Tecnica del Nuoto.
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Sui giornali e sui siti italiani che si occupano di nuoto, compreso il nostro, oggi domina la notizia del divorzio, consumatosi in modo consensuale e amichevole, fra Federica Pellegrini, 26 anni (in copertina), e il suo coach francese, Philippe Lucas.
Questo divorzio era nell’aria e, in qualche modo, l’aveva preannunciato la stessa Pellegrini subito dopo la finale dei 400 metri stile libero, ai Campionati Europei di Berlino, in cui non riuscì a salire sul podio. Fu quarta, un esito che, da quanto è dato di capire, la lasciò insoddisfatta e irritata. Nella stagione che sta per iniziare Federica sarà allenata soltanto da Matteo Giunta (sotto con Philippe Lucas), la cui presenza fisica, in realtà, già sovrastava quella lontana di Lucas, del quale, però, Giunta ne interpretava le direttive a bordo vasca.
La querelle fra la Pellegrini e Lucas circa i 400 metri stile libero è in realtà soltanto un aspetto dell’appannamento dell’idillio fra i due che, comunque, continuano a professare ampia stima l’uno per l’altro. La distanza fisica fra il coach dall’inconfondibile look “wild” e la celebre allieva era uno dei problemi. Federica non amava andare Narbonne: troppi sacrifici, forse non necessari. Lucas veniva con difficoltà a Verona. I suoi interessi sono in Francia. L’ultima volta ci è venuto in giugno. C’è rimasto per circa tre settimane ma le sue attenzioni non erano tutte per Federica. Lucas si era portato dietro anche un paio di suoi nuotatori, che pure stava preparando per gli Europei: il tunisino Ahmed Mathlouthi e l’olandese Sharon Rouwendaal. Quest’ultima, oltre ad aver vinto due ori (10km e gara a squadre) e un argento nel nuoto in acque libere, a Berlino ha vinto anche la medaglia d’argento nei 400 stile libero, palesandosi in questa gara come una diretta concorrente della Pellegrini (indirettamente da lei esclusa dal podio). A Federica la cosa non deve avere fatto troppo piacere. Si aggiunga la voglia - comprensibile e logica, dunque legittima - di avviarsi alla fine della sua carriera (stabilita per dopo le Olimpiadi di Rio nel 2016, salvo ripensamenti) facendo quello che più le piace e si capisce che la scelta di lasciare Lucas posa su una base tecnica ineccepibile. Molti altri nuotatori prima di Federica sono riusciti a prolungare con successo la loro carriera abbandonando le gare più lunghe e focalizzandosi su quelle più brevi del loro repertorio.
La Pellegrini di oggi, che chiede di diventare più veloce, pensando di migliorarsi nei 200 metri stile libero, è credibile. A Federica le motivazioni non mancano. Con allenamenti appropriati può migliorarsi e tenere testa a qualsiasi rivale nella sua gara “signature”. Matteo Giunta, giovane ma esperto, lo sa. Entrambi ci credono e, insieme, possono tagliare altri, ambiti, traguardi.
Il divorzio della Pellegrini dal proprio tecnico non è stato il solo di questa giornata. Curiosamente altri “eccellenti” del nuoto mondiale proprio oggi hanno fatto sapere di essersi separati dal proprio allenatore.
Yannick Agnel (foto sotto) ha dichiarato conclusa l’ esperienza americana alla corte del celeberrimo coach Bob Bowman. Il francese torna in Francia: non da Fabrice Pellerin, il tecnico di Nizza che l’aveva lanciato e portato a vincere le medaglie olimpiche a Londra 2012 (fra esse l’oro nei 200 stile libero), e dal quale si era separato bruscamente, ma da Lionel Horter, tecnico del Centro Federale di allenamento per nuotatori d’élite di Mulhouse, dimessosi qualche giorno fa (giovedì 11 settembre) dall’incarico di Direttore Tecnico Nazionale della Federazione nuoto francese.
La ragione del divorzio da Bowman appare ovvia: la recita di Agnel ai Campionati Europei è stata un flop. Il francese, da vero gentleman, non ha accusato nessuno, però ne ha preso atto. A Berlino ha parlato con Horter. I due si sono accordati su un programma di rilancio, diverso dal programma di Bowman. A Baltimora Agnel è stato sottoposto ad una cura intensiva di muscolazione e potenziamento a secco forse eccessiva. Non solo: Bowman, ormai, non è più soltanto un allenatore, per quanto grande, ma un vero e proprio manager/businessman del nuoto, impegnato su molti fronti: consulente del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi di Rio 2016, consulente della Federazione nuoto della Turchia (dove ha piazzato uno dei suoi migliori assistenti, Fernando Canales, che è anche una vecchia conoscenza del nuoto italiano, e un caro amico mio - lo portai a Verona per nuotare con Alberto Castagnetti), consulente dell’agenzia internazionale di comunicazione sportiva TSE, eccetera. Si aggiunga il ritorno alle gare di Michael Phelps: Bowman gli deve certamente più attenzioni che non a qualsiasi altro suo nuotatore.
A Mulhouse Agnel trova un impianto di prim’ordine, un tecnico di valore, eccitato per trovarsi fra le mani un nuotatore del talento di Yannick e, dunque, molto motivato. A 22 anni Yannick ha davanti a se ampie praterie da cavalcare per mietere altri ori importanti.
Anche questo divorzio è stato consensuale, e Bowman ha dichiarato di volere il meglio per Agnel, e di volerlo aiutare comunque a raggiungere i suoi obiettivi.
Il terzo divorzio eccellente è stato annunciato oggi da James Magnussen (foto sotto). Il “Missile” australiano ha dichiarato di ritenere concluso il suo rapporto con Brant Best, il tecnico che lo segue da anni, e che l’ha portato ai massimi livelli internazionali, comprese le vittorie dei titoli di campione del mondo dei 100 metri stile libero nel 2011 e nel 2013, nonché la medaglia d’argento all’Olimpiade di Londra 2012 nella stessa gara.
“Voglio rinvigorire il mio programma in vista delle Olimpiadi del 2016”, ha spiegato il nuotatore. Magnussen ora dovrà cercarsi un nuovo mentore ma intanto ha voluto rendere omaggio al coach da cui si separa: “Brant è stato una parte importantissima del mio viaggio come nuotatore professionista, e mi anche formato come persona. Perciò la mia decisione di separarmi da lui è stata assai difficile”. “Prima di lanciarmi nuovamente da un blocco di partenza sento la necessità di rifocalizzare il mio programma, e di acquisire un rinnovato senso di rinvigorimento, fisico e mentale. Una parte di questo processo, non facile, implica il cambio di allenatore”.
Magnussen, 23 anni, sprinter di razza pura, sinora non ha svelato il nome del suo prossimo allenatore, anche perché al momento egli è infortunato e non può scendere in acqua. Una decina di giorni fa aveva dovuto rinunciare all’evento speciale “Swim Stars” di Singapore. Al momento sopperisce alla mancanza di nuoto con l’allenamento su una speciale bici da palestra evoluta.
Le foto sono di Giorgio Scala, Andrea Staccioli, Laura Binda/Deepbluemedia.eu - Photo shelter.com