Tecnica del Nuoto.
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Alice Mizzau va veloce, è una certezza. E vuole puntare sempre più in alto. Può farlo e ne è consapevole. La stileliberista friulana (tesserata per Fiamme Gialle e Team Veneto) di stanza nella Repubblica di San Marino da quattro stagioni, sarà una delle azzurre più quotate in vasca, da domani a domenica, al 51esimo Trofeo Settecolli. La ventunenne che viene da Beano di Codroipo (Udine) allenata da un tecnico esperto come Max Di Mito nella Repubblica del Titano, ha confermato anche nella stagione in corso di essere tra le migliori interpreti dello stile libero italiano. Parlano i numeri per lei: agli ultimi Assoluti Primaverili si è distinta in ben tre distanze con altrettanti primati personali e due pass individuali per gli Europei estivi a Berlino. Nei 100, dove ha conquistato il suo secondo titolo tricolore in carriera (in 54’’99, rompendo per la prima volta il muro dei 55’’) e nei 200 (dove è giunta seconda alle spalle della sola Federica Pellegrini, in 1’57’’53). Stessi piazzamenti nella gara più sorprendente e inedita per lei: i 400. Anche in quell’occasione ha colto un argento col crono di 4’08’’39. Tempo che l’ha fatta entrare nella top 10 stagionale delle più veloci prestazioni europee (così come avvenuto nei 200), non distante dal limite di qualificazione imposto dalla Federazione italiana. Una prestazione, su una distanza entrata nel suo programma solo da pochi mesi, che la mette in condizione di tentare l’assalto per il terzo pass individuale proprio a Roma, al Settecolli ormai incombente. Non sarà facile, vista anche la difficoltà di cercare la finale in una gara che vedrà allo start nuotatrici di alto livello (con le magiare Katinka Hosszu e Boglarka Kapas su tutte, mentre la Pellegrini si dedicherà a dorso e velocità), ma le potenzialità e i progressi dimostrati dalla Mizzau sono più che incoraggianti in quest’ottica.
In chiave Europeo (18-24 agosto a Berlino), la friulana, per molti la possibile erede “diretta” di una campionessa come la Pellegrini (disputano le stesse gare nello stile libero, anche se lei ci tiene a mantenere le distanze da un paragone sicuramente difficile) ha da difendere, e se possibile, migliorare quanto fatto nell’Europeo 2012 in Ungheria. Due anni fa, all’esordio nei Campionati continentali in vasca lunga, conquistò un tris di medaglie nelle tre staffette che disputò (4x100 stile libero di bronzo, 4x200 stile libero d’ oro, e l’argento nella 4x100 mista). Podi che mitigarono la delusione di due quarti posti nelle gare dei 100 e 200 stile libero. Certamente quegli Europei preolimpici “anomali” (si disputarono in maggio e videro numerose rinunce) furono un buon viatico per l’allora 19enne Mizzau. Oggi, grazie all’esperienza acquisita con le partecipazioni a un’Olimpiade e un Mondiale in vasca lunga, ha le possibilità di competere da vicino con le più forti d’Europa.
Alice mostra l'oro italiano nei 1000 stile libero, conquistato agli Assoluti Primaverili di aprile. Photo Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto
Alla vigilia del Settecolli, parliamo un po’ di “amarcord”. Per molti nuotatori, lo Stadio del Nuoto lascia un fascino diverso da altre piscine. È così anche per te?
«La mia prima volta al Settecolli è stata nel 2008. In ogni caso, fu nella mia prima parte di carriera, quando vivevo ancora a Udine ed ero molto giovane. All’epoca ero al primo anno della categoria Juniores (a 15 anni, ndr). In quella piscina non avevo nemmeno disputato molti Campionati Italiani di categoria estivi, quindi per me il Foro Italico ha sin da subito voluto dire Settecolli. Poi ho un bel ricordo nella Categoria “Ragazze”: conquistai le mie prime medaglie nazionali lì nel 2007».
C’è un’edizione che ricordi con più piacere?
«Sicuramente quella dello scorso anno è stata molto positiva. Nel 2013, pur arrivando con la qualifica per i successivi Mondiali già acquisita, ho fatto il mio personale nei 200 stile libero scendendo sotto l’1’58’’ per la prima volta. E salii sul podio al terzo posto».
