Tecnica del Nuoto.
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A Dubai, prima tappa della Coppa del Mondo FINA 2012, il programma della manifestazione ha presentato una novità, le staffette 4x50 mista e stile libero composte da due uomini e due donne.
L’innovazione era stata già decisa dalla LEN che l’aveva approvata per i prossimi Campionati Europei in vasca corta, in programma a Chartres, Francia, nell’ultima decade di novembre. Evidentemente la FINA ha voluto giocare d’anticipo e , con mossa inaspettata, ha bruciato la LEN inserendo le due staffette composte da due maschi e due femmine nel programma della Coppa del Mondo.
A leggere i giornali che riportano dichiarazioni del direttore esecutivo della FINA Cornel Marculescu, dette staffette potrebbero entrare a far parte anche del programma dei prossimi Campionati del Mondo in vasca corta, in programma a Istanbul a metà dicembre.
La novità è stata accolta dall’ambiente in modo contrastante. C’è chi ha esclamato “Era ora!”, c’è chi come gli atleti che vi hanno preso parte, ha apprezzato l’aspetto ludico e c’è chi ha subito paventato uno sconfinamento nel territorio di manifestazioni del tipo “Giochi senza frontiere”.
Io appartengo senz’altro a quest’ultima corrente di pensiero, e dico perché.
Intanto, per una questione semantica. Come definire la staffetta mista con il quartetto formato da atleti maschi e atleti femmine? “Mista mista”, cioè “mista al quadrato”? “Mista bisex” (vale anche per “stile libero bisex”)? Nell’accezione corrente il termine bisex non indica la presenza di rappresentanti dei due sessi nello stesso team ma l’orientamento sessuale di una persona (sia verso persone dello stesso sesso che del sesso opposto). Dunque, ne “staffetta mista mista” ne “staffetta mista bisex”. Nemmeno “stile libero mista” - sarebbe una contraddizione in termini – e tantomeno “stile libero bisex”. Non resta che chiamarle “staffette miste, o stile libero, uomini e donne” (“men and women”). Ma non è troppo lungo?
Semantica a parte vi sono altri argomenti contro.
Primo. Competizioni di questo tipo mancano dei fondamentali tecnici che stanno alla base delle competizioni sportive così come sono state concepite fino ad oggi; essa attengono, piuttosto, alla sfera delle competizioni ludico-sportivo-circensi che poco hanno a che fare con manifestazioni che assegnano il titolo di campione del mondo (o d’Europa). Inoltre, lasciare libertà assoluta nella composizione della staffetta vuol dire aumentarne l’alea, e, semmai renderle appetibili per gli scommettitori.
Secondo. I programmi dei campionati di nuoto sono già troppo densi. Credo che nessuno sentisse il bisogno di appesantirli con nuovi, sconcertanti, eventi.
Terzo. Sfondata la barriera delle divisione dei sessi non c’è il rischio che in futuro qualcuno proponga staffette miste ancora più “aperte”?