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"Giorni fa appena alzato da letto una bella sorpresa mi attendeva: la neve. Cadeva piano piano a forma di bei fiocchetti che sembravano farfalle. Qualche alito di vento un po' birbaccione sballottava quelle candide farfalle in alto, in basso finché si posavano in terra". Pier Lorenzo Stagno descrisse quella nevicata, vista dalla sua amata casa di Pieve Alta, quando frequentava le scuole medie. Era il 1943.
Quel racconto, insieme a quelli dedicati a mamma Serafina, alle tre sorelle, sul bombardamento di Sori, sul suo descriversi con cronistica precisione ("Eccomi: sono un ragazzo di 11 anni e mi chiamo Pier Lorenzo Stagno. Sono di statura abbastanza alta, ho i capelli e gli occhi castani..."), lo aveva scritto in un quaderno di scuola che Maurizio e Emanuela, i suoi figli, hanno scovato nella cantina di una cugina. E fa parte del libro "Una vita...tante storie" dedicato a Pier Lorenzo Stagno, il giornalista sportivo (e non solo), prestigiosa firma della pallanuoto, scomparso nell'agosto di due anni fa: 240 pagine dense di cammei di vita familiare, storie, aneddoti, ricordi di amici e colleghi dei tempi del Secolo XIX (Sergio Paglieri, Sandro Grimaldi, Giuliano Crisalli, Luciano Angelini) e dell'indimenticabile avventura di Tivuesse (Federico Buffoni, Daniela Ghia, Pietro Frattari), testimonianze di personaggi incontrati nel corso della vita professionale e poi capaci di conquistarne la stima e la fiducia da Eraldo Pizzo a Claudio Nassi, da Enzo Battara al professor Odaglia, da Gianni Lonzi a Lorenzo Ravina.
Il libro ci riporta un Pier Lorenzo Stagno a tutto tondo, racconta e scandisce le tappe della sua vita: i primi "pezzi" di quel quaderno a righe con la scrittura fitta fitta, l'arrivo al "suo" Secolo XIX, i servizi da inviato speciale alle tragiche Olimpiadi di Monaco, le inchieste e i reportage sulla pallanuoto, sulle imprese della Pro Recco e di Eraldo Pizzo, che deve alla fantasia di Pier Lorenzo il soprannome di "Caimano" che ancora lo accompagna nelle piscine di tutto il mondo, le radiocronache degli spareggi-salvezza del Genoa nel 1968, anticipatrici di un nuovo modo di fare cronaca calcistica alla radio, i servizi mai di parte su Genoa e Sampdoria, la sua scuola di giornalismo alla guida della eterogenea e garibaldina redazione sportiva di Tivuesse con l'indimenticato Beppe Barnao, i resoconti sui protagonisti del pugilato.
Sono in tanti, nel libro, a raccontarcelo, a descrivercelo in tempi e momenti diversi, con angolature, sentimenti, esperienze, complicità diverse. Un libro bello e intenso. Un ricordo ma anche un grande racconto, non una semplice celebrazione. Un omaggio al rigore, alla serietà e all'esempio che Piero Lorenzo Stagno ha sempre mostrato nello svolgere il non facile mestiere di giornalista.