Tecnica del Nuoto.
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Gregorio Paltrinieri è senza dubbio uno dei nuotatori di questi Assoluti. Oltre ai due titoli nei 400 e negli 800 stile libero, ne ha dato conferma dopo un sensazionale 14’43’’87 nei 1500 vinti con disarmante naturalezza. Per lui arriva il primo crono mondiale del 2015, lanciando un messaggio a tutti i suoi rivali – Mack Horton e Sun Yang su tutti – in giro per il mondo. «Pensavo di valere un tempo del genere. Ma allo stesso modo, pensavo di valere molto meno di 7’50 sugli 800 e 3’49’’ sui 400. Probabilmente è così: alcune gare vanno bene e altre meno bene, un giorno è buono e l’altro no. In allenamento faccio meno fatica coi passi e quando in gara vado peggio del previsto ci rimango male. Ma sono cose che succedono. Oggi è andata molto bene. L’importante però non era fare 14’43’’ adesso, ma è giungere al Mondiale in buone condizioni. A Kazan mi servirà fare il personale e provare a spingere ancora di più nei 1500. I miei avversari sono tutti lì. E so che sarà una battaglia. Adesso sono davanti io di poco nella sfida. Siamo in due o tre che ce la giochiamo. Adesso mi prenderò qualche giorno di relax. Siamo lì con Horton intorno ai 14’40’’, potremmo essere noi due i favoriti per la vittoria. Di certo lui ha 2 anni in meno di me e ha ancora molto da migliorare. Sicuramente però, ho dei margini anch’io. Di sicuro saranno delle belle gare ad agosto, ma ancora di più a Rio 2016. Sun Yang? Quest’estate preparerà meglio i 1500, adesso sarà un po’ indietro di preparazione, ma è andato benissimo sui 200 e 400. Poi tornerò a Ostia e inizierò un ciclo di 16 settimane di lavoro che saranno belle toste, qualcosa come 18 km al giorno con punte di 20. L’oro ai Mondiali? Australia, Messico, Ostia – dice pensando ai vari periodi di allenamento passati negli ultimi mesi, tra collegiali, stage e allenamenti al Centro Federale -: la località non incide più di tanto, sono sempre io che nuoto. Più che altro possono evolversi gli stimoli e con chi nuoti, ma un posto vale l’altro. Lo stacco ci vuole, ma da ora ai Mondiali sarò e rimarrò a Ostia. Aver vinto qualcosa in più quest’estate mi fa sentire più sicuro, ma aver vinto con questo crono qui agli Assoluti non è così importante per me. Si tratta di dimostrare quello che si vale. Le gare vere sono quelle che in cui si lotta uno contro l’altro per una medaglia d’oro mondiale o olimpica. Ho avuto anche un crampo ai 1200-1300 e ho perso anche qualcosa a livello di tempo».
Così Alice Mizzau (in copertina, nella foto di Giorgio Scala/ Deepbluemedia/ Insidefoto) dopo la conquista del suo secondo titolo individuale agli Assoluti, con tanto di pass iridato. Dopo i 400 metri, il suo 1’57’’37 che le ha permesso di guadagnarsi la qualificazione per i Campionati Mondiali che si disputeranno in Russia: «In questi quattro giorni devo dire che la tensione è un po’ calata – ammette la stileliberista di Fiamme Gialle e Team Veneto -, devo imparare a gestire meglio quest’aspetto. Però sono soddisfatta in ogni caso, è il mio miglior tempo in assoluto, quindi non mi posso lamentare. Ora so solo che questo tempo è ottimo e non ho la sfera magica per dire se avrei fatto meglio o meno con la presenza – causa rinuncia dopo la batteria del mattino chiusa al primo posto - di Federica. Non avrei fatto la gara da sola ma l’avrei fatta con lei ed è sempre uno stimolo in più nuotare contro di lei agli Assoluti, anche se non posso di certo basarmi solo sul suo riferimento. Ci sono però sempre delle differenze: quando c’è si deve gareggiare anche psicologicamente. Non so se l’avrei battuta oggi, ma mi dispiace molto non essermi misurata con un’avversaria così forte, visto il mio ottimo stato di forma. Adesso penso che tornerò in Spagna – ad allenarsi con Fred Vergnoux, coach della Belmonte, ndr -. I collegiali? Ne ho fatti due in altura, nella prima parte di stagione per fare la base aerobica. Io ne ho fatti due e mi sono bastati (ride). Penso che comunque questi tre mesi di lavoro con il gruppo di lavoro della Belmonte siano stati davvero soddisfacenti e mi serviranno. Sono contentissima anche che Fred – Vergnoux, ndr – sia venuto a Riccione in occasione dei 400 stile. E in ogni caso mi stanno vicino anche in questi ultimi giorni. Ci godiamo il momento e sono contenta anche per la staffetta 4x200 qualificatasi ai Mondiali, visto che Chiara Masini Luccetti, Erica Musso e Diletta Carli sono andate davvero tutte bene. Rappresenta un livello molto alto nuotare tutte sotto l’1’59’’, non pensavo lo potessero raggiungere tutte e cinque, considerando la Pellegrini. Questo è solo l’inizio. E comincio a pensare non solo alla staffetta, ma anche alle mie gare singole. Una volta che ci si pongono degli obiettivi bisogna inseguirli».
