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Pieter Van den Hoogenband come Don Chisciotte

VDH: “Meno gare è meglio: più spettacolo, più interesse, più valore sportivo”

Il grande campione di nuoto olandese chiede una drastica riduzione del programma dei Campionati del Mondo FINA.

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La nuova stagione è appena cominciata ma gli argomenti di cui parlare, gossip a parte, sono già tanti. Ghiotto è il tema della riduzione del numero di gare nel programma dei Campionati del Mondo.

Lo ha suscitato, in Olanda, Pieter Van den Hoogenband (VDH), campione olimpico dei 100 e 200 stile libero a Sydney 200 e dei 100 metri ad Atene 2004, con un articolo scritto per Der Telegraaf, uno dei maggiori quotidiani nazionali.

VDH ha chiesto la riduzione del programma olimpico a 20 gare soltanto: 50, 100, 200 e 1500 stile libero, i 100 dorso, rana e farfalla, i 400 misti e le staffette 4×100 stile libero e mista, ovviamente  sia per i maschi sia per le femmine.

Van Den Hoogenband

Pieter van den Hoogenband, telecronista a Barcellona 2013. Foto di Giorgio Scala/Deepbluemedia.eu

 

Senza contare le neo introdotte staffette “Mixed” (2 maschi e 2 femmine nella stessa formazione), VDH chiede, in pratica, di dimezzare l’attuale programma dei campionati del mondo (quello di Barcellona). In realtà, da sempre, la FINA va in senso contrario e trovando nuovi modi per allargare il programma: ultima innovazione e ultima aggiunta le staffette “Mixed”, appunto.

Si scontrano due filosofie: quella di chi, come VDH, chiede di dare maggior valore alle medaglie, ritenendo che con meno gare l’interesse generale per le stesse ed il loro valore sportivo sarebbe accresciuto (in un certo senso come succede in economia per cui, secondo la legge di Gresham, la moneta cattiva scaccia la buona); e quella di chi, come la FINA, sostiene che proprio il maggior numero di gare – e di medaglie - crea più interesse, arricchisce lo spettacolo, rende di più anche finanziariamente, con benefici per gli atleti, per le singole federazioni nazionali e, in definitiva, per la popolarità del nuoto.

VDH è da tempo che fa sentire la propria voce su questo tema. Già nel 2011 aveva chiesto l’abolizione dei 1500 stile libero sostenendo che fossero noiosi. Qualcuno deve avergli fatto notare che alcune delle gare più spettacolari della storia del nuoto si sono svolte proprio su questa distanza, e così ci ha ripensato.

Temo che dovrà riconsiderare anche la richiesta di abolizione di altre gare la cui presenza nel programma dei Mondiali, e delle Olimpiadi, è ormai consolidata, come, ad esempio, i 200 metri nelle nuotate artistiche.

Personalmente ritengo che inflazionare ulteriormente il programma non sia utile, e crei più problemi di quanti ne risolva. L’introduzione delle staffette “mixed”,  se da un lato solletica l’interesse di una parte del pubblico, dall’altro toglie attenzione ad altre gare dalla tradizione ben più consolidata, costringendo gli addetti ai lavori – i media, per esempio – a dedicare meno tempo/spazio a dette gare. L’inflazione non giova nemmeno all’internalizzazione delle medaglie, perché a vincere quelle delle staffette “mixed” saranno presumibilmente le nazioni che già occupano le posizioni di testa nel medagliere. La Bielorussia, ad esempio, che pur poté gioire per la medaglia d’oro di Aljaksandra Herasimenia nei 100 stile libero ai Mondiali di Shanghai 2011, non potrà mai aspirare a vincere una medaglia in una queste nuove gare.

In conclusione, se VDH (il cui padre, Cees-Rein, per inciso, ricopre nell’ambito della FINA la carica di chairman del Comitato Medico) volesse realisticamente puntare a conseguire dei risultati concreti dovrebbe chiedere l’uniformità fra il programma di nuoto dei Mondiali, che si compone di 40 gare, e quello olimpico che invece, non includendo i 50 metri nelle nuotate artistiche ne gli 800 maschili e nemmeno i 1500 femminili, si articola su 32 gare.

Una simile richiesta non lo troverebbe isolato, anche perché altri l’hanno già fatta; e potrebbe pure avere un’ampia eco sui media internazionali.

Sarebbe, comunque, una battaglia molto difficile perché, in definitiva, l’alto numero di gare, il maggior numero di medaglie a disposizione e i relativi premi in denaro ad esse associati sembrano godere del gradimento della maggior parte dell’ambiente (nuotatori, allenatori, federazioni nazionali).

 

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