Tecnica del Nuoto.
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Nel mese di febbraio le sentenze del TAS-CAS (in copertina) sui casi riguardanti Filippo Magnini e Yang Sun hanno calamitato l’attenzione, distogliendola da altre sentenze di poco precedenti, due di condanna e una di assoluzione, a carico di tre noti campioni di nuoto: il sudafricano Roland Schoeman, la lituana Ruta Meilutyte e il brasiliano Gabriel Da Silva Santos. Di esse riferiamo nella sezione notizie. Qui ci interessa esprimere il nostro pensiero, e anche il nostro sconcerto, sulla lotta al doping.
Da sempre, come altri, pensiamo che la battaglia a favore dello sport pulito, cioè la guerra al doping, oltre che essere destinata a non finire mai, sia anche molto difficile. Anzitutto perché coloro che vogliono approfittare delle sostanze illecite possono fare uso di tecnologie all'avanguardia che rendono difficile il contrasto al reato (analogamente a quanto accade nella vita di tutti giorni, dove spesso chi vuole delinquere è talvolta più avanti della polizia, soprattutto nel caso dei sempre più frequenti reati cibernetici). Poi, perché talvolta si verificano connivenze, omertà e difformità nel metro di giudizio (due pesi e due misure). Inoltre a volte i presunti colpevoli vengono individuati con sconcertante ritardo mentre altre volte ancora si infliggono sanzioni senza prove consistenti, come nel caso di Filippo Magnini (poi assolto in appello).
Un altro importante capitolo del libro “Doping”, che è sempre aperto e sempre “in progress”, riguarda le medaglie mai tolte e i record mai annullati ad atleti che hanno potuto accedere alla gloria grazie a sostegni illeciti, come molti atleti dei regimi comunisti, passati - Germania Est in primis ma probabilmente anche Unione Sovietica, Romania e altri – e attuali, come la Repubblica Popolare della Cina.
Forse per recuperare un po’ della credibilità perduta nel corso dei decenni, oggi il sistema sportivo si è inventato la punizione preventiva di un paese, la Russia, esclusa dai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 (salvo ripensamenti). Con un po’ d’ ipocrisia, però, a singoli atleti sarà permesso partecipare a titolo individuale.
Infine, c’è la problematica legata al TUE, acronimo per Therapeutic Use Exemption, ovvero Esenzione per Uso Teraputico, che consente a numerosi atleti, molti di primo piano, di fare uso di sostanze altrimenti proibite e spesso in grado di migliorare la prestazione. Sovente questa pratica configura vantaggi reali ma con la scusa della privacy essa viene attuata senza alcuna trasparenza, e ciò a noi pare grave.
Per la sua complessità e per le sue contraddizioni il doping è un argomento di cui non ci occupiamo né spesso né volentieri. Ci sconcertano altresì la difformità dei giudizi e delle procedure nella lotta contro il doping, e la latitanza della certezza del diritto.