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I tempi in cui Yannick Agnel (sopra), allora diciannovenne, vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra nel 2012, in 1:43.14, sono lontani, e difficilmente potranno tornare.
Dopo quasi un quadriennio, a 23 anni, l’ex allievo di Fabrice Pellerin a Nizza, ora a Mulhouse con l’ex CT della Nazionale Lionel Horter, ai Campionati Francesi d’Elite in corso a Montpellier (sono iniziati martedì 29 marzo e si concluderanno domenica 3 aprile), validi come selezioni olimpiche (Trials), non è andato oltre un mediocre, per lui, 1:46.99, terzo tempo dopo quello del vincitore Jeremy Stravius, 1:46.18, e di Jordan Pothain, 1:46.81.
Agnel ha nuotato davanti a tutti per tre quarti di gara ma nell’ultima vasca non è riuscito a portare a casa la vittoria. Questi i parziali dei primi tre:
Stravius 24.22; 51.37; 1:19.48; 1:46.18
Pothain 24.79; 51.73; 1:19.34; 1:46.81
Agnel 24.35; 51.41; 1:18.91; 1:46.99
Il tempo del vincitore è il 3° crono dell’anno, dopo quelli del serbo Velimir Stjepanovic, 1:46.10, e del giapponese Kosuke Hagino, 1:46.14; i crono di Pothain e Agnel sono rispettivamente il 6° e il 9° del 2016.
Agnel ha dichiarato ai media di essere arci sicuro di avere toccato per secondo la piastra di arrivo, e un video sembra dargli ragione. Il suo tecnico, Horter (foto sotto), ha protestato e sottoposta alla giuria formale reclamo, che però è stato rigettato in base ai regolamenti vigenti. Un’inedita situazione kafkiana, con Agnel secondo o terzo a seconda che si guardino i risultati ufficiali e il video della gara.
Secondo o terzo, per quanto concerne le selezioni olimpiche non fa differenza, perché il tempo limite stabilito dalla Federazione è di 1:46.06, inferiore a quelli realizzati da tutti i medagliati di Montpellier.
Stando così le cose Agnel si trova davvero sulla graticola poiché non riuscirebbe a difendere a Rio la corona olimpica indossata a Londra.
Forse, però, per il gigante della Costa Azzurra non tutto è perduto. Probabilmente egli andrà a Rio come componente della staffetta 4x200m stile libero che dovrebbe essere formata dai primi tre classificati della finale dell’altra sera, e integrata da un quarto elemento scelto fra Lorys Bourelly, 1:47.83, Clément Mignon, 1:48.00, Grégory Mallet, 1:48.45 e Jonathan Atsu, 1:48.83.
Il declino di Agnel coincide con la sua scelta di lasciare Nizza per Baltimora, e di allenarsi sotto la guida di Bob Bowman, accanto a Michael Phelps. Una scelta rivelatasi sbagliata, che l’ha indotto a tornare in patria, e ad appoggiarsi a Horter.
Non è detto che prima del giorno della scadenza per la presentazione delle iscrizioni Agnel non riesca a migliorare, e a realizzare l’agognato tempo limite. Se così fosse, con un po’ di flessibilità, e di buon senso, la Federazione francese non potrebbe esimersi dall’iscriverlo alla gara individuale e, così, consentirgli la difesa del titolo.
L’altra nota clamorosa emersa dalle prima tre giornate di gara è che a metà campionati si conta soltanto una qualificazione, quella della veterana Coralie Balmy che ha vinto i 400m stile libero in 4:05.38, 26 centesimi sotto il tempo limite.
Questa situazione consegue in parte dal fatto che i tempi limite decisi dalla Federazione francese sono più difficili da realizzare di quelli posti dalla FINA. Tornando ai 200m stile libero maschili, basti pensare che i tempi realizzati dai primi quattro sono tutti sotto il tempo limite A della Federazione internazionale ma, come detti, tutti sopra il tempo di qualificazione richiesto dalla Federazione francese.
Anche per questo, nella piscina di Montpellier (sotto), infuriano le polemiche.