Tecnica del Nuoto.
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Fonti giornalistiche straniere ci hanno aggiornato, purtroppo con sconcertante frequenza, su una serie di scandali che hanno funestato il nuoto nella Repubblica di Corea (Corea del Sud).
LO SCANDALO DELLE FIRME FALSE. Nel 2013, durante i Mondiali di Barcellona, emerse lo scandalo delle firme falsificate dallo staff del sindaco di Gwangju per rafforzare la candidatura avanzata per organizzare l’edizione dei Mondiali FINA del 2019 con un supporto finanziario governativo non ancora garantito, e poi negato. L’assegnazione di Mondiali fu comunque deliberata dalla FINA a favore della città coreana – poi sede delle Universiadi 2015 - nonostante la notizia fosse emersa il giorno stesso in cui la candidatura era stata dichiarata vincente. Inizialmente il governo aveva ritenuto responsabile della falsificazione delle firme proprio il sindaco, Un-tae Kang (nella foto di copertina mentre firma il contratto con il presidente della FINA Julio Maglione a Barcellona 2013; sotto mentre festeggia con la delegazione coreana a Barcellona 2013 – Foto di Giorgio Scala/Deepbluemedia-Inside), il quale, però, aveva accusato il segretario generale del Comitato Promotore della candidatura, Yoon-suk Kim. Questi, nel 2014, ha evitato la prigione per il rotto della cuffia dopo avere ammesso di avere falsificato le firme del Primo Ministro Hwang-sik Kim e del precedente Ministro della Cultura Kwang-shik Choe nella penultima versione della candidatura, per far apparire che la stessa era finanziariamente garantita dal Governo. Kim ha evitato sei mesi di reclusione perché il Tribunale ha deciso di sospendere la sentenza concedendo all’imputato l’attenuante che il crimine era stato commesso non per avidità personale ma nella convinzione che avrebbe aiutato la città. Nella sentenza, del giudice Dong-ho Lee, si legge fra l’altro: “Per prevenire simili scandali nella presentazione delle candidature per ospitare eventi internazionali, è inevitabile infliggere una severa punizione. Tuttavia, le lettere falsificate non hanno influito sulla candidatura poiché le stesse sono state sostituite dagli originali all’atto della sottomissione della stesura finale della candidatura stessa”.
Gwangju è la sesta città della Corea del Sud per dimensione e si trova a 330 chilometri a sud della capitale. L’assegnazione dell’organizzazione dei Mondiali Fina 2019 è avvenuta a Barcellona in occasione dei Mondiali del 2013 sulla base della documentazione corretta (dopo che i dettagli sulla falsificazione delle firme erano già emersi). Dopo avere ricevuto la comunicazione della vittoria il sindaco Un-tae Kang – dal cui ufficio nell’agosto 2013 furono sequestrati numerosi documenti - si scusò per lo scandalo, da lui definito “vergognoso”. Ma il governo - che l’1 ottobre 2013 aveva annunciato di avere approvato nuove regole per la presentazione di candidature da parte delle città - aveva fatto sapere di volere punire comunque gli organizzatori ritirando il sostegno finanziario all’evento, originariamente pianificato in 40,7 milioni di euro, pari alla copertura del 30 per cento dei costi. Nonostante ciò i Mondiali 2019 dovrebbero svolgersi regolarmente a Gwangju poiché l’amministrazione della città ha garantito di potere reperire le risorse necessarie all’interno del proprio budget.
LO SCANDALO DOPING. Nel 2014, ai Giochi Asiatici, disputati a Incheon, in Corea del Sud, in un impianto a lui dedicato, il mezzofondista Tae-hwan Park (nelle foto sotto ai Giochi Asiatici 2014 e mentre fa atto di contrizione durante una conferenza stampa), 27 anni il prossimo settembre, risultò positivo all’anti doping per una sostanza che, a suo dire, il medico gli aveva somministrato senza avvisarlo che era nella lista di quelle proibite. Una vicenda sconvolgente per un nuotatore che in patria è considerato un’icona, grazie alle sue innumerevoli vittorie in competizioni internazionali, fra le quali spiccano le medaglie olimpiche di Pechino 2008, oro nei 400 e argento nei 200 metri stile libero, e di Londra 2012, argento nei 200 e 400 metri stile libero. Per questa vicenda a Park ha finito furono inflitti 18 mesi di squalifica. Nonostante abbia finito recentemente di scontare la squalifica, Park potrebbe non essere in grado di nuotare a Rio, a causa di nuove e severe regole della Federazione.