Arianna Castiglioni, alla prima gara individuale dei suoi Assoluti, fa subito centro vincendo il titolo dei 50 rana in 31’’15, ottenendo di fatto il primo viaggio per un Mondiale in vasca lunga (31’’1 era il limite di Federnuoto), il personale e il record italiano della categoria Cadetti, insomma la sua giornata è stata pressoché perfetta. In attesa dei “suoi” 100 metri, gara prediletta in programma sabato. «Sono molto soddisfatta perché questa non è la mia gara, come lo è il 100. Già questa mattina, in 31’’28, avevo realizzato il mio personale, quindi direi che migliorare di più di un decimo in poche ore e in un 50 è davvero tanto. Spero che con questo tempo riuscirò a passare un po’ più veloce nei 100, sì è un obiettivo. Ma ora per concentrarmi su questa distanza devo lavorare molto sulla massa muscolare e migliorare di molto la partenza. Il record italiano assoluto di 31’’09 era alla mia portata? No, direi che nel 50 non avevo molte possibilità. L’obiettivo era quello di fare il tempo limite, essendo 31’’1, bastava fare 31’’19 per centrarlo. Quindi è andata bene così. Pensiamo di più al record italiano. Dedico questa vittoria al mio allenatore Gianni Leoni e ai miei genitori che mi seguono sempre alle gare e nella quotidianità degli allenamenti. Quest’anno, già a partire dalla stagione in lunga, devo dire che sta andando sempre in meglio, ma questa progressione è sempre finalizzata per migliorare nei 100. Vedremo domani cosa succederà: l’obiettivo è raddoppiare la qualificazione per Kazan scendendo sotto l’1’07’’».
Sopra, Arianna Castiglioni in azione durante i 50 rana che le hanno regalato il pass mondiale e il record italiano Cadette. Photo Andrea Masini/Deepbluemedia/Insidefoto
Rimane al centro della scena anche Federica Pellegrini, autrice di un ottimo 1’56’’51 in batteria, ma rimasta fuori dalla finale A per scelta del suo tecnico Matteo Giunta e al contempo sua. Appagata per il responso mattiniero e influenzata negativamente dai commenti dopo il terzo posto nei 400 stile libero di martedì scorso. In chiusura, Fede ha concluso ufficialmente i suoi Assoluti 2015 stampando un più che incoraggiante 53’’6 a stile libero nella 4x100 mista della sua squadra, l’Aniene: «Ci sarà del lavoro da fare, - esordisce la veneta dopo il record italiano realizzato con le compagne - 53’’6 nella staffetta non me lo sarei mai aspettato, con una partenza da migliorare nettamente. Dico che questa settimana è stata un crescendo di condizione. La mia rinuncia alla finale dei 200? Alcuni commenti dopo i 400 stile libero li ho trovati un po’ morbosi. Nel senso che ogni volta in cui entro in acqua si scrivono pagine e pagine su una gara. So che è un po’ il prezzo da pagare, ma non mi aspettavo cose così pesanti su di me dopo un Campionato Assoluto. Da qui è nata l’idea di gareggiare solo la mattina, proprio per sentirsi come tutti gli altri ragazzi che vengono a fare un Assoluto, senza essere condizionati da tutto il resto intorno. Non ho più voglia di avere le spalle così grosse. Dopo i 200 stile di stamattina so che valgo quanto mi ero prefissata. Ho voluto fare apposta un giorno e mezzo di gare a tirando sempre per capire la risposta su tre turni ravvicinati. Sono contenta perché le sensazioni in acqua sono migliori. Le gare internazionali per me sono molto più facili rispetto a quelle nazionali, non c’è questo attaccamento sia nel bene sia nel male. In mattinata avevo inizialmente confermato di voler disputare la Finale A? Non avevo altra alternativa, altrimenti non me ne sarei andata così facilmente dai microfoni. Ogni volta che scendo in acqua sembra che arrivi una catastrofe se non faccio un decimo in meno del primo tempo mondiale: per me, in un campionato Assoluto questo è abbastanza pesante. Questa volta ho voluto rendermi le cose più facili».