Direttore Responsabile: Camillo Cametti

A Spasso nel Cloro di Laura Binda

AUTOBIOGRAFIA

Thorpe: this is you!

In uscita il 25 ottobre la storia del campione australiano di nuoto

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Quando ancora Ian Thorpe nuotava, prima di Atene, molto prima delle Olimpiadi del 2004, non passava giorno in cui non andassi a sbirciare sul suo personalissimo sito web, ora non più attivo.

 

Mi sembrava di essere (anzi lo ero sicuramente) un’adolescente in completa adorazione del suo idolo. Ora che ho 31 anni, non mi vergogno a dire che allora ero in totale ammirazione e completamente affascinata da quel ragazzone alto 195 cm e con un piede a pinna tanto da portare il 51 (?) di scarpa. All’inizio pensavo fosse tutta colpa o merito di quel costumone che lo copriva dal collo ai piedi. Lo notavi subito in acqua: Tutto nero e cuffia gialla. In realtà il fascino era proprio la sua storia, comune, ma non banale, non strappalacrime, ma sincera e pulita.

IAN THORPE.jpgEcco perché non posso e non voglio perdermi l’uscita della sua biografia “This is me”, il prossimo 25 ottobre per Simon and Schuster. E mi auguro che molti di voi possano seguire questo consiglio. Non solo appassionati di nuoto, ma appassionati di sport in generale.

Lo hanno accusato di doping, lo hanno accusato di barare, lo hanno accusato di essere gay. Lo hanno criticato, sbeffeggiato, hanno cambiato il suo soprannome da “Thorpedo” a “Balenottera”, quando dopo aver smesso la carriera agonistica era ingrassato.  Senza dimenticare il fatto del 2004: “l’affondo” dai blocchi ai trials olimpici, e il tanto contestato “ripescaggio”;  il rientro in sordina nella gentile e tranquilla Tenero (sul lago di Lugano in Svizzera) e i dubbi profetici sulla sua debacle.

Ha fatto davvero tanto parlare di sé. E per questo alla fine gliene siamo grati. Soprattutto perché non possiamo dimenticarci  chi è Ian Thorpe, cosa ha vinto e cosa ha dato al nuoto e allo sport.

Ora, con la sua autobiografia, avremo tante risposte. E conosceremo  non tanto un campione quanto un ragazzo  come tanti di quelli che si conoscono a bordo vasca, che dedicano ore e ore alla loro passione.  Che cercano di conciliare la vita di tutti i giorni con il pungente odore del cloro. Che cercano di ritagliarsi un pezzo di vita normale tra una gara adrenalinica e un’uscita con gli amici. E soprattutto di come si faccia, una volta finito tutto questo (allenamenti, gare, medaglie, podi, aerei che volano in tutto il mondo), convivere con la quotidianità e trovare consapevolezza di poter indossare vestiti normali, e non solo  cuffie e costumi.  Quando smise di nuotare Thorpe disse che quella linea sott’acqua lo stava nauseando. A furia di continuare a guardarla stava quasi cambiando forma e non sapeva se lo stesse portando ancora nel posto giusto. Sono convinta che sia una sensazione comune a tanti altri di questo ambiente. Ecco perché leggerò  la sua storia. Per capire e conoscere ancora meglio questo pazzo e bellissimo mondo del nuoto.

 

Intanto vi invito a visitare questo suo sito internet… Che ne pensate?

http://ianthorpes-fountainforyouth.com/

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