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Nuoto

Intervista a Giorgia Biondani

Giorgia Biondani, una crescita senza paragoni

La missione di riportare competitività nella velocità azzurra al femminile, la vede in prima fila tra le candidate ideali. Giorgia Biondani, veronese di 16 anni, sta crescendo in fretta.

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Giorgia Biondani

Giovane, anzi, giovanissima. Va veloce in vasca, senza avere fretta di bruciare le tappe. Questa è Giorgia Biondani: è stata lei la più “piccola” italiana in gara agli Europei in vasca corta di Herning. La veronese classe 1997 ha debuttato così, nel dicembre scorso, tra le big del nuoto internazionale. Ottenuti in Danimarca i cosiddetti risultati “per fare esperienza”, Giorgia punta a inserirsi stabilmente nella Nazionale maggiore. L’atleta in forza alla Leosport Villafranca sta gradualmente confermando le attese che la vedono, ormai da un paio d’anni, essere una grande speranza per la velocità femminile. Specialità troppo tempo orfana di azzurre al top in campo estero.

Accostata alla prima Federica Pellegrini, vuoi perché corregionale dell’olimpionica e vuoi per un percorso simile, per un inizio di carriera comune nelle distanze brevi. La 16enne di Sona (Verona) si sente lusingata per i paragoni, ma ammette che sono esagerati. Probabilmente ha ragione ma, in effetti, la Biondani ha battuto per la prima volta i record giovanili (di durata decennale) di Fede nelle distanze più brevi.

La ragazza allenata da Riccardo Wenter e Alberto Burlina è una vera specialista dei 50 stile libero, distanza nella quale ha sfiorato il record italiano assoluto nell’agosto scorso: è scesa fino a 25’’24 (attuale primato italiano Juniores) agli ultimi Italiani di categoria. Tempo superiore di appena 6 centesimi rispetto all’unico record mai abbattuto nell’era del poliuretano, realizzato nel 2006 da Cristina Chiuso.

I 50 stile libero, però, non sono l’unica sua specialità. Buoni risultati anche nei 50 farfalla e nei 100 sl. I suoi obiettivi di crescita sembrano naturali. Parleremo di Giorgia Biondani nel 2014 e oltre? L’augurio è quello. L’exploit definitivo, oltre all’azzurro tra i big, è proseguito nel 2013 con la sua prima medaglia europea Juniores (bronzo nei 50 sl), poi con un podio ai Mondiali di categoria sfuggitole per soli 4 centesimi e tre medaglie alle Gymnasiadi (argento nei 50 sl, bronzo nei 100 e oro nella staffetta 4x100 mista). Tutte esperienze che le hanno dato più forza. Tant’è vero che tre mesi dopo (agli Assoluti Invernali) si è guadagnata una prestigiosa medaglia d’argento. Quest’anno, se dovesse confermare la sua crescita, potrebbe puntare a due appuntamenti importanti: gli Europei Senior di Berlino e i Giochi Olimpici giovanili a Nanchino. Se il cronometro glielo consentirà, i tecnici azzurri si troveranno nella situazione di scegliere quale competizione farle affrontare: i due eventi si svolgeranno in periodi quasi contemporanei. Una “scelta” che sarebbe un privilegio, vista l’età della stileliberista veneta.

 

Giorgia, si può dire che sei entrata nel clan azzurro? Con la tua partecipazione al raduno collegiale di inizio 2014 a Ostia, ti puoi considerare  “nel giro” della Nazionale?

«No, non mi voglio ancora definire nel clan azzurro. Questi collegiali insieme alla Nazionale Assoluta mi aiutano senz’altro a conoscere di più il gruppo. Ne ho fatto parte, certo, ma credo sia troppo presto per dire che ne sia un elemento in pianta stabile. Ad ogni modo, sono molto contenta di esser stata chiamata con loro».

 

Si parla da tempo del tuo paragone con Federica Pellegrini. Non è di certo la nuotatrice più facile cui essere paragonata… e si fa da quando avevi 14 anni e battevi i suoi record: ma, in realtà, cosa pensi di quest’accostamento?

