Direttore Responsabile: Camillo Cametti

Camillo Cametti at Large

Valchirie, dagli altari alla polvere!

Con una decisione giusta ma tardiva e controversa le nuotatrici della Germania Est, a suo tempo celebrate come migliori dell’anno del mondo e/o dell’Europa, sono state private dei loro titoli (resi vacanti).

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A circa un quarto di secolo dal crollo del regime comunista della Germania Est, ufficialmente Repubblica Democratica Tedesca (RDT) o, in lingua originale, Deutsche Demokratische Republik (DDR), la nota rivista americana Swimming World ha deciso di togliere il titolo di Migliore nuotatrice del Mondo (Best World Swimmer) e Migliore nuotatrice d’Europa (Best European Swimmer) a suo tempo attribuito a nove nuotatrici di quella nazione. Dunque, titoli azzerati, resi vacanti ma non riassegnabili (a differenza di oggi, all'epoca non veniva pubblicata la classifica dei primi cinque).

L’annuncio è stato fatto l’ 1 dicembre, sia sull’ultimo numero della Rivista del 2013 (appunto dicembre), che annuncia i “Nuotatori dell’anno 2013”  (come prevedibile Katie Ledecky e Yang Sun, votati anche da noi), sia sulla rivista on line (link: http://www.swimmingworldmagazine.com/lane9/news/World/36910.asp ).

In ordine cronologico di conseguimento, le nuotatrici private del titolo sono:

  • Kornelia Ender, miglior nuotatrice mondiale ed europea 1973, 1975 e 1976
  • Ulrike Tauber, miglior nuotatrice mondiale ed europea 1974 e 1977
  • Ute Geweniger, miglior nuotatrice mondiale ed europea 1983; europea 1981
  • Petra Schneider, miglior nuotatrice mondiale ed europea 1980; mondiale 1982; europea 1979
  • Kristin Otto, miglior nuotatrice mondiale 1984, 1986 e 1988
  • Barbara Krause, miglior nuotatrice europea 1978
  • Cornelia Sirch, miglior nuotatrice europea 1982
  • Silke Horner, miglior nuotatrice europea 1985 e 1987
  • Anke Mohring, miglior nuotatrice europea 1989.

Come si vede si tratta delle migliori nuotatrici del periodo 1973 – 1989, afflitto dalla piaga del doping praticato sistematicamente dalle organizzazioni sportive statali della DDR sugli atleti di élite.

KORNELIA ENDER (DDR)

Kornelia Ender

Al link sopra indicato si trovano tutte le biografie e sono indicate tutte le medaglie vinte dalle nuotatrici sopra elencate.

Purtroppo, l’evidenza è emersa soltanto parecchi anni dopo il crollo del muro di Berlino e del regime comunista, grazie agli archivi ritrovati, e aperti, della Stasi, ai processi giudiziari tenutisi nella nuova Germania unificata, alle testimonianze, alle ammissioni da parte di alcuni allenatori e, in minima parte, anche delle  nuotatrici.

Queste ultime, in realtà, furono per lo più vittime inconsapevoli, di pratiche sistematiche che se da un lato contribuivano a massimizzare le loro performance atletiche dall’altro ne alteravano le caratteristiche fisiche, talvolta in modo devastante, talvolta incidendo in maniera negativa anche sulla psiche e sulla personalità delle nuotatrici.

Prima che le evidenze saltassero faticosamente fuori, c’erano soltanto sospetti e voci (rumours,  si direbbe oggi).

Io stesso, dopo i Campionati Europei di Vienna del 1974, dove ebbi la ventura di alloggiare nello stesso hotel della Germania Est, proprio nella camera di fronte a quella della “divina” di allora, Kornelia Ender (che, al contrario delle compagne di camera Andrea Hubner e Gudrun Wegner, manteneva caratteristiche di femminilità), scrissi per La Tecnica del Nuoto un articolo-inchiesta intitolato “I segreti della Germania Est”. L’articolo si basava su indiscrezioni e commenti di alcuni qualificati addetti ai lavori ed anche sulle mie brevi ma frequenti conversazioni con la Ender, fatte nello stretto spazio fra le nostre due porte, e sull’osservazione della quantità di fiale rotte e scatole di medicinali contenute nel loro cestino dei rifiuti, situato proprio accanto alla porta.

Da ricordare che durante le conferenze stampa i dirigenti e i tecnici della DDR spiegavano agli scettici ma impotenti giornalisti che i prodigi delle loro meravigliose ragazze – chiamate anche “wundermadchen” o, altrimenti, “valchirie” – fossero frutto del duro lavoro e di metodologie razionali evolute.

Una volta scoperto l’inganno, fra tutte soltanto una ha caparbiamente e alteramente continuato a negare qualsiasi forma di doping, la migliore di tutte, colei che ha vinto di più e che più delle altre è stata celebrata: Kristin Otto (foto sotto). I suoi dinieghi furono difficilmente credibili.

kristin otto (ddr)

Tuttavia, nonostante le evidenze, nonostante i casi di Marion Jones (atletica leggera) e Lance Armstrong (ciclismo), ai quali il CIO ha ritirato in maniera postuma le medaglie olimpiche, le nuotatrici della Germania est sono sempre state lasciate stare: né il CIO, né tanto meno, la FINA o la LEN (“ubi maior minor cessat”), hanno mai preso l’iniziativa né di togliere le medaglie vinte dalle nuotatrici DDR né di cancellare i primati da esse stabiliti. Un'operazione, peraltro, non facile.

Perciò la rivista americana Swimming World non perde occasione per reclamare giustizia nei confronti delle tante nuotatrici che avrebbero meritato titoli e podi ma che sono state sopravanzate dalle turbo nuotatrici con gli additivi.

Ora la decisione unilaterale di togliere alle stesse i titoli di migliori del mondo e d’Europa che la rivista stessa aveva loro concesso negli anni dal 1973 al 1989.

Inutile dire che la decisione, giusta ma assai tardiva, è apparsa subito controversa e, infatti, è stata salutata con entusiastici consensi da una parte e aperte critiche dall’altra (soprattutto per il ritardo e gli scarsi effetti pratici che la stessa decisione è in grado di generare).

 

 

Sull'argomento suggeriamo a chi sa l'inglese un approfondimento al seguente link:  http://www.swimvortex.com/too-little-thought-too-late-wrong-gdr-target/ .

Nel suo lungo articolo Craig Lord ripercorre le tappe di una lunga battaglia - condotta da lui e da altri e non ancora terminata - per ridare l'onore al nostro sport e, soprattutto, alle nuotatrice danneggiate. 

 

 

 

 

 

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