PallanuotoIl Settebello vince (9-6) ma non convince. Anzi mostra segnali di involuzione rispetto alla prova con la Croazia, avversario di tutt'altra caratura rispetto al modesto Kazakistan. Il primo a rendersene conto è stato il c.t. Campagna, che, a caldo, ha fotografato l'attuale situazione con una frase pesante come un macigno: "Non siamo una squadra, così non andiamo da nessuna parte". Parole dure, ma, almeno si spera, non una certezza assoluta, bensì una energica, opportuna sferzata per richiamare gli azzurri alle loro responsabilità e alla necessità, ora diventata urgenza, di ritrovare se stessi. E recuperare la lucidità, la determinazione e la "fame" che li ha portati sul tetto del mondo in quel di Shanghai. Ed è quello che sarà necessario nella sfida di lunedì con la Spagna, match che potrebbe proiettarli al secondo posto, alle spalle dei croati, ma precipitarli, in caso di sconfitta, in una posizione assai scomoda e rischiosa.
Che dire della partita. Il Settebello, chiusi primi due tempi sull'8-4 (4-2, 4-2 i parziali), realizza una sola rete nelle successive due frazioni, sbaglia l'indescrivibile, rimedia un parziale di 2-1 e resta addirittura a secco nell'ultimo tempo. Due gol a testa per Figlioli, Gallo, Presciutti e Premus. A dirla tutta, sono i kazaki, il portiere Maximov (41 anni) in testa, a meritare applausi e simpatia, certo non i gesti di stizza di chi, per evidente superficialità, aveva commesso errori e ingenuità in ordine sparso. C'è da sperare che l'urlo di dolore di Campagna ottenga i risultati sperati. C'è tempo e modo per recuperare. Il bello dell'Olimpiade deve ancora venire.
Vediamo il resto. La Croazia supera l'Australia (11-6; parziali: 2-1, 3-1, 3-2, 3-2) e mette il suo sigillo con un turno di anticipo sul primato del girone. Ora Rudic può anche allentare il morso (prossimo impegno il "materasso" kazako) e attendere la sfida dentro-fuori dei quarti di finale. La partita rimane in bilico solo nella prima frazione: gol di Woods in apertura, Boskovic e Jokovic in successione. Si riparte e Jokovic fa 3-1 con un missile dalla lunga distanza, McGregor accorcia, ci pensano Sukno e Boskovic a mettere le cose in chiaro. Ancora Sukno apre la terza frazione e si va sul 6-2. Whalan, il migliore dei suoi con tre reti in giornata, restringe la forbice, ma Obradovic e Dobub rispondono come sanno ai richiami di Rudic. Il resto è solo computo numerico per la classifica marcatori: Jokovic completa la sua tripletta, Whalan e Cotteril attenuano il disavanzo. Un esito già scritto stante il divario tra le due squadre. Croazia troppo forte, ricca di qualità, perfetta sul piano tecnico-tattico. L'Australia si giocherà con la Grecia l'ultimo posto per passare ai quarti.
Tra Spagna e Grecia match di vitale importanza per chiarire le gerarchie del girone. Vincono gli iberici (11-9, parziali: 4-3, 4-2, 1-2, 2-2) , salgono a quota 6, hanno la qualificazione in tasca e possono guardare allo scontro diretto con il Settebello in cui si assegnerà la seconda piazza. Niente da fare per gli ellenici, apparsi la brutta copia, almeno nelle prime due frazioni, della squadra che ha imposto il pari al Settebello. Troppo compassati, disattenti e poco collaborativi in difesa, lenti e vulnerabili nelle accelerazioni di Perrone e compagni. Nella prima frazione molti gol (7) e tutti a uomini pari: Minguell e Mallarach (2) e Perez si esaltano con prodezze personali; Milonakis con una preziosa palombella, Delakas con una sassata e Theodoropoulos su rigore. Szirany, vice di Perez, apre la terza frazione, Martin allunga sul 6-3 in superiorità. Ma la Grecia non ci sta, Andric chiede ai suoi più intensità nel pressing e maggiore velocità nei trasferimenti. Georgios Afroudakis e Voulgarakis provano a riaprire la partita, Kokkinakis è una spanna su tutti nella marcatura sul centro e nell'ispirare le offensive. Non basta. La Spagna gioca meglio, più lucida e cinica. I gol di Mourikis e Kristos Afroudakis servono solo a mitigare lo spread.
Senza respiro il girone B, il più tosto sul piano della qualità complessiva, con la supersfida d'alta classifica tra Serbia e Stati Uniti. La squadra di Udovicic, ha detto forte e chiaro di volere fortemente il primato del girone. C'è riuscita con una prestazione d'altissimo spessore in cui l'alta qualità dei suoi campioni, da Filipovic (2 gol)a Prlainovic, da capitan Udovicic (3) a Radjen, da Pijetlovic al portiere Soro, a Nikic e Alexsic. Giocate e gol straordinari. Da urlo. Supremazia totale. Gli Usa, fin qui a punteggio pieno, restano in partita nel primo tempo (2-1) con Moses in evidenza, poi i serbi esibiscono tutto il loro potenziale offensivo e la grande compattezza difensiva. Finisce 11-6 (parziali: 1-2, 3-1, 3-2, 4-1). Niente da fare contro la strapotere serbo.
Senza sussulti significativi Montenegro-Romania. Gli slavi mettono in cassaforte il passaggio del turno a spese della Romania e salgono a quota 5. Match che finisce 12-8 (3-1, 2-1, 3-2, 4-4) con la squadra di Ranko Perovic sempre avanti, salvo le battute iniziali con il gol di Negrean a 4'51 in superiorità (fuori Zlokovic). Nikola Janovic (assist di Jokic), Paskovic in controfuga e Radovic in superiorità rimettono le cose a posto: 3-1. La differenza tecnico-tattica tra le due squadre si vede tutta. Il Montenegro, pur soffrendo la mancaza di un mancino e di un vice Zlokovic di ruolo, impone schemi e giocate d'alta classe, una difesa granitica con Ivovivic e Jokic capaci di una marcatura e di un pressing asfissiante, tiratori efficaci come i due Janovic e Brguljan, oltre l'implacabile Ivovic, dalla media e dalla lunga distanza, oltre al portiere Scepanovic, preferito da Perovic ad un poco affidabile Sefik. Non ci sono aggettivi, infine, per il centroboa Zlokovic, autentico guastore delle difese avversarie. La Romania, già deficitaria in qualità, ha mostrato tutta le sue lacune con un gioco spesso disordinato e scarsa applicazione degli schemi, privilegiando le soluzioni personali. Non potevano bastare i tre gol di Diaconu e le espulsioni conquistate dal monumentale Radu cambiare la deriva della gara. Ivovic, Zlokovic, Nikola Janovic, Jokic e Gojkovic i migliori tra i montenegrini; Radu, Negrean, Diaconu e il portiere Stoenescu tra i romeni.
Pallottoliere, come da copione, in Ungheria-Gran Bretagna (17-6; parziali: 6-1, 5-4, 4-0, 2-1). Kasas e Madaras mattatori con tre gol a testa. I magiari fanno il tiro al bersaglio, ma non riescono a dissipare, anche a suon di gol, i dubbi sulla loro possibilità di potersi inserire nella corsa all'oro. La squadra di Kemeny è apparsa lenta, priva di gioco, distratta in difesa, imprecisa nel frasegggio. Nella sfida-chiave con gli Usa avrà la possibilità di scalare la graduatoria e legittimare le proprie ambizioni.
Girone A. Croazia 8, Spagna 6, Italia 5, Grecia 3, Australia 2.
Girone B: Serbia 7, Usa 6, Montenegro 5, Ungheria 4, Romania 2, Gran Bretagna 0.