Tecnica del Nuoto.
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Attorno al 25 ottobre uscirà a Londra, grazie all’editore Simon and Schuster, l’autobiografia di Ian Thorpe. Un libro di 320 pagine del quale Thorpe, con un twit, ammette di essere molto orgoglioso. Il libro sarà disponibile anche in formato elettronico, scaricabile da internet. Il prezzo varia a seconda di dove e come si acquista (su internet le opzioni sono molte). Presso l’editore costa 14.99 dollari (http://books.simonandschuster.com/This-Is-Me/Ian-Thorpe/9781471101243 ).
Conobbi personalmente Ian Thorpe ai Mondiali di Perth, nel gennaio del 1998, quando alla sua prima grande competizione internazionale vinse in modo strepitoso i 400m stile libero. Da lì, con l’aggiunta di un “do” al suo cognome, venne soprannominato “Thorpedo”, la Torpedine. In acqua si muoveva con l’agilità di un tonno, e da subito cominciò ad affascinare tutti gli appassionati di nuoto e gli osservatori internazionali. Nella stessa occasione conobbi anche la madre, una donna talmente obesa da far presagire un futuro difficile, relativamente ai problemi di peso, anche per Ian. Invece, colui che, successo dopo successo, sarebbe diventato il più grande nuotatore australiano di tutti i tempi, riuscì sempre a mantenere la sua forma atletica, almeno fino al suo ritiro, nel 2006. L’ho seguito e l’ho ammirato mentre vinceva 11 titoli mondiali, 5 titoli olimpici (oltre a 3 medaglie d’argento e una di bronzo), e mentre stabiliva la maggior parte dei suoi 22 record del mondo. Nel suo palmarès vi sono anche 10 medaglie d’oro ai Giochi del Commonwealth (competizione equivalente, in termini di spessore agonistico, ai nostri Campionati europei). Ho seguito anche il suo tentativo di rientrare nell’agonismo con l’intenzione di qualificarsi per i Giochi Olimpici di Londra 2012. Tentativo non riuscito. Quando lo rividi ai Campionati italiani di Riccione, agli inizi di marzo (ultima sua competizione – con scarsi risultati - in preparazione dei Trials olimpici australiani) disse che forse aveva iniziato troppo tardi la sua preparazione.
In ogni caso, con questo suo tentativo egli era riuscito a richiamare su di se l’attenzione generale, al punto che la prestigiosa BBC lo ha ingaggiato come opinionista da studio per le gare di nuoto all’Aquatics Centre, nell’Olympic Park. Le sue performance televisive sono piaciute a molti che hanno apprezzato la sua genuinità e certe osservazioni da insider, ma sono state ridicolizzate da molti altri. I detrattori lo hanno preso in giro per il suo look eccentrico, anche se rigorosamente targato Armani (Thorpe è un buon amico dello stilista italiano), per certe sue osservazioni banali (del tipo: “l’acqua è uguale in tutte le corsie” oppure “l’acqua è bagnata per tutti”), e per l’imbarazzante esordio di ogni suo commento, anche il più ovvio, con l’invito “Look” (guardate, attenzione), come stesse sempre per rivelare qualcosa di importante . Anch’io, a Londra, ho ascoltato spesso i suoi commenti e, nel giudicare la sua performance come opinionista, mi trovo in mezzo ai due opposti gruppi. In ogni caso continuerò a seguire Ian Thorpe con grande interesse, sperando di rivederlo in gara ai prossimi Mondiali, in programma a Barcellona tra fine luglio ed inizio agosto 2013.
Nel frattempo, leggerò la sua autobiografia, non appena sarà disponibile. E’ stato anticipato che in essa egli affronta anche l’argomento omosessualità. Tante volte i giornalisti australiani gli hanno chiesto, imbarazzandolo e turbandolo, se fosse gay. “Se me lo chiedessero oggi”, scrive Thorpe, risponderei “Whatever!” (“Chi se ne frega?”).