«Io ho sempre ammirato Federica, e ho spesso ritenuto una cosa grandiosa quella d’essere paragonata a lei. Ma non è assolutamente una cosa "corretta": lei, alla mia età, andava sì forte come me nella velocità. Ma con la piccola differenza che intanto partecipava alle Olimpiadi nelle distanze più lunghe. Quindi siamo due nuotatrici diverse: lei è un’atleta immensa. Io non credo che si possa paragonare nessuno a una grande come lei. Ma devo ammettere comunque che l'idea mi rende orgogliosa».

 

Però i paragoni illustri arrivano perché molti ti considerano un talento. Per te che cosa vuol dire “essere un talento”?

«Essere un talento per me significa avere qualcosa in più rispetto agli altri. Non so spiegare bene cosa perché lo trovo difficile da descrivere. Per quanto mi riguarda, sinceramente, mi sento una ragazza normale a cui piace nuotare».

Facendo un piccolo passo indietro. L’anno 2013 è stato magico per te. Hai compiuto un vero e proprio tour de force tra Eurojunior, Mondiali Junior, Gymnasiade ed Europei Seniores….

«Beh, sì. Lo scorso anno ho viaggiato davvero molto. Ma è anche questo uno degli aspetti che mi fanno adorare il nuoto: perche si viaggia moltissimo. Nel caso del mio 2013, ho sempre affrontato le competizioni una alla volta. L’obiettivo era farle tutte bene, ma mantenendo la calma, senza troppo pensare ai risultati o alle medaglie, oppure a dove dovessi andare da lì a due settimane».

Dopo i tuoi ottimi risultati nel 2013, si può dire che abbia inciso anche il fatto di esserti confrontata molte big italiane ed estere. Ti manca poco per essere considerata la punta di diamante della velocità italiana?

«Sinceramente non ho ancora realizzato di poter diventare la prima delle velociste azzurre. C’è la competizione e ho molte avversarie come Silvia Di Pietro, Erika Ferraioli e Ilaria Bianchi. Nonostante la concorrenza, l'obiettivo c'è ed è quello».

 

 

Un preludio, però, è arrivato già a dicembre: sei stata la seconda in Italia sui 50 stile libero. È la distanza che ti ha dato più soddisfazioni. C’è, però, soprattutto da migliorare nei 100?

«Devo dire che con la doppia distanza non ho ancora un bel rapporto, ma ci stiamo lavorando assieme ai miei allenatori. Facciamo le cose con calma, ma preferiamo farle bene».

Il 2014 impone due appuntamenti ai quali sarebbe difficile rinunciare: Europei Senior e Olimpiadi Giovanili. La quasi contemporaneità potrebbe vederti “costretta” a sceglierne una a discapito dell’altra?

«Personalmente mi piacerebbe tornare a gareggiare con i grandi del nuoto. E gli Europei Assoluti mi darebbero questa possibilità. Dopo quelli in vasca corta, vorrei provare a propormi in un contesto così competitivo. Anche in vasca da 50 metri».

Per essere davvero competitiva tra le Seniores, però, ti toccherà di sicuro limare quei 6 centesimi per attaccare il record italiano nei 50: quanto lo vedi alla tua portata?

«Il primato italiano nei 50 è li che mi aspetta. Non ci penso mai prima delle gare, io mi tuffo e do tutto quello che ho. Sono fiduciosa che quando sarà il momento giusto, arriverà!».

Parliamo di scuola e nuoto. È difficile, adesso che il tuo impegno nello sport si va intensificando, conciliare studio, gare e allenamenti?

«Scuola e nuoto non vanno molto d'accordo, ma si prova a conciliare entrambe le cose. Da quest'anno abbiamo iniziato un giorno a settimana con il doppio turno di allenamento. E devo dire che all'inizio non è stata cosi tanto facile. Ma con il passare del tempo mi ci sono abituata».

Hai mai valutato l’eventualità di proseguire gli studi e la carriera agonistica all’estero, come molti tuoi coetanei stanno facendo?

«Si, ho pensato all'idea di studiare e allenarmi all'estero. Senza vantarmi troppo, però, credo che gli allenatori che ho qui siano i migliori e mi trovo bene con loro. Non avrei motivo per cambiare».

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