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Nuoto

Dopo la sfortunata parentesi di Berlino tanta voglia di riscatto per il nuotatore toscano

Niccolò Bonacchi, a Verona per sognare in grande

Il dorsista pistoiese riparte da Verona. Ottima l'accoglienza riservatagli al Centro Federale dallo staff e dagli atleti, tutti determinati a spiccare il volo verso Rio 2016.

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NICCOLO'BONACCHIEuropean Short Course Swimming Championships

Due anni, o poco meno. È questo il tempo che Niccolò Bonacchi possiede per adattarsi ad un nuovo ambiente di vita e di lavoro. Sì, perché il nuoto, a questi livelli, richiede una dedizione tale da non potersi considerare altro che un'attività a tempo pieno, un lavoro per l'appunto.

Il ragazzone – quasi 195 cm –, nato a Pescia (PT) l’ 1 novembre 1994, si è trasferito circa due settimane fa e, come sempre avviene in questi casi, la decisione di allontanarsi dai propri affetti è stata meditata e sofferta, ma quanto mai opportuna. Le strutture che Pistoia poteva garantirgli non sono paragonabili a quelle offerte dal Centro Federale di Verona, ma era la mancanza di un quotidiano confronto con gli atleti d'élite a rappresentare il principale ostacolo. I ritiri collegiali (e le relative sedute di allenamento) sono indubbiamente utili per gli atleti che vi partecipano, tuttavia al loro termine ciascuno fa ritorno al proprio contesto domestico, nel quale è fondamentale avere degli stimoli adeguati. In tal senso, il trasferimento – risalente alla scorsa estate – di Alice Nesti a San Marino (al fianco di Alice Mizzau, sotto la guida di Max Di Mito) non ha certo favorito la serenità di Niccolò, che nonostante avesse dei validi compagni di squadra era rimasto l'unica icona della nazionale assoluta residente nella cittadina toscana.

In definitiva, cambiare sede di allenamento da semplice opzione è divenuta una scelta inevitabile, e Bonacchi, consapevole del proprio potenziale, ha effettuato la decisione corretta al momento giusto. In effetti, se Federica Pellegrini, James Magnussen e Yannick Agnel hanno cambiato guida tecnica pochi giorni fa, si ritiene che l'universo del mondo del nuoto concordi sull'opportunità di intraprendere un nuovo percorso a circa due anni dai Campionati Olimpici.

Ma chi è veramente Niccolò Bonacchi?

Anzitutto una persona umile. Ai nostri microfoni, si è dimostrato estremamente riconoscente nei confronti del tecnico – Massimiliano Lombardi – e dell'intera società dei Nuotatori Pistoiesi, del Centro Sportivo Esercito e della propria famiglia per tutto ciò che hanno fatto per lui, per il continuo supporto e per avergli consentito di cimentarsi nell'odierna esperienza veronese.

In virtù del sentito ringraziamento rivolto alla società che ha accolto Niccolò quando aveva appena tre anni, è il caso di spendere due parole per l'allenatore che lo ha sinora guidato tra le corsie e per tutti gli addetti ai lavori dei Nuotatori Pistoiesi. In effetti, se Bonacchi è oggi in grado di “dire la sua” in competizioni di prestigio assoluto lo deve, in massima parte, alla serietà del progetto che la squadra toscana porta avanti da lungo tempo. Niccolò, benché da un punto di vista fisico abbia sempre avuto una spanna di vantaggio sui propri avversari, ha seguito un costante ed inarrestabile percorso di crescita sportiva: dalla semplice partecipazione al raggiungimento dell'oro ai campionati regionali, lo stesso è avvenuto per i campionati nazionali, europei e mondiali di categoria (bronzo, in quest'ultimo caso). Questo eccellente iter è stato possibile in ragione dei saldi ideali di una società nella quale, specialmente in giovanissima età, si privilegia la cura della tecnica all'immediato conseguimento del risultato, e i carichi più pesanti di lavoro (prima in acqua, solo in seguito in palestra) vengono introdotti quando il gesto atletico risulta corretto ed il corpo è in grado di sopportare sforzi maggiori. Si tratta di uno dei rari esempi di oculatezza e lungimiranza nel panorama del nuoto contemporaneo; un investimento, rispettoso del fisico e della salute degli atleti, che – a tempo debito – non manca di dare i propri frutti. Non è un caso, difatti, se da un bacino così piccolo, come quello cui attinge la società toscana, limitandoci agli ultimi dieci anni, si sono fatti largo nomi quali Vanni Mangoni, Alice Nesti, Giulia Gabbrielleschi, non esattamente sconosciuti agli appassionati di nuoto.

Come si è accennato, Niccolò non è arrivato immediatamente al successo nelle massime competizioni a cui ha partecipato. Ad esempio, ai Campionati Italiani di categoria ha fatto incetta di secondi posti prima di aggiudicarsi il metallo più prezioso (oro nei 200 dorso, agli estivi 2009, in 2:06.97), ex aequo con l'amico-rivale storico, Fabio Laugeni. I due giovani hanno portato il dorso italiano ad un livello inaspettato, tanto da riuscire a cogliere manciate di medaglie agli EuroJuniores (Belgrado) e Mondiali Juniores (Lima) nel 2011 ed ancora agli EuroJuniores ad Anversa 2012, in occasione dei quali Niccolò ha vinto il suo primo oro continentale (individuale) a livello giovanile (50 dorso, 25.46). Da quel momento, però, le strade dei talenti italiani si sono parzialmente divise, avendo più attitudine Fabio per la vasca corta (eccellente a Chartres 2012) e per le distanze più lunghe (100 sì, ma soprattutto 200), mentre Niccolò – concentrandosi sui 50 e 100 in vasca lunga – ha iniziato ad insidiare il capitano della nazionale, Mirco Di Tora, fino al definitivo passaggio del testimone nella velocità del dorso azzurro.

Nella stagione 2013/2014, infatti, Niccolò Bonacchi è divenuto il dominatore dei 50: nella distanza ha collezionato 3 ori ai Campionati Assoluti (invernali, primaverili ed estivi) ed ha ottenuto il nuovo Record Italiano Assoluto, 24.65 – sesto tempo mondiale dell'anno –, 12 centesimi al di sotto del precedente primato, peraltro “gommato”, detenuto da Di Tora. Nei 100, invece, agli Assoluti primaverili, l'atleta toscano ha trovato pane per i propri denti, tanto da doversi inchinare, nel finale di gara, ad un irresistibile Christopher Ciccarese (classe '90), giunto a sorpresa sul gradino più alto. Nella circostanza, entrambi i dorsisti hanno fatto registrare tempi al di sotto dei 54 secondi (53.94 vs 53.98): mai, in Italia, si era nuotato così veloce senza l'ausilio del poliuretano.

Benché, in virtù del livello raggiunto ad appena 19 anni (saranno venti dal primo novembre), sia comprensibile l'errore di chi ritiene che al talento pistoiese, sinora, tutto sia “andato per il verso giusto”, si fa notare che il Bonacchi ha già incontrato delle difficoltà sul proprio cammino. In particolare nella stagione precedente alla sua esplosione, nella quale – per le ragioni che Niccolò stesso ci spiegherà di seguito – ha faticato non poco a nuotare un 100 dignitoso, realizzato in extremis alle Universiadi di Kazan (54.95).

Dopo le prime esperienze internazionali assolute – in vasca corta, Chartres 2012; in vasca da 50 metri, Kazan 2013 –, nella stagione da breve conclusa il nuotatore toscano ha partecipato ai Campionati Europei di Herning (in vasca da 25) e a quelli di Berlino.

NICCOLO' BONACCHI_European Short Course Swimming Championships

Ripercorriamo, insieme a lui, successi ed amarezze dell'ultimo anno.

