Direttore Responsabile: Camillo Cametti

Nuoto

Intervista

Butini verso Herning

Da un incontro di qualche giorno fa con il DT Cesare Butini siamo riusciti a conoscere qualcosa in più sulla gestione delle squadre azzurre e sulla loro costruzione...

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Butini

Il nuoto, richiede “sacrificio e tranquillità, ma anche tanta voglia e determinazione”. Ecco la “ricetta” di Cesare Butini per costruire un grande gruppo che possa puntare a obiettivi importanti. Criticato per le ultime scelte in vista dei campionati europei di nuoto in vasca corta, in programma a Herning, pronto a chiarire i criteri relativi a queste ultime scelte, il direttore tecnico della nazionale azzurra racconta, proprio alla vigilia di questo importante appuntamento invernale, programmi e progetti del gruppo, con un occhio di riguardo ai giovani, pedina fondamentale per una squadra che deve essere pronta al confronto ad alto livello. Gli ingredienti per una prestazione di altissimo livello sono chiari e per Butini è necessario, adesso, che tutti “acquisiscano un po’ più di consapevolezza” in questa direzione.

 

Da poco più di un anno nel ruolo di direttore tecnico, un primo bilancio?

“Allenare una nazionale importante, a livello di visibilità e prestigio nazionale e internazionale, come quella del nuoto azzurro,  vuol dire aiutare e supportare tutto il movimento nazionale. Questo avviene attraverso la condivisione e il rispetto dei ruoli con società e tecnici che si impegnano quotidianamente e sono fondamentali per l’allenamento e la crescita dei giovani e dei talenti in modo particolare. Da direttore tecnico penso molto ai giovani e ritengo che bisogni creare una sinergia consolidata perché penso che le squadre giovanili devono essere funzionali alla nazionale assoluta”.

 

Cosa è cambiato e sta cambiando?

“Abbiamo cercato di cambiare un po’ l’indirizzo vista la necessità di confrontarci con tutti i tecnici sociali, e  vogliamo cercare di valorizzare non solo l’aspetto tecnico ma anche la gestione di gara degli atleti. In questo siamo ancora molto indietro: la tecnica è sì considerata ma non gli viene dato il giusto valore e soprattutto nella gestione tecnica durante le gare dobbiamo migliorare molto”.

 

Anche in questa direzione state portando avanti un importante progetto.

“Abbiamo avuto parecchi incontri con i tecnici sociali e stiamo cercando di creare filo diretto con loro. Per questo quest'anno abbiamo istituito il progetto ‘Controllo Alta Prestazione’ che ha come obiettivo finale Rio 2016 e prevede atleti diciamo "elite e atleti funzionali per le staffette 4x100 stile, 4x100 mista maschili e 4x200 femminile, dove già esiste la possibilità concreta di qualificarci in una finale mondiale. Ovviamente non trascuriamo altre possibilità ma il progetto prevede proprio che i tecnici ci indichino quali sono i programmi e gli obiettivi intermedi anno per anno per arrivare a obiettivi comuni. Diciamo che si tratta di un progetto individualizzato calato in quello della Federazione. Non è facile tenere sotto costante osservazione tutto il movimento: c’è bisogno di tanta collaborazione e disponibilità massima”.

 

Nell’ambito della gestione degli atleti è fondamentale anche l’aspetto extra-tecnico.

“Certo l’allenatore è chiamato a una funzione un pochino più allargata: soprattutto gli atleti più importanti sono coinvolti  in situazioni extranatatorie che gli portano anche visibilità e guadagni. Il tecnico deve essere in grado di gestire anche questo aspetto che, comunque, incide sull’allenamento. Inoltre è fondamentale anche la gestione della gara, dove un po’ lacunosi non tanto dal punto di vista tattico, ma nella gestione delle manifestazioni lunghe. Non è un problema di natura metodologica o fisiologica, ma di abitudine a mantenere alto il livello di attenzione per un periodo lungo come Mondiale, Europeo e Olimpiade: competizioni che possono anche prevedere che si gareggi all’inizio e poi direttamente l’ultimo giorno”.

 

Fondamentale, poi, anche il confronto con l’estero: sempre più spesso si paragonano le prestazioni dell’Italia con quelle di altre nazionali di un certo livello.

