Nuoto | Berlino 2014 Di Sidney 2000 ricordo ogni giornata, ogni gara, ogni singola bracciata.
Ricordo come se fosse ieri la doppietta di Domenico Fioravanti nella rana, Massimiliano Rosolino che vinceva i 200 misti e insidiava Ian Thorpe nello stile libero, e poi Davide Rummolo, Emiliano Brembilla, Alessio Boggiatto.
E, più prosaicamente, ricordo le code di bambini che, nel settembre successivo, scalpitavano per iscriversi a un corso di nuoto. In più di un occasione ho sostenuto che il nuoto italiano dovrebbe istituire un vitalizio per questa generazione di campioni che hanno portato in piscina centinaia di migliaia di italiani.
Con buona pace dei più autorevoli commentatori, nei dieci anni successivi, nonostante una sovraesposizione mediatica fatta di isole dei famosi, sanremi, gossip più o meno pecorecci, un boom del genere non si è più verificato: il movimento ha tenuto le posizioni e, complice la crisi, in molte realtà vive una sofferenza fatta di abbandoni o, quando va bene, di corsi monosettimanali (un'autentica bomba a orologeria che, in prospettiva, rischia di essere devastante anche in chiave agonistica).
Non ci si può quindi che rallegrare dell'avvento sul palcoscenico internazionale di Gregorio Paltrinieri: un campione all'antica, simpatico senza essere sfrontato, vincente senza diventare presuntuoso: se saprà resistere alle sirene della mondanità potrebbe essere davvero l'uomo giusto per far re-innamorare del nuoto quegli italiani che non si fanno ammaliare da un lifestyle da calciatori.
(immagine ©Federnuoto)