PallanuotoI giochi sono fatti. Si va alle forche caudine dei quarti di finale, alla prova di maturità per essere promossi alla zona medaglie dell'Olimpiade. Approdiamo alle sfide senza ritorno: Croazia-Usa, Serbia-Australia, Italia-Ungheria, Montenegro-Spagna. Gli ultimi dubbi li hanno sciolti Ungheria-Stati Uniti (11-6), Italia-Spagna (1-7) e Grecia-Australia (8-13), ché poco o niente poteva cambiare con Croazia-Kazakistan (12-4), Serbia-Romania (12-3) e Montenegro-Gran Bretagna (13-4), un buon allenamento e niente più per i ragazzoni di Ratko Rudic, Dejan Udovicic e Ranko Perovic.
L'Italia, superata senza grossi affanni la Spagna (2-0, 4-3, 2-1, 2-3 i parziali), compie il sorpasso e si piazza alle spalle della Croazia. E' un Settebello ritrovato (difesa invulnerabile, velocità, buona circolazione di palla, attacco incisivo con Premus sugli scudi), come ha sottolineato anche Campagna a fine partita, quello che ha tenuto a distanza gli iberici (9-4 a fine terzo tempo con una prodezza di Aicardi) e ha poi gestito ("Ma potevamo fare meglio", ha sottolineato il c.t. azzurro) la quarta frazione quando la Spagna è risalita fino al 9-7 Espanol (due reti) e Garcia, fallendo il meno-1 in superiorità per l'ennesima prodezza di un monumentale Tempesti.
La partita si incanala subito in terreno positivo: Aicardi, in costante crescita, conquista un rigore e Gallo non perdona. Presciutti fa 2-0 su una paperissima del portiere Lopez Lozano che esce fino a sei metri a caccia di farfalle e spalancia la porta. Altro rigore per l'Italia e Figlioli saetta in rete: 3-0. Intanto SuperTempesti continua ad annichilire i tiratori spagnoli. Alle tre reti in sequenza di Premus, gran partita la sua, rispondono due volte Minguell in superioprità e una bordata di Molina. Il tempo si chiude sul 6-3. La Spagna, afflitta da un Garcia inesistente e dalla coppia Molina-Perrone a corrente alternata, cerca di avvicinarsi con Espanol, ma è tutto vano: Gallo mette dentro in diagonale il gol del 7-4, Aicardi, assist di Gallo, doppia gli spagnoli: 8-4. Non c'è più niente da fare quando Aicardi scaraventa in rete il 9-4. E Tempesti continua a dire no a tutto e a tutti. Una piovra della pallanuoto, emulo del grande Lev Yashin, indimenticato portiere della vecchia Urss. E' una prodezza balistica di Felugo da distanza siderale a chiudere la partita. Ora sotto con la resuscitata Ungheria. Match vietato ai deboli di cuore.
Le altre. La Croazia ha chiuso il primo capitolo di Londra 2012 con una passeggiata di salute contro il simpatico ma modesto (portiere Maximov a parte) Kazakistan. Rudic si è presentato ai Giochi con una squadra al top della forma, incisiva in attacco (50 reti), ma sopratutto organizzatissima e impenetrabile in difesa (33), la meno battuta del torneo. La classe di Boskovic e Barac; la potenza di Hinic e Dobud (5 gol con il Kazakistan), la forza di Buric, Buslje e Jokovic; la rapidità di esecuzione di Sukno e Obradovic, fanno del team croato un serio pretendente all'oro, Serbia permettendo ovviamente. Unico neo nel suo percorso, il punto sottratto alla Spagna (gol di Perez allo scadere) grazie ad una pervicace svista di Margeta.
Tra Grecia e Australia era in palio il passaggio del turno, mica poco. Le due squadre si sono presentate alla sfida della vita divise da un punto: ellenici a quota 3 (vittoria sul Kazakistan e pareggio con l'Italia), gli aussie con i due punticini racimolati con i kazaki. Sono passati gli australiani con una vittoria assai limpida, addirittura esagerata sul piano numerico (13-8), del gioco e della tenuta mentale. Hanno prevalso ritmo, determinazione e forza fisica degli australiani, ma la squadra di Andric, apparsa a tratti insopportabile e indifferente, ci ha messo molto del suo per uscire senza alibi dall'Olimpiade. Lontanissima parente della squadra che aveva imposto il pareggio al Settebello.
La Serbia ha chiuso il girone a briglia sciolta (12-4) contro la rassegnata Romania, ormai fuori (in tutti i sensi) dai giochi che contano. Da segnalare le doppiette di Prlainovic, Udovicic e Mitrovic, la tripletta di Nikic, oltre all'ottima prestazione di Soro, sempre più sicuro tra i pali. Il percorso del dream team di Dejan Udovicic è ben fotografato dai numeri: quattro vittorie (Ungheria, Gran Bretagna, Stati Uniti, Romania) un pareggio, nella epica sfida con il Montenegro, 69 reti fatte, 38 subìte, Prlainovic capocacconiere con 18 reti. Attacco micidiale, difesa ermetica con un Soro ad altissimo livello, forse mezzo punto sopra Tempesti, almeno in questa prima fase. Contro l'Australia non dovrebbero esserci problemi per entrare in zona medaglie.
Solo il Montenegro ha tenuto testa ai serbi, impresa non da poco dopo il brutto scivolone all'esordio contro gli Stati Uniti: 3 vittorie (Ungheria, Romania, Gran Bretagna), un pareggio e una sconfitta, 41 reti all'attivo, 37 al passivo. Una scampagnata, con tutto il rispetto, il match con la Gran Bretagna (13-4). Tanti gol e triplette di Zlokovic e Radovic.
L'Ungheria, grande incognita nella prima parte del torneo del torneo, ha ritrovato se stessa al punto giusto e al momento giusto. Kemeny non poteva e non voleva rassegnarsi al quarto posto e alle forche caudine della Croazia. Lo hanno capito anche i suoi "generali" da Madaras a Tamas Varga, da Biros a Kasas e Szivos. Bisognava soprattutto sistemare la difesa, al resto hanno pensato i suoi cecchini e ritrovati sincronismi nelle superiorità numeriche con giocate d'alta scuola e dialoghi al volo disegnati con il compasso. E, si sa, quando l'Ungheria comincia a girare, allora la situazione si fa seria per tutti. Lo hanno sperimentato, a proprie spese, gli Stati Uniti, tramortiti da un micidiale 11-6. Chiuso il secondo parziale sul 6-1, dopo aver tenuto il campo nel primo tempo sotto di un solo gol, ci voleva un miracolo per raddrizzare il match. Ora l'Ungheria , 65 gol fatti, miglior attacco fin qui, 52 al passivo, torna a fare paura.