Niccolò, qual è il tuo ricordo degli europei danesi di Herning?  “Fantastico. Mi pareva di essere tornato “esordiente”, quando migliori sempre il tuo tempo. Così è successo ad Herning: batterie, semifinali, finali, ogni volta un nuovo record personale. È stata un'esperienza davvero felice”.

A che cosa credi sia dovuto il tuo miglioramento rispetto a Chartres? In entrambi i casi le gare si svolgevano in vasca corta, ma in Danimarca ti sei espresso su un livello notevolmente superiore. “La stagione passata è stata un po' difficile, con la fine della scuola superiore e l'inizio dell'Università. Ho provato a seguire i corsi a Firenze per sei mesi, ma mi sono reso conto che era davvero complicato unire le due cose, così ho proseguito gli studi da casa. Buona parte della stagione è andata compromessa, ma a Kazan ho ritrovato il passo. Da settembre 2013 io e Massi (Massimiliano Lombardi, ndr) abbiamo intensificato gli allenamenti. Sia il numero di chilometri, sia i lavori di qualità. Credo che questo giustifichi i miei miglioramenti stagionali, soprattutto quelli in vasca lunga dei campionati assoluti. Sulle prestazioni di Herning non saprei cosa dire: mi sono impegnato di più nelle subacquee, ma ciò non spiega un progresso del genere. Significa che posso ancora migliorare molto in corta, giusto? (ride) “.

Toccando, invece, un tasto dolente, cosa puoi dirci del Campionato Europeo di Berlino? Vi è, in qualche modo, una connessione tra la “delusione” estiva e la scelta del trasferimento a Verona? “No. Ho preso la decisione di cambiare soltanto in seguito, a mente fredda. Mi sono preso del tempo per riflettere, poi ho scelto Verona, ma in maniera del tutto autonoma rispetto agli europei. Riguardo a Berlino, sono rimasto amareggiato, certo. Però non direi deluso. Fisicamente stavo bene, ma ero “scarico” mentalmente. È stata una stagione lunga e ne ho un po' risentito. Il soffitto del Velodrom, poi, non ha proprio dato una mano a noi dorsisti. Non dava alcun punto di riferimento, anzi, i cerchi concentrici ci traevano in inganno, ma non ci possiamo nascondere dietro a questo, anche perché ci sono stati atleti capaci di mantenere la rotta e per vincere ci sarà sempre qualche difficoltà da superare. Sulle prestazioni c'è poco da dire. Più che da un punto di vista personale, mi dispiace per la staffetta mista. Avevamo belle ambizioni e invece... è andata così”.

Credo che tutti abbiano apprezzato il tuo aver fatto mea culpa per quanto accaduto nella 4x100 mista, ma anche Matteo Rivolta e Luca Dotto, nell'occasione, hanno ammesso di non essere esenti da responsabilità. Tornando al vero valore della staffetta, con il ritorno di Fabio Scozzoli dove credi che possiate arrivare? “Penso che possiamo giocarcela con chiunque, almeno nel contesto europeo. Al momento credo che Gran Bretagna e Francia abbiano qualcosa più di noi, ma se nuotiamo tutti bene possiamo rimanergli incollati. A livello mondiale gli Stati Uniti sono certamente favoriti, sia per tradizione sia per i tanti ricambi che hanno a disposizione. Comunque non vogliamo partire sconfitti con nessuno e sarà davvero una bella sfida, anche con Giappone, Australia e l'incognita cinese. Dopo aver trovato un grande dorsista, la Cina ha scoperto anche un ottimo stileliberista in Ning (Zetao Ning, ndr), sarà super competitiva”.

