NuotoGli assi magiari recentemente ospiti del Centro Federale “Alberto Castagnetti”, a Verona, qualche giorno fa stati premiati, a Budapest, dalla Federazione Nuoto ungherese come i migliori del loro Paese.
In particolare Daniel Gyurta e Katinka Hosszu (nella foto di copertina) sono stati nominati “Nuotatori dell’Anno 2013”; per la categoria allenatori i migliori sono stati riconosciuti Shane Tusup, tecnico e marito della Hosszu, e Tibor Benedek, attuale tecnico della Nazionale di pallanuoto, con un lungo passato di giocatore in Italia. Per la LEN la Hosszu è anche la migliore nuotatrice europea del 2013 (il francese Yannick Agnel lo è fra i maschi). Vi proponiamo ora alcuni propositi di Katinka e di Daniel, raccolti in occasione della loro venuta a Verona.
Katinka Hosszu
- Il nuoto in vasca corta procura tante soddisfazioni… “Nuotare in vasca corta mi diverte; è diverso rispetto al nuoto in vasca lunga, è stimolante; consente di focalizzare l’attenzione, sia in allenamento sia in gara, su aspetti importanti della preparazione tecnica: partenze, strategie di gara e, soprattutto, virate. Inoltre, per me è una buona opportunità per fare un po’ di soldi (circa 350.000 dollari l’ammontare dei premi percepiti dalla magiara al termine della World Cup 2013)”.
- Programmi da qui a Rio de Janeiro? “Mancano tre anni. Necessariamente la programmazione tecnica e agonistica è impostata su tre tappe: quest’anno gli Europei, l’anno prossimo i Mondiali e, nel 2016, le Olimpiadi”.
- Parliamo del 2013… “A Berlino mi focalizzerò sui misti. Voglio realizzare i miei migliori tempi sia sui 200 sia sui 400 metri. Non voglio rischiare sconfitte. Gareggiare è stupendo e quando salgo sul blocco di partenza lo faccio sempre per vincere. Se non ci riesco non resto mai troppo delusa, talvolta mi viene pure di sorridere”.
- Nel tuo Paese sei una star… “Gli ungheresi hanno uno speciale feeling per il nuoto; tutti sostengono i nuotatori e il nuoto. Nel governo c’è addirittura un ex grande campione di nuoto, Attila Cszene (fu un grande mistista).
Katinka Hosszu e il marito allenatore Shane Tusup a Verona
Daniel Gyurta
- Vincesti la tua prima medaglia olimpica sui 200 metri rana ad Atene, nel 2004…”Si, avevo 15 anni, ed ero ventesimo nel ranking mondiale stagionale. Tamas Szechy (il compianto guru del nuoto magiaro, entrato nell’International Swimming Hall of Fame un anno prima rispetto ad Alberto Castagnetti) era il mio idolo: mi guardò fisso negli occhi e mi disse: <Ad Atene tu salirai sul podio olimpico>. Non potevo crederci ma ciò che disse mi diede una carica tremenda: lavorai e mi concentrai oltre l’inverosimile per raggiungere quell’obbiettivo; ci riuscii, il “mago” aveva avuto ragione”.
- Da allora hai vinto tanto – titoli olimpici, mondiali ed europei – e hai realizzato tanti primati. Chi, come allenatore, ha condiviso i tuoi successi? “Ferenc Kovacshegyi. Mi ha sempre allenato lui. Fin che Szechy era in vita, Kovacshegyi era uno dei suoi assistenti”.
- Conoscevo bene Szechy, eravamo amici. Una volta mi invitò a Budapest per farmi assistere agli allenamenti della sua squadra, per farmi vedere come allenava e spiegarmi i suoi metodi. Per due giorni mi alzai alle quattro per recarmi alla Piscina “Komiadi”- una vasca da 50 metri con il tetto apribile, dove lui era il “re”- in tempo per l’inizio degli allenamenti. I suoi migliori nuotatori allora erano Tamas Darnyi, grande mistista, Norbert Rozsa, grande ranista… “Ci alleniamo ancora nella stessa piscina. E’ vecchia ma funzionale, e ci si sta bene. Io nuoto sempre alla corsia numero sette, quella di Rozsa…”.
- E il tuo programma da qui a Rio? “Continuare a vincere: quest’anno agli Europei, l’anno prossimo ai Mondiali e nel 2016 alle Olimpiadi. A Rio voglio difendere il mio titolo olimpico: è il mio sogno, il mio obiettivo supremo di atleta”.
Camillo Cametti, Daniel Gyurta e Tamas Gyertyanffi al Centro Federale di Verona