Tecnica del Nuoto.
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Che la ventenne svedese (compirà 21 anni il 17 agosto, alla vigilia dell’inizio dei Campionati Europei di nuoto di Berlino) possieda un talento raro è fatto noto. In effetti, vincere i campionati europei assoluti a soli 14 anni – Eindhoven 2008, 100 farfalla – è indice di una vocazione sportiva considerevole.
Il trono mondiale ottenuto a Roma 2009, nella medesima specialità, suggellato dal record del mondo, pareva aver incoronato una sovrana-bambina – se si considera che allora aveva 16 anni non ancora compiuti – destinata a riscrivere la storia del nuoto.
Vi è tuttavia da riflettere su taluni aspetti.
Per quanto la classe dimostrata in acqua dalla ragazzina non fosse in discussione, è pur vero che tra il 2008 e il 2009 l'avvento dei costumi “gommati” aveva sconvolto il panorama, tanto da non riuscire più discernere tra veri campioni ed atleti eccezionalmente abili ad entrare in sintonia con indumenti acquatici high-tech. Il pensiero corre subito a Paul Biedermann, tuttora detentore dei primati mondiali dei 200 e 400 stile, capace di sfruttare come pochi altri il poliuretano. Pure nella farfalla abbiamo esempi illustri: si pensi a Rafael Munoz Pérez (22.43 nei 50) e a Milorad Cavic, acerrimo nemico di Michael Phelps nel biennio tecnologico, nei 100 metri.
Si tenga anche conto che la campionessa svedese, in numerose occasioni, ha dimostrato di essere la più forte non in virtù di una eccezionale velocità di base quanto piuttosto in forza di un'abilità unica nella vasca di ritorno. In occasione della vittoria mondiale del 2009, infatti, la Sjostrom, al tocco di metà gara, si trovava in settima posizione, ma ciò non le impedì di sbaragliare la concorrenza nei secondi 50 metri.
Infine, si aggiunga, che, nonostante i successi ottenuti in adolescenza, nel periodo di conversione tra gioventù ed età adulta la bionda vichinga ha trovato non poche difficoltà a confermarsi sui livelli che le si addicono, specialmente in occasione degli eventi clou della stagione.
I posizionamenti parlano da soli: tra il 2010 (Budapest, campionati europei) e il 2013 (Mondiali di Barcellona), benché abbia centrato alcuni successi, otto volte si è classificata quarta in gare in cui aveva la possibilità di puntare davvero in alto.
Alla luce di questi dati si è avuta l'impressione che la scintilla vincente si stesse affievolendo via via e che gli sporadici lampi di classe trovassero soltanto in competizioni “minori” la dimensione in cui esprimersi.
L'inversione di tendenza si è verificata lo scorso anno, a Barcellona. Infatti, pur non facendosi mancare due medaglie di legno (50 e 200 stile libero), complice una Vollmer in fase calante ha ottenuto il primo posto nei 100 farfalla e l'argento nei 100 stile libero.
L'iniezione di fiducia, che il primo gradino del podio le ha portato in dote, pare avere innescato la sua carica esplosiva, tanto che nella stagione in corso sta dominando i ranking mondiali di 50, 100 farfalla e 50 stile libero, dovendosi inchinare alla sola Campbell nella gara regina.
In particolare, nei 50 stile, pochi giorni or sono, è diventata la prima atleta della storia a scendere al di sotto dei 24 secondi “in tessuto”, dimostrando una velocità di base su cui soltanto i suoi più strenui sostenitori avrebbero scommesso. Nei 100 farfalla ha fermato due volte il cronometro a 56.50, confermandosi dunque costantemente su un tempo inferiore a quello dell'oro mondiale di Barcellona.
I successi di questi giorni, però, non si sono fermati qui.
Ieri, nel corso dei campionati svedesi, a Boras, ha realizzato quella che forse rappresenta la più grande performance della storia del nuoto.
Vero è che non si tratta di una gara olimpica, ma il progresso rispetto al precedente limite mondiale (gommato!) si attesta a 64 centesimi, su una gara che adesso si sviluppa in meno di 25 secondi.
La Sjostrom, nei 50 farfalla, è stata capace di cancellare il record della connazionale, Therese Alshammar, 25.07, facendo registrare uno sconvolgente 24.43.
Nessun record mondiale, mai!, considerando tutti i primati planetari in vasca corta e lunga, maschili e femminili, ha abbassato il precedente limite di un divario tanto ampio. Se solo si rivolge il pensiero a quanto il nuoto stia diventando più e più competitivo, si comprende come la prestazione della svedese abbia fatto fare un salto in avanti ai 50 farfalla femminili di almeno 20 anni!
Volendo essere precisi, in termini di miglioramento percentuale rispetto al precedente record, si tratta del secondo “salto” della storia dei 50 metri. Primo, in tal senso, si posiziona Neil Walker che nei 50 dorso, in vasca corta, nel 2000, abbassò il proprio record da 24.04 a 23.42, ma – come è evidente – le due prestazioni non si pongono sullo stesso piano. Anzitutto, i risultati della vasca corta hanno poco da spartire con il blasone della vasca da 50 metri; inoltre, il primato dello statunitense è avvenuto appena cinque anni dopo l'introduzione della categoria di record in questione: ha avuto luogo, quindi, in un contesto meno competitivo.
Il dato che spaventa maggiormente risiede nel fatto che la svedese pare essersi concentrata sulla velocità soltanto nell'ultimissimo periodo, o quantomeno ha iniziato a mietere tempi di assoluto rilievo solo di recente. I 100 metri, farfalla e stile libero, rappresentavano fino a pochi giorni fa la sua migliore specialità, ma lo sconvolgente primato mondiale, congiunto al notevolissimo 50 stile libero, mette tutto in discussione.
Il video della gara (al link http://www.swimmersdaily.com/2014/07/06/sarah-sjostrom-24-43-and-new-50-fly-world-record/?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+swimmersdaily+%28Swimmer%27s+Daily%29 ) offre un ottimo esempio di come i 50 debbano essere eseguiti: ritmo elevatissimo, nuotata continua senza pause, eccellente presa in acqua, zero respirazioni. Soltanto nelle ultime tre bracciate, sia in virtù della stanchezza muscolare, sia nel tentativo di impattare al meglio la piastra, la Sjostrom ha disteso leggermente la propria azione, rimanendo comunque molto efficace.
Invero, si può tentare di dare tante spiegazioni al “come” una prestazione di questo spessore possa essere stata realizzata, ma sino a due giorni fa nessuno avrebbe creduto di trovare un'atleta al di sotto dei 25 secondi, per cui quello che ha fatto rimane “non commentabile”.
In conclusione, s’invita gli appassionati a guardare attentamente (oltre alla gara) l'espressione della Sjostrom all'arrivo: quella che si compone sul volto della svedese non è affatto incredulità.
Il sospetto è che la campionessa svedese si stia allenando per ottenere questo genere di risultati. Se dovesse unire la sua nuova, pazzesca, velocità alla resistenza – da sempre suo pezzo forte – da qui ai prossimi anni potremmo trovarla a primeggiare in almeno quattro specialità - 50, 100 farfalla e 100 stile libero -, augurandoci che Federica Pellegrini possa continuare a metterle la mano davanti nei 200 stile libero.
Luigi Lo Conte