E poi c’è da considerare anche il contesto di una competizione di primissimo piano…
«Sicuramente, per questo l’ho sempre visto come una bella tappa. Da una parte perché Roma arriva in un periodo di controllo per il lavoro svolto in questo periodo intenso di preparazione e poi per via degli atleti forti che vi partecipano. Come quest’anno, ad esempio, confrontarsi già con molte delle rivali che ci saranno in agosto agli Europei e vedere la loro condizione, è positivo. Come competizione mi piace molto e mi sono sempre divertita. A gareggiare in questi contesti internazionali devo dire che mi ci sto abituando sempre più. È ormai da tre anni che non manco negli appuntamenti maggiori e di solito mi miglioro sempre in queste occasioni».
Passiamo al tuo "quotidiano" a San Marino. A distanza di quattro stagioni dal tuo trasferimento, confermi in toto la scelta di aver seguito Max Di Mito, tecnico federale sul “Titano”?
«Beh, a San Marino ho trovato davvero la mia dimensione. Prima di tutto, incide la presenza di Max Di Mito. Poi intorno a me c’è un ambiente davvero positivo: non è un posto né troppo grande, ma neanche piccolo. E devo dire che ho legato subito con le persone con cui condivido la quotidianità e con loro sento di aver trovato una seconda casa e una seconda famiglia. Inoltre sono vicina anche al mio fidanzato, che vive qui, e devo dire che anche questo mi aiuta a stare bene».
Parlando di Di Mito, come si è evoluto il rapporto tra di voi, dopo tante stagioni assieme?
«Va di pari passo con i miei obiettivi che, col passare del tempo, sono diventati sempre più alti. Ho visto davvero pochi motivatori come lui: e lo dico avendo cambiato diversi allenatori in precedenza. E comunque, nonostante il sodalizio duri ormai da anni, riesce a motivarmi come nei primi periodi. È una persona che s’impone quando c’è bisogno di farlo e usa il “pugno duro” quando serve. Anzi, col passare del tempo capita più di frequente (ride) perché non vuole farmi adagiare troppo, anche dopo i successi. Dal punto di vista umano, sin dal primo giorno abbiamo legato tantissimo. Non so bene come spiegarlo, ma è stato così naturale sin da subito. E, secondo me, la sintonia tra noi era al massimo già entro il primo anno trascorso sotto la sua guida tecnica».
Dalla stagione in corso non sei nemmeno più “da sola”. C’è anche Alice Nesti che condivide allenamenti e spazi con te. Che vantaggi ti dà avere una compagna?
«Affrontare gli allenamento con un’altra atleta, anche se non sempre facciamo lavori diversi, mi aiuta un sacco, considerando che prima mi allenavo praticamente da sola. Ma al di là di questo grande vantaggio rispetto al passato, Alice è importante perché è anche un’amica fuori dalla vasca. E questo aiuta noi due sotto tutti i punti di vista».
Apriamo il capitolo Europei. Due qualifiche nelle gare individuali già in tasca (100 e 200 stile libero), a cui aggiungiamo le staffette femminili. Su quali gare punti maggiormente?
«Nell’individuale, il mio punto forte sono senza dubbio i 200, anche perché è la mia gara preferita e nella quale mi sento più a mio agio. Però, da febbraio ho iniziato a lavorare anche per i 400. La strada è ancora lunga per riuscire a preparali a livelli alti, ma sono certa che su quella distanza ho molti margini di miglioramento».
In quest’ultima gara potresti migliorare ancora al Settecolli? A giudicare dall’ottima prestazione agli Assoluti, la qualificazione europea non sembra così lontana….
«Ci sono molte variabili. La forma non è di certo quella dei Primaverili di aprile. Sto nuotando parecchio in allenamento, anche in vista della partenza (prevista per lunedì 16, ndr) per il collegiale in Sierra Nevada. Non nego che cercherò di avvicinarmi il più possibile al tempo limite dei 400: l’obiettivo è quello. Abbiamo fatto più che altro un lavoro in vista del rientro dal raduno in altura, a luglio, per poter lavorare subito sulla qualità. I vari passi gara, verranno affrontati al ritorno. Per fortuna ho trovato due pass già ad aprile e non abbiamo dovuto fare due cicli e rincorrere la qualificazione. Nello specifico, sui 400 c’è da dire che non li avevo mai preparati in modo mirato. Anzi, prima di quest’anno, con Max (Di Mito, ndr) non li avevamo mai neanche nominati. Visto che ero pronta per allenamenti di un certo tipo, abbiamo deciso di provare questa distanza. Ma questo è stato possibile solo al completamento di un percorso pluriennale con lui: quattro anni fa ho ricominciato da zero e c’erano tutte le basi da rifare. Raggiunto quest’obiettivo, ora il lavoro specifico si baserà sempre sui 200 e sui 400».