“Purtroppo con i media il rapporto non ottimale perché c'è una cultura che tende purtroppo a "demonizzare" e un atteggiamento, tipicamente italiano, all’esterofila: tutto quello che accade all’estero è meglio. Ovvio che dobbiamo confrontarci con quello che c'è fuori e l'abbiamo sempre fatto. Siamo sempre disposti ad aprirci a esperienze diverse ma devono essere disposti ad aprirsi sono anche i nostri atleti cambiando un po’ atteggiamento e acquisendo maggiore consapevolezza sugli ingredienti dell'altissima prestazione.  Al momento, comunque, stiamo lavorando per fare un collegiale in Giappone, e un progetto di scambio con Charlotte. Vogliamo aprirci ma si tratta di scelte difficili da portare avanti quando non si ha il supporto del gruppo”.

 

E proprio sulle scelte fatte arrivano sempre le critiche più pesanti.

“Le scelte non sono mai facili, perché significa sempre sacrificare qualcuno e so bene che le ultime decisioni prese per gli Europei hanno suscitato un po' di malcontento: noi cerchiamo sempre di coniugare l'alta qualità con la crescita dei giovani quindi è chiaro che si vengano a creare determinate situazioni. Il mio metodo è un po’ ‘democratico’: ho le mie convinzioni che cerco di condividere con il gruppo che mi supporta, e su questo le scelte condivise insieme, non imposte, si ragiona. Pur essendo tutte difficili sono scelte che vanno fatte con consapevolezza. Nel caso specifico abbiamo utilizzato un criterio che ci permettesse di allargare un pochino la squadra cercando di creare sempre situazioni di crescita per i ragazzi. Abbiamo cercato la qualità senza restare chiusi e ottusi: mi dispiace aver lasciato a casa alcuni atleti, ma serviva un criterio”.

 

Tornando al discorso estero, sempre più spesso si parla anche da noi di Trials.

“Dobbiamo essere aperti e pronti a confrontarci con altre realtà ma non possiamo pensare di poter semplicemente calare tutto quello che fanno le altre nazioni nel nostro contesto. Siamo una nazione particolare, non abbiamo il movimento statunitense che può permettersi un Trials secco a piazzamento. Per questo spesso facciamo un Trials misto che prevede un tempo limite, o trials a piazzamento. Non abbiamo un movimento di qualità che ci permette di portare a una manifestazione mondiale o olimpica i primi di ogni gara, cosa che invece facciamo a livello europeo. In vista di Berlino 2014 faremo un trials e il primo andrà sicuramente all’Europeo. A seconda del tipo di competizione possiamo procedere a piazzamento o a tempo”.

 

Dunque pronti all’appuntamento di Herning sperando di mettere da parte le critiche.

Abbiamo fissato un tempo limite che era il 16/o posto di Barcellona equiparato per Universiadi e Mondiali Juniores. Poi abbiamo dato completamento di squadra durante il Trofeo di Viareggio. Vogliamo che gli atleti siano sempre in condizione di nuotare in modo corretto e abbiamo comunque mantenuto gli Assoluti invernali dopo l’Europeo, perché in vista di Rio vogliamo monitorare la crescita con tappe ben cadenzate e vogliamo vedere cosa succede in vasca lunga. Questo ci permetterà di fare il punto a dicembre di ogni anno del nostro movimento”.

 

Un inverno intenso, dunque, per il nuoto azzurro.

“Adesso dobbiamo cercare di dare un grosso supporto in chiave sia per gli allenamenti che per la preparazione al nostro "zoccolo duro" di atleti. Torneremo in altura anche con i velocisti e con le ragazze della 4x200 e abbineremo anche l’utilizzo della competizione come momento di crescita e di verifica oltre che di cammino verso l'appuntamento più importante. Abbineremo sempre la preparazione e la gara. E siamo pronti a far crescere tanti giovani perché dobbiamo rifondare: ad esempio, per la 4x200 maschile che ci ha dato tante soddisfazioni e che purtroppo in questo momento non gode di ottima salute. Proprio su questo abbiamo due giovani come D'Arrigo e Di Fabio sui quali puntare e lo stesso Alex Di Giorgio che quest'anno ha fatto una scelta importante trasferendosi a Verona ad allenarsi con Federica Pellegrini e siamo sicuri che la sua motivazione sia alta. Questi atleti verranno inseriti in progetti che gli daranno la possibilità di confrontarsi ad alto livello e li supporteremo nella loro crescita".

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