Tecnica del Nuoto.
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Alla conclusione dell’ottava ed ultima giornata di finale all’Aquatics Centre di Londra i primati del mondo migliorati sono nove, perché Yang SUN (14:31.02) e la staffetta 4x100 mista femminile statunitense (3:52.05) impreziosiscono le loro vittorie anche con il record del mondo. In una giornata in cui, per la prima volta in questa pazza Olimpiade, tutti i favoriti si impongono sia a livello individuale, sia a livello di squadra, cade anche il record olimpico dei 50 stile libero femminili, che Ranomi KROMOWIDJOJO porta a 24.05. L’olandese è - con Melissa FRANKLIN e Shiwen YE, che però hanno anche migliorato un primato del mondo individuale a testa, rispettivamente nei 200 dorso e nei 200 misti - la terza nuotatrice a conquistare due titoli olimpici a Londra.
In campo maschile SUN condivide con il solo Michael PHELPS il merito di aver vinto due ori olimpici individuali, per di più anche lui migliorando un record del mondo individuale (1500 stile libero). Un’impresa questa volta non riuscita al leggendario atleta statunitense, che ha conquistato nella 4x100 mista maschile, la sua ultima gara ai Giochi Olimpici, la ventiduesima medaglia olimpica di una carriera che non ha eguali in nessuna disciplina sportiva.
Gli Stati Uniti hanno realizzato in vasca un’Olimpiade memorabile, anche perché supportati da Michael PHELPS, Ryan LOCHTE e anche da Rebecca SONI, su livelli altissimi ma non massimi, che per loro sono quelli dell’invincibilità.
Questi tre fenomeni, sulla base dei riscontri di Pechino 2008 e Roma 2009 (PHELPS) e di Shanghai 2011 (LOCHTE e SONI) potevano blindare in partenza sette gare maschili e due femminili, tenuto conto che PHELPS e LOCHTE, in acqua il primo in quattro gare ed i secondo in cinque, si scontravano nei 200 e 400 misti. Ne hanno vinte in realtà ….solo…sei (!), ma una, i 200 dorso maschili, è stata recuperata agli USA da Tyler CLARY.
Al di là di questi fenomeni, e della conferma di una grandiosa Dana VOLLMER (oro olimpico e primato del mondo), la squadra USA ha proposto cinque nuovi campioni olimpici individuali in Melissa FRANKLIN, Allison SCHMITT, Kathleen LEDECKY, Nathan ADRIAN e Tyler CLARY. Sono quindi arrivate 16 medaglie d’oro su un totale di 32 possibili, pari al 50% di quelle assegnate (!). A queste se ne sono aggiunte altre 8 d’argento e 6 di bronzo. Un totale di 30, che lascia a distanza siderale la fortissima Cina di Londra, seconda nel medagliere con 5 ori e 10 medaglie complessive. Ancora più lontana Francia, terza con 4 ori e 7 podi.
I criteri, che nel medagliere privilegiano su tutto il numero di ori per determinarne la classifica, non rendono il giusto merito né all’Australia, che ha lasciato per strada due ori nella velocità maschile in cui era strafavorita, né al Giappone, secondo quanto a numero totale di medaglie (11), ma senza ori, e dunque preceduto nel medagliere anche dalla Lituania di Ruta MEILUTYTE.
Questa formidabile quindicenne è il simbolo di una rivoluzione generazionale che ha portato al vertice giovanissime protagoniste e protagonisti di varie nazioni. Oltre a lei pensiamo a Shiwen YE, alla FRANKLIN, alla LEDECKY e, fra gli uomini, a Tyler CLARY, Yannnick AGNEL, Chad LE CLOS e Florent MANAUDOU.
Questa rivoluzione ha messo in crisi anche le star più luminose dell’ultimo quadriennio, Federica PELLEGRINI e Cesar CIELO, i soli con PHELPS ad essere in corsa con una vittoria olimpica a Londra per il “grande slam”, avendo realizzato tra il 2008 ed il 2011 il “piccolo slam” costituito dal titolo olimpico 2008 e da i due dei mondiali 2009 e 2011: la prima nei 200 stile libero ed il secondo nei 50 stile libero. Ma in crisi sono andati, a livelli vari, anche altri grandi protagonisti, che citiamo sommariamente perché la lista è molto più lunga, come le olimpioniche Rebecca ADLINGTON (che comunque ha vinto due bronzi), Britta STEFFEN, Zige LIU, Kirsty COVENTRY, Leslie JONES, Natalie COUGHLIN, Stephanie RICE e, tra i maschi, Kosuke KITAJIMA, Eamon SULLIVAN, Laszlo CSEH, Paul BIEDERMANN, mentre la luce di Elisabeth TRICKETT e Kate ZIEGLER, già affievolitasi negli ultimi anni, si è forse spenta definitivamente come quella di Laure MANAUDOU.