Che cosa pensi dei giovani talenti italiani che si fanno largo alle tue spalle? Tu e Christopher Ciccarese sarete in grado di tenere dietro Luca Mencarini e Simone Sabbioni? “Lo spero. Sono dei ragazzi estremamente disciplinati e caparbi. Mencarini è molto forte, ma è più portato per i 200. Quando accelera la sua nuotata si scompone un po' e perde efficacia, tuttavia ha migliorato molto nei 100. Sabbioni è un atleta costruito e tosto, anche fisicamente. Dal suo fisico si intuisce che faccia dei lavori importanti in palestra. Può essere fastidioso, ma credo di avere ancora un piccolo vantaggio su di lui. In ogni caso io voglio pensare a me stesso e migliorarmi, se poi saranno più bravi di me farò loro gli auguri per la gara individuale e una grande staffetta”.

Hai appena detto che intendi migliorare, quali sono i particolari tecnici su cui sai di dover lavorare? Il tuo nuovo allenatore, Tamas Gyertyanffy, è rinomato per la cura dei dettagli, credi che possa aiutarti a raggiungere l'eccellenza?  “Sono consapevole di dover migliorare ancora molto nelle subacquee e nella mobilità elastica del mio corpo. Tamas è un vero perfezionista della tecnica. Mi ripete le correzioni fino allo sfinimento, così che alla fine fai per forza il movimento corretto. Sono sicuro che lavoreremo molto bene insieme”.

È presto per parlarne, ma come ti sei trovato al Centro Federale di Verona? Qual è stato il primo impatto? Il tipo di allenamento è diverso da quello a cui ieri abituato? “L'impatto è stato molto positivo. Con Tamas ho trovato subito sintonia. Tutto bene anche con il preparatore atletico, i medici e l'intero gruppo. Molto bene, direi. Mezzi, spazi e motivazioni per dare il massimo non mancano. Riguardo all'allenamento, noto che è diminuito un po' il numero di chilometri, ma si fa più attenzione a partenza, virata e agli altri gesti tecnici. In palestra i lavori sono maggiormente finalizzati ad ottenere esplosività”.

Chi è il tuo nuotatore preferito di tutti i tempi? Perché? “Sicuramente Michael Phelps, perché ha stravolto l'intero mondo del nuoto e perché, dal mio punto di vista, è lo sportivo più forte di sempre. Gli ori olimpici lo confermano. E poi, se vogliamo, ha mostrato anche i benefici del nuoto, che lo ho aiutato molto con i suoi problemi psicologici o, quantomeno di socializzazione”.

Tra gli atleti attualmente in attività c'è qualcuno che rappresenta, per te un modello, un esempio da emulare? “No, credo di no. Senza presunzione, e consapevole di avere molta strada da fare, un giorno vorrei poter dire che trovo in me stesso il modello da seguire. Non nascondo, però, che mi piacerebbe eguagliare Ryan Lochte nella fase subacquea”.

Cosa fa Niccolò quando non nuota? “Beh, a dire il vero, ultimamente sto passando le giornate in piscina. (scherza) . Nel week-end mi piace uscire con gli amici. Durante la settimana, tra un allenamento e l'altro mi riposo giocando ai videogiochi o leggendo un libro. È una passione recente, finché ero alle superiori non li sopportavo, ma adesso leggo volentieri. I miei preferiti sono i romanzi storici”.

C'è qualcuno che vuoi ringraziare in particolare? Un saluto speciale? “Colgo l'occasione per ringraziare ancora i Nuotatori Pistoiesi, il Centro Sportivo Esercito e la Federazione per questa opportunità. Mando un saluto ai miei familiari, ai miei amici e all'allenatore che mi ha sempre sostenuto, Massimiliano Lombardi”.

Ultima domanda: sotto il profilo sportivo, qual è il tuo sogno nel cassetto? “Il mio obiettivo è partecipare a Rio 2016 e, visto che si tratta di un sogno, vorrei cogliere il massimo del possibile”.

Entrambe le foto sono state scattate agli Europei di Herning da Giorgio Scala/Deepbluemedia.eu-Photoshelter.com

 

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