PallanuotoNiente da fare. La Croazia mette sotto l'Italia con un risultato (11-6) che lascia poco spazio ai dubbi. Il maestro (Rudic) batte l'allievo (Campagna) in un match subito in salita per il Settebello. L'avvio è al gelo artico: Buric, Boskovic e Sukno fanno 3-0. Si capisce che la serata non è propizia. Gli azzurri buttano alle ortiche la prima espulsione (Sukno nel pozzetto) e Campagna capisce al volo che sulla seconda (Hinic fuori) è opportuno anticipare un time out. E ci azzecca: Figlioli rompe il digiuno con una fucilata imprendibile. Gallo, anche lui "sverginato", fa il bis con Boskovic nel pozzetto. Da 3-0 a 3-2. Dobud e ancora Figlioli chiudono la frazione sul 4-3. Il Settebello deve rimproverarsi distrazioni che costano due gol in controfuga. Brutto segno. Il secondo tempo non offre grandi emozioni, salvo le solite grandi parate di Tempesti sull'uomo in meno e un prodigioso intervento su tiro di Sukno. Il redivivo Gallo e il mortifero Boskovic in superiorità fissano il risultato sul 5-4 per i croati.
Si va alla terza frazione, quella della verità come dicono i guru delle piscine. Giorgetti va a bersaglio in superiorità (fuori Dobud) e si va sul 5-5. La partita è tutta da giocare, ma i ragazzi di Campagna cominciano a perdere lucidità per il lavoro ai fianchi di Buric, Buslje e Dobud. E si vede. Boskovic e Sukno, nell'ordine, sfruttano da fuoriclasse le espulsioni di Perez e Gitto. Non è lo stesso per le tre superiorità degli azzurri, sempre più appannati e confusi. Premus e Aicardi non tengono il centro, Felugo, in serata no, è già gravato di due falli, Figlioli forza il tiro, Presciutti non trova la via del gol, Giorgetti viaggia a corrente alternata. La terza frazione è pesante come una sentenza in Cassazione. La Croazia è padrona della partita. Gallo (ingenuo) commette fallo da rigore su Obradovic e Sukno trasforma a 1'24" dalla sirena. Si chiude 8-5 (parziale 3-1). Quarta frazione. Il Settebello raschia il fondo del barile e conquista una superiorità (Buslje fuori): Gitto mette dentro su assist di Giorgetti. Ma è un fuochino di paglia. Obradovic castiga due volte Tempesti sulle espulsioni (ingenua) di Figlioli e Giacoppo. Sull'altro fronte d'attacco è notte fonda. La fotografia del match è tutta nell'ingenuità da tornei giovanili tra Giorgetti e Gitto al rientro anticipato dal pozzetto. Jokovic trasforma l'inevitabile rigore: 11-6. E' il siglllo croato alla partita più attesa, decisiva per l'assegnazione della prima poltrona nel girone.
Per il Settebello una sconfitta salutare, ma che non compromette nulla. Campagna avrà tempo e modo di analizzare gli errori (troppi ma non endemici e quindi rimediabili) e ricaricare i suoi ragazzi. La prossima sfida con il piccolo Kazakistan sarà utile alla bisogna. Rudic porta a casa una vittoria dalla doppia valenza: primato in classifica e piccola lezione all'allievo più caro. Ma nulla c'è di definitivo, per uno e per l'altro. L'Olimpiade non finisce qui.
La sfida tra Serbia e Montenegro ha illuminato di viva luce la terza giornata. Finisce in parità: 11-11. E' davvero il match dei giganti, intenso, vibrante, bellissimo sul piano tecnico e del furore agonistico. Da una parte Pijetlovic, Prlainovic (altri 5 gol in carniere, fanno 15 in tre partite), Filipovic, Udovicic; dall'altra Zlokovic, Jokic, Ivovic e Mladan Janovic, autore dei gol dell'8-8 e 11-11. Uno show di pallanuoto: giocate straordinarie, schiuma da mare forza 9 sul centro, gol di forza e di alto prfolio tecnico, prodezze balistiche dalla media e dalla lunga distanza.
La gara non concede soste. Serbia sempre avanti, Montenegro mai domo in una corsa ad inseguimento: sotto 3-1 nel primo tempo, risale al 5-4 nel secondo tempo e acciuffa l'8-8 della terza frazione in un botta e risposta mozzafiato da antologia dlela pallanuoto: Nikola Janovic aggancia, Nikic mette i suoi di nuovo avanti, Paskovic rimedia, Filipovic e una invenzione di Udovicic sembrano aprire il solco, ma Brguljan e Mladan Janovic con una prodezza a 3" dalla sirena rimettono le cose a posto.Ultima frazione al calor bianco: Pijetovic e l'incredibile Prlainovic cercano il colpo del k.o.e fa 10-8, Jokic accorcia prima di lasciare la vasca per la terza espulsione (10-9), Prlainovic, sempre lui, non perde l'occasione e realizza l'11-9 con il suo quinto bersaglio personale. Sembra fatta per la squadra di Udovicic, ma gigante Ivovic e l'implacabile Mladan Janovic fanno 11-11 in superiorità. Vietati ai deboli di cuore gli ultimi 15 secondi: Prlainovic si fa parare da Scepanovic il match ball in superiorità (espulso anche Ivovic), a 4" dalla sirena superiorità per il Montenegro, ma la palla si spegne in una selva di braccia davanti a Soro. Finisce in parità. Ed è il risultato più degno per la più bella partita dall'inizio del torneo.
Con il pareggio della Serbia sono ora gli Usa, grazie alla vittoria (13-7) sulla Gran Bretagna, a guidare il girone a pieno punteggio. I padroni di casa restano a secco fino a 4'40" del secondo tempo sul 7-0. Parker rompe il digiuno e il suo gol viene accolto con un applauso liberatore dal pubblico di casa. La fine di un incubo. Degno di nota il tentativo di rimonta inglese sul rilassamento Usa.
Tutto meno facile del previsto per la Spagna contro l'Australia. Finisce 13-9 (2-1, 3-3, 4-1, 4-4) e agli aussie non bastano le cinque prodezze personali di Miller per restare a galla. La gara si decide nella terza frazione quando gli iberici prendono il largo con i gol di Minguell, Garcia, Valles e Perez. Beadworth cerca di riaprire la partita in avvio di quarto tempo ma Molina e Perrone allungano. Il resto è solo gestione del vantaggio. La Spagna sale a 4 punti, l'Australia resta a 2.
Festival del gol (32) e degli orrori difensivi tra Ungheria e Romania. Vincono (17-15) i magiari, ma Kemeny può rallegrarsi solo per i due punti in cascina, ché la sua squadra è ancora assai lontana dall'uscita del tunnel. E se i 14 gol incassati con la Serbia potevano avere parziale giustificazione per la caratura degli avversari, i 15 inflitti dai romeni gridano vendetta ed evidenziano una difesa disattenta e disorganizzata. Né, questa volta, si possono imputare grosse responsabilità al portiere Szecsi. Nel festival del gol non sono mancate in attacco le giocate di grande classe: Madaras (5 bersagli personali) ha sciorinato il meglio del repertorio con i suoi colpi al volo e le formidabili sbracciate sul lungo e sul corto. Da citare le inimitabili magie di Kasas e le esecuzioni di Biros (3 gol), in ripresa Kiss. La Romania, in evidenza Ghiban, Matei, Diaconu e Radu, ha recitato la sua parte restando in partita per due tempi (5-4, 4-5), Di più non poteva pretendere. Noblesse oblige.
Completa il turno la vittoria della Grecia sul Kazakistan: 11-4 con quattro reti di Fountoulis e 3 di Georgios Afroudakis. Sipario.
Girone A: Croazia 6, Spagna 4, Italia 3, Grecia 3, Australia 2, Kazakistan 0.
Girone B: Usa 6, Serbia 5, Montenegro 3, Ungheria 2, Romania 2, Gran Bretagna 0.