Quanto a Londra, a nostro avviso, i migliori nuotatori in assoluto dei due settori, vanno considerati Yang SUN tra gli uomini e Shiwen YE, appaiata con Melissa FRANKLIN, tra le donne. Nei prossimi giorni proveremo a giustificare il perché di questa opinione.
Cronaca delle Finali
50 STILE LIBERO DONNE
L’olandese Ranomi KROMOWIDJOJO conquista il suo secondo oro olimpico individuale dopo quello dei 100 stile libero ed è la quarta nuotatrice a siglare questa doppietta, riuscita nel 2008 a Britta STEFFEN a Pechino, nel 200 ad Inge DE BRUIN a Sydney e nel 1988 a Kristin OTTO a Seoul. Vince infatti la finale con il tempo di 24.05, miglior prestazione mondiale stagionale e nuovo record olimpico. La contrasta allo spasimo, non cedendo nulla se non in partenza, la bielorussa Alexandra HERASIMENIA, che conquista l’argento in 24.28, seconda miglior prestazione stagionale e undicesima all time. Per la seconda volta nella storia delle Olimpiadi di nuoto, due nuotatrici vincono oro ed argento nei 50 e 100 stile libero nella stessa edizione dei Giochi: l’altra fu a Sydney 2000, dove fu identico anche il bronzo delle due gare grazie a Dara TORRES, con Inge De BRUYN e Therese ALSHAMMAR rispettivamente prima e seconda. Il terzo posto a Londra è di Marlene VELDHUIS in 24.38, di poco superiore al personale stagionale di 24.32. L’olandese Britta STEFFEN, campionessa olimpica di Pechino e primatista mondiale, quarta in 24.46, piazzamento con il quale lei naufraga l’ultima speranza di medaglia della Germania. Francesca HALSALL, seconda miglior perfomer del 2012 con 24.13, è solo quinta in 24.47, schiacciata anche lei, come praticamente tutto lo squadrone britannico, dalla responsabilità di battersi di fronte al pubblico amico. La sfortunata campionessa del mondo Theresa ALSHAMMAR, di cui abbiamo ricordato i problemi fisici in vicinanza dei Giochi, realizza il sesto tempo in 24.61, concludendo con un’altra finale la quarta olimpiade consecutiva di una carriera memorabile. L’Olanda diviene, con tre ori ed un bronzo, la nazione più vittoriosa in questa distanza di gara, nella quale in sede olimpica si sono imposte solo nuotatrici di quattro nazioni: Olanda, Germania (DDR inclusa), Cina e Stati Uniti.
1500 STILE LIBERO UOMINI
Yang SUN cade in acqua solitario alla partenza, ma lo starter si accusa di errore tecnico e lo riammette in gara. È una fortuna per il grande nuotatore cinese, che già si vedeva escluso dalla possibilità di realizzare il suo secondo sogno olimpico. È una fortuna anche per gli appassionati di nuoto, perché il cinese reagisce offrendo un magnifico spettacolo di tecnica e di sostanza, realizzando il nuovo primato del mondo con il tempo di 14:31.02, suggellato da una media di ventisei cicli di bracciata per vasca e da un fantastica chiusura nei 100 metri finali, percorsi in 53.49!. Superato di oltre tre secondi il precedente limite, stabilito dallo stesso SUN nella finale mondiale dello scorso anno a Shanghai in 14:34.14. Questo è naturalmente il primo oro olimpico per la Cina ed il terzo per l’Asia in questa distanza di gara, nella quale il Giappone dominò negli anni trenta la scena mondiale con le vittorie olimpiche di Noboru TERADA nel 1932 e di Kusuo KITAMURA nel 1936. Un dominio esteso anche dopo la seconda Guerra Mondiale, ma non certificato nelle Olimpiadi di Londra del 1948, perché il Giappone, che detenne ininterrottamente il primato del mondo dal 1938 al 1956, non fu ammesso a quei i Giochi. La supremazia giapponese ebbe termine durante i Giochi Olimpici di Melbourne, nei quali lo statunitense George BREEN cancellò il record di uno dei miti della storia del nuoto, Hironoshin FURUHASHI, soprannominato per la straordinaria qualità del suo nuoto”il pesce volante. L’Europa ha vinto il suo ultimo oro nei 1500 nel 1988 con la “locomotiva umana” Vladimir SALNIKOV, primo al mondo ad infrangere la barriera dei 15:00.0. Gli Stati Uniti (sette titoli olimpici) non vincono a loro volta questa gara dal 1984 e non l’avrebbero vinta nemmeno allora, se il blocco dell’Est non avesse boicottato i Giochi, impedendo allo stesso SALNIKOV di essere in gara. L’Australia, la nazione più vittoriosa della storia olimpica dei 1500 con otto ori, non ha avuto a Londra neppure un atleta in finale, come già l’anno scorso a Shanghai. Negli ultimi cinquanta anni sono saliti sul podio olimpico atleti di solo otto nazioni: Australia, USA, Russia, Tunisia, Canada, Gran Bretagna, Germania e ora Cina.