Non hai menzionato i 100, però. Rimarranno una distanza di preparazione sulle gare più lunghe? Visti i risultati, almeno a livello italiano, ne sei la migliore interprete al momento?
«I 100 li faccio con un solo obiettivo: scendere sotto i 55’’, ci sono riuscita agli Assoluti Primaverili, ma per un solo centesimo! Servirebbe fare di più. Ma questo tipo di gara mi serve per preparare al meglio i 200. Poi mi piace sempre nuotarli».
I tuoi progressi sono esplosi dopo che la Pellegrini ha ripreso a pieno regime con lo stile libero. Anche se però sei sempre dietro di lei. Per te rimane "penalizzante" la sua presenza nelle tue stesse gare?
«No di certo. Anzi, non può che servirmi da stimolo per migliorare e per avvicinarmi sempre di più a lei. Il fatto di avere un confronto così importante in Italia, è sempre e solo un vantaggio. Finché andrà così veloce, preferirò arrivare seconda alle sue spalle. Trovo sia meglio così rispetto a vincere, senza però confrontarmi con avversarie del suo rango».
La 21enne friulana in tuffo per i 100 sl allo Stadio del Nuoto di Riccione. Photo Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto
In un certo senso è un po’ la situazione opposta dei 100 stile libero femminili in Italia, in cui il livello generale è più basso…
«Lo è in parte. Anche se devo dare merito a un’avversaria come Erika Ferraioli. È da un po’ d'anni che è competitiva ed è un bello stimolo duellare anche con lei».
Hai accennato al tuo prossimo collegiale con la Nazionale, in Sierra Nevada dal 16 giugno al 5 luglio. Ci sei già stata e come trovi vantaggioso il lavoro in altura?
«Ci sono già stata in inverno e si lavora molto bene, perché tutto ruota intorno all’allenamento da inizio a fine giornata. Non ci sono altre distrazioni e inevitabilmente la concentrazione è al massimo. Magari, una differenza potrebbe essere rappresentata dal periodo in altura: saremo in estate e io non ho mai fatto un raduno ad alta quota col caldo, può essere più difficile. Vedremo. Saranno delle settimane impegnative, questo, si sa sin da ora. Ma in fin dei conti faccio lo sport che amo, quindi lo faccio proprio per questo. Non mi lamento».
Facciamo un salto indietro all’Europeo di Debrecen 2012. Che ricordi hai?
«È stato il mio trampolino di lancio internazionale. Ho un bel ricordo di quei Campionati. Delle medaglie ma anche dei quarti posti (100 e 20 sl, ndr).
Davvero? Nonostante le due “medaglie di legno”? Di solito non dovrebbe essere il contrario?
«No, sono tuttora soddisfatta di quell’Europeo. Ero un’esordiente e disputai qualcosa come 11 gare! Ma miglioravo di continuo i miei personali, quindi ero felice. Certo c’era qualche rammarico per i due piazzamenti fuori dal podio, ma bisogna sempre guardare ai lati positivi».
La 4x200 stile libero che nel 2012 ha conquistato l'oro europeo: da sinistra Alice Nesti, Federica Pellegrini, Alice Mizzau e Diletta Carli. Photo Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto
Come procede anche un’altra delle tue passioni, quella per la cucina, e in modo particolare per i dolci?
«Mi piace sempre dilettarmi in cucina. Però devo fare pochi dolci perché sono golosa e corro il rischio di mangiarmeli tutti dopo pochi minuti. In parte, lo ammetto, pensavo che cucinarli mi avrebbe tolto la tentazione di mangiarli. Invece non è cambiato nulla (ride). Dicono che sono brava a cucinare, ma io mi reputo baciata dalla fortuna del principiante. La mia specialità migliore? Credo sia la torta di mele. L’ho rifatta a casa con mia mamma e mi ha dato anche qualche altro consiglio».
Conosci qualche dolce tedesco da preparare, nel caso volessi festeggiare un ritorno fortunato dagli Europei?
«Ammetto che non mi sono ancora informata sui dolci tedeschi. Ma prometto che, nel caso, lo farò senz’altro».