GLI SCANDALI BUSTARELLE E APPROPRIAZIONE INDEBITA. Infine, nel 2016, sono emerse due vicende dai rilevanti connotati penali: la prima riguarda la corruzione di alcuni membri del Board (Consiglio direttivo) della Federazione nuoto nazionale, la Korea Swimming Federation (KSF), accusati di avere incassato cospicue bustarelle da alcuni allenatori per convocare in Nazionale nuotatori appartenenti ai loro club; la seconda imputa ad altri membri del Board di essersi indebitamente appropriati di fondi concessi dalle autorità governative per la preparazione dei nuotatori di alto livello. Il 17 febbraio gli uffici della KSF sono stati perquisiti a fondo per ordine dei giudici al fine di acquisire le prove della presunta appropriazione indebita e della corruzione all’interno della federazione: allo scopo sono stati confiscati documenti e memorie dei computer (hard disk). Nella stessa giornata sono state perquisite anche 20 sedi regionali della federazione.
Come detto la KSF è stata accusata di avere falsificato dai documenti e sottratto fondi che sarebbero dovuti essere corrisposti agli atleti per aiutarli a coprire le spese per i loro allenamenti. Con queste accuse, agli inizi di febbraio, è stato arrestato un autorevole funzionario della federazione, tale Chung (si conosce solo il cognome). L’Ufficio del Procuratore Centrale del Distretto di Seoul ha accusato Chung di avere ricevuto da un altro membro del Board, tale signor Park (pure accusato e pure identificato con il solo cognome, non parente del nuotatore), bustarelle per 230 milioni di won (circa 177.000 euro) allo scopo di influenzare la selezione nella squadra nazionale di atleti di un club privato amico. Chung avrebbe ricevuto anche 90 milioni di won (69.000 euro) dal precedente allenatore nazionale Min-sang Noh, fra gennaio 2009 e dicembre 2010. Il tecnico è noto soprattutto per essere stato il mentore di Tae-hwan Park in occasione delle Olimpiadi di Pechino 2008, quando il suo protetto vinse la medaglia d’oro dei 400 metri stile libero e quella d’argento nei 200 metri.
Alcuni giorni fa, il 9 marzo, è stato rivelato che un altro dirigente della KSF e due allenatori sono stati formalmente accusati di essersi indebitamente appropriati di fondi concessi dal governo per sostenere gli atleti di alto livello nella loro preparazione. Il 2 marzo era stato arrestato un altro dirigente coinvolto nello scandalo.
Complessivamente, sostiene l’accusa, 3.56 miliardi di won (circa 2.6 milioni di euro) sono stati sottratti da dirigenti della federazione nuoto negli ultimi otto anni.
A fronte dell’emersione di questi gravi casi di corruzione il mese scorso il Ministro della Cultura, Sport e Turismo ha annunciato di sospendere la corresponsione di fondi alla Korea Swimming Federation.
Dal canto suo la KSF, la settimana scorsa, ha annunciato che quattro membri coinvolti nello scandalo delle “selezioni per soldi” sono stati “dimissionati”. Nel comunicato stampa si afferma: “Vogliamo cogliere quest’ opportunità per sbarazzarci di tutte le mele marce e diventare una federazione giusta e trasparente, amata da tutti”.
Scosso da tanti scandali il 61enne presidente della federazione, Ki-heung Lee, in carica dal 2010, ha deciso di dimettersi. Lee, che fu capo missione della Corea del Sud alle Olimpiadi di Londra 2012, intende lasciare la sedia prima del 25 marzo, data d’inizio del secondo round delle selezioni per Rio 2016, al sostituto che sarà designato.
Intanto, dall’altra parte del mondo, in Messico, la sfortuna si accanisce contro il presidente della Federazione Nuoto Messicana, Kiril Todorov (origini bulgare - Foto sotto, di Giorgio scala/Deepbluemedia.eu-Inside.com). Già costretto a rinunciare all’organizzazione dei Mondiali FINA 2017 (poi assegnati a Budapest) per mancanza di fondi (venuti a mancare per il ritiro del sostegno governativo a causa della crisi finanziaria originata dalla caduta del prezzo del petrolio), Todorov si è trovato nella condizione di dovere comunicare alla FINA di non essere in grado di pagare i 5 milