Tecnica del Nuoto.
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Il campione sud coreano Tae-hwan Park, 26 anni, 4 medaglie olimpiche, compresa quella d’oro dei 400m stile libero a Pechino 2008, ieri, nel corso di una conferenza stampa a Incheon, la grande città portuale sulla costa occidentale della Corea del Sud, ha nuovamente espresso rammarico e chiesto scusa per la vicenda di doping in cui era stato implicato e per la quale era stato squalificato.
Alla fine Park ha formulato una drammatica supplica, davanti alle telecamere, arrivando persino a inginocchiarsi al suolo e a chinare il capo fino a toccare il pavimento con la fronte, per chiedere clemenza ai dirigenti della propria federazione nazionale, e potere così partecipare alle Olimpiadi di Rio.
Con umiltà ha detto: “Da nuotatore credo che sia più importante parlare attraverso i risultati e i record in piscina. Spero che mi sia data questa possibilità. So che a Rio posso fare bene e contribuire al successo della nostra nazione”.
Il 3 settembre 2014 fa Park era stato beccato con un’eccessiva quantità di testosterone in corpo, conseguenza di iniezioni di Nebido, uno steroide anabolizzante proibito, somministrategli da una dottoressa di nome Kim. Perciò, Park era stato squalificato per 18 mesi. La sua squalifica è finita il 2 marzo ma la Corea del Sud proibisce agli atleti reduci da squalifica di fare parte delle squadre nazionali per i tre anni successivi al termine della squalifica stessa.
Park è l’unico atleta del suo paese ad avere vinto medaglie olimpiche nel nuoto.
Vedremo se la supplica, teatrale ma sincera, sortirà l’effetto da lui sperato.