Tecnica del Nuoto.
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50 STILE LIBERO DONNE
Le nuotatrici europee hanno vinto questa gara nelle ultime tre edizioni dei Giochi. L’Olanda e la Germania, se si considera anche il titolo vinto dalla tedesca della DDR Kristin OTTO nel 1988, sono le due nazioni più vittoriose, con due ori per parte nelle sei edizioni delle Olimpiadi in cui è stata disputata questa gara, che è entrata nel programma olimpico solo nel 1988.La favorita qui a Londra è ancora una volta Ranomi KROMOWIDJOJO, ieri laureatasi campionessa olimpica dei 100 stile libero. L’olandese guida le graduatorie del 2012 con il tempo di 24.10, realizzato in aprile ad Eindhoven.
Nelle batterie del mattino fa finalmente la sua comparsa la campionessa del mondo della distanza, la svedese Therese ALSHAMMAR, di cui si era temuta la rinuncia per infortunio. Il tempo di accesso alle semifinali risulta essere 25.28, migliore del livello di Shanghai 2011 (25.34). poiché ben tre atlete realizzano il sedicesimo tempo, si rende necessario uno spareggio che coinvolge l’islandese Sarah Blake BATEMAN e le seconde velociste di USA e Gran Bretagna, Kara-Lynn JOYCE e Amy SMITH, che si impone in 24.82!. Oltre a lei, altre undici nuotatrici si portano da subito al di sotto dei 25 secondi. Come termine di paragone della durezza di questa gara ricordiamo che a Shanghai l’ultimo tempo utile per guadagnare la finale fu 25.05. La campionessa olimpica di Pechino e primatista mondiale (23.73), la tedesca Britta STEFFEN, all’ultima spiaggia per dare un senso a questa sua finora impalpabile partecipazione, nuota in 24.70 e riaccende le speranze di medaglia della sua squadra.
Guida la lista delle sedici migliori Ranomi KROMOWIDJOJO con 24.51, davanti alla connazionale Marleen VELDHUIS (24.57) e all’idolo locale Francesca HALSALL (24.61). L’azzurra Erica FERRAIOLI è 32esima con 25.69, fallendo di un decimo il personale stagionale (25.59).
1500 STILE LIBERO UOMINI
In questa gara non ci sono alternative per l’oro al cinese Yang SUN, primatista e campione del mondo in carica, che è atteso ad un possibile ritocco del primato del mondo nella finale di domani. Gli sfidanti più pericolosi sono indubbiamente il canadese Ryan COCHRANE, medaglia d’argento olimpica e mondiale e il coreano Tae-HWAN PARK, secondo performer stagionale con 14:47.38, a dispetto degli scarsi risultati finora ottenuti su questa distanza nelle grandi manifestazioni internazionali. Va tuttavia considerato come una autentica mina vagante il tunisino Oussama MELLOULI, campione olimpico nel 2008 e favorito della 10km in acque aperte. L’africano, dopo i modesti riscontri della stagione 2011, quest’anno è rimasto al coperto e si presenta con un ingannevole quarantaseiesimo tempo (15:16.60). Molti i giovani interessanti in acqua con ambizioni da finale. Tra questi i due rappresentanti statunitensi Andrew GEMMELL (14.52.19) e CONNOR JAEGER (14.52.51), che detengono rispettivamente il quarto e quinto miglior tempo stagionale, ma anche i due diciottenni junior azzurri, il campione europeo assoluto Gregorio PALTRINIERI (14.48.92) e quello junior Gabriele DETTI (15:02.87), rispettivamente 3° e 15° nel 2012. Nel mondiale cinese 2011, l’ottavo tempo di accesso alle finali fu nuotato dal nostro Samuel PIZZETTI in 14:58.30. Oggi per rientrare in finale si è reso necessario nuotare in un tempo quasi analogo (14.57.59).
PALTRINIERI suscita una grande impressione dominando la prima batteria in 14:50.11. Più che discreta anche la prova di DETTI, che precede molti atleti accreditati di tempi assai migliori del suo, completando la sua esperienza olimpica con un positivo 13° posto, in 15:06.22, seconda prestazione di sempre in carriera.
Tra i nuotatori che erano attesi all’appuntamento della finale di sabato pomeriggio, escono a sorpresa ottimi specialisti come lo statunitense Andrew GEMMELL e l’ungherese Gergo KISS, medaglia di bronzo a Shanghai nel 2011.
Il miglior tempo del turno è naturalmente di Yang SUN che domina con un 14:43.25 ottenuto con una facilità estrema. Con una gara strategicamente perfetta lo segue il temuto Oussama MELLOULI (14:46.23), mentre Ryan COCHRANE, sistematicamente presente sul podio olimpico e mondiale dal 2008, è terzo in 14:49.31 davanti a PALTRINIERI (14:50.11).
4x100 MISTA DONNE
Tre sole nazioni hanno vinto titoli olimpici nelle tredici edizioni in cui questa gara è stata disputata, la prima volta a Roma nel 1960, ai Giochi Olimpici: gli Stati Uniti, che hanno messo insieme sette successi; l’Australia e la DDR con tre a testa. Una chiara dimostrazione della relazione del successo in questa staffetta con la supremazia in campo mondiale. L’Australia ha vinto l’oro nelle ultime due edizioni, ma l’infernale macchina da guerra statunitense, forte nelle prime tre frazioni di Melissa FRANKLIN, REBECCA SONI e Dana VOLLMER dovrebbe costruire un vantaggio adeguato perché Jessicah HARDY o Allison SCHMITT possano respingere il ritorno nello stile libero di Melanie SCHLANGER. La Cina potrebbe fare da terzo incomodo, vista la capacità di esaltazione delle qualità individuali spesso dimostrata nelle prove di squadra. Non del tutto escluso dalla lotta per il terzo gradino del podio il Giappone. Intanto passano tutte le formazioni più accreditate, esclusa la Germania. In testa è l’Australia (3:55.42), che scalda il quartetto titolare fin dal turno eliminatorio. Le azzurre, con una formazione costituita da Arianna BARBIERI, Michela GUZZETTI, Ilaria BIANCHI e Federica PELLEGRINI, potevano centrare la qualificazione solo nuotando in meno di 3:59.57, tempo messo a segno dalla Russia, ottava delle batterie. Per farlo era necessaria un’esaltazione agonistica che le portasse a ripetere tutte contemporaneamente le prestazioni realizzate qui a Londra, in gara individuale o in staffetta, migliorandole per effetto dei cambi. Non è avvenuto e la squadra ha concluso in undicesima posizione, in 4:02.20, mancando di 28/100 di secondo il record italiano (4:01.92) che diede all’ITALIA l’argento di Budapest.
Matt GREAVERS, Brendan HANSEN, Michael PHELPS e Nathan ADRIAN, tre campioni ed un bronzo olimpico. Questo l’incredibile potenziale del quartetto nordamericano che vedremo in acqua nel pomeriggio di sabato. Gli USA in sede olimpica hanno vinto la medaglia d’oro in dodici delle tredici edizioni in cui la gara è stata disputata a partire dal 1960, lasciando all’Australia il titolo del 1980, quando boicottarono le Olimpiadi di Mosca. Australia e Giappone, ma sulla forma del momento anche il Sud Africa, sembrano le nazioni più attrezzate per i restanti posti sul podio. L’ITALIA campione d’Europa schiera Mirco DI TORA; Fabio SCOZZOLI, Matteo RIVOLTA e Luca DOTTO, per riconfermare la finale di Pechino e forse qualcosa di più, anche per avvicinarsi al podio il compito diventerebbe assai duro, per la presenza di squadre super attrezzate come Francia, Germania, Gran Bretagna, Brasile e Nuova Zelanda. A Shanghai il livello per entrare in finale fu un modestissimo 3:36.19. Oggi diventa necessario 3:34.46. Gli azzurri, campioni d’Europa a Debrecen con 3:32.80, un tempo che fatto qui a Londra avrebbe garantito il secondo posto del turno eliminatorio, non ci sono, a causa di una prestazione collettiva inspiegabilmente inadeguata, stando anche ai riscontri fatti segnare nelle gare individuali dei giorni scorsi. Tantissimi rimpianti, perché l’eliminazione di Francia , Russia, Sud Africa e Brasile a favore di nazionali sulla carta più deboli o nettamente battute a Budapest avrebbe potuto aprire la strada al sogno.