stata una festa meravigliosa! Mi auguro ce ne siano ancora tante! La pallanuoto è uno sport di sacrificio e di cuore, che merita attenzione e visibilità. Campagna insieme ad altri tecnici si impegnerà a testare i giovani pallanuotisti in vista dei Mondiali di Barcellona del prossimo luglio. La nostra squadra è pronta per fare bene ma dobbiamo stare attenti al cambio generazionale che è alle porte.

 

Che voto si da come atleta e quale come Presidente? Quali caratteristiche ha conservato di quando era un atleta?

Appena uscito dall’acqua sono diventato subito dirigente, dal 1984 ho appreso una buona conoscenza del nostro movimento con tutti i suoi pregi e le sue problematiche e ho sempre cercato di attuare un lavoro di squadra a livello regionale e nazionale per rendere ogni giorno migliore il movimento natatorio.

I voti li lascio dare agli altri, ma in questo preciso momento mi darei un 7,262 su 10… così come ha votato l’assemblea elettiva di Riccione!

 

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Ringraziamo il Presidente Barelli per la sua disponibilità. L’auspicio è quello di creare condizioni eccellenti, unire le sinergie di comitati, atleti e tecnici, lavorare con passione, sacrificio e amore per nuovi grandi traguardi del nostro movimento acquatico.

 

Veronica Bigi

info@mondonuoto.it

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