Tecnica del Nuoto.
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Thomas Lurz
Che i britannici abbiano un certo amore per le stravaganze è risaputo. Del resto basta ripensare – o riguardare su YouTube le cerimonie di apertura e di chiusura dell’Olimpiade, infarcite di tutto – per convenirne.
Ma che la Commissione d’inchiesta, annunciata subito dopo la conclusione dei Giochi, comprendesse anche due stranieri (su 5 membri) nessuno poteva aspettarselo. Che, poi, questi due stranieri siano anche due alieni del nuoto di piscina, pure questo è sorprendente.
Ma ecco i nomi. Presidente della Commissione è stato nominato Craig Hunter, capo missione della Gran Bretagna alle Paralimpiadi nonché membro indipendente del Consiglio direttivo (Board) della federnuoto britannica. Hunter è stato anche capo missione della Gran Bretagna ai discussi Giochi del commonwealth di Nuova Delhi. Anche questa scelta a sorpreso perché in India, contrariamente a quanto riportato dalla stampa, Hunter aveva negato che il trenta per cento della squadra avesse sofferto della sindrome di Delhi (l’equivalente della sindrome messicana di Montezuma). Ed ecco i membri. L’allenatore della famosa squadra inglese di rugby degli Harlequins (“Gli Arlecchini”, Prima Divisione), Conor O’Shea, già giocatore della Nazionale irlandese per parecchi anni. O’Shea è stato nominato sulla base delle sue conoscenze e della sua esperienza sui metodi di allenamento, sulla scienza dello sport e sulla medicina sportiva. Il nuotatore di gran fondo in acque aperte Thomas Lurz, tedesco, veterano di tante battaglie e medaglia d’argento a Londra (e di bronzo a Pechino 2008) nella 10 chilometri. Lurz, che ha fama di non avere peli sulla lingua, porterà nella commissione la sua vasta esperienza internazionale.
Stranezza nella stranezza, Lurz proviene da una nazione, la Germania, che, come l’Italia, a Londra è rimasta a zero nel medagliere: ciò che non le accadeva da 80 anni, dall’Olimpiade di Los Angeles del 1932.
Conor O’Shea
La Commissione è completata da Michael Scott, direttore sportivo della federnuoto britannica (“Amateur Swimming Association”). La sua presenza oscura un po’ quel requisito di indipendenza che si era voluto dare alla Commissione.
Nel medagliere del nuoto la Gran Bretagna è finita quindicesima, con una medaglia d’argento (Michael Jamieson nei 200m rana maschili) e le due medaglie di bronzo di Rebecca Adlington (400 e 800m stile libero), ben al di sotto del target di 5 medaglie che era stato prefissato.
Ma, nonostante i 24 ingressi in finale, il flop è considerato enorme perché troppi nuotatori (Tancock…), e soprattutto nuotatrici (Halsall, Miley, Gandy, Spofforth, …) sono rimasti lontani dal podio.
Non solo ma per ben 40 volte i nuotatori britannici hanno realizzato prestazioni peggiori di quelle realizzate ai Trials. Al contrario, gli americani, dominatori del medagliere per ben 32 volte hanno nuotato più velocemente che non ai Trials di Omaha. Ciò nonostante molti nuotatori britannici si sono dichiarati contenti delle loro prestazioni. Un po’ come alcuni dei nostri che dopo aver ammesso di avere performato al di sotto delle aspettative hanno aggiunto un ingiustificabile “ma va bene così”.
La povera performance della squadra britannica mette a rischio la conferma del cospicuo finanziamento, pari a 32 milioni di euro, che UK Swimming ha ricevuto dall’agenzia governativa UK Sport per il quadriennio 2009-2012.
Secondo una dichiarazione della federnuoto britannica “scopo della Commissione è di determinare le ragioni che stanno alla base di così tante prestazioni al di sotto delle aspettative e identificare la aree chiave dove intervenire per migliorare, e per elaborare una nuova strategia in vista della prossima Olimpiade del 2016, a Rio de Janeiro”. L’inchiesta è chiamata “London 2012 Performance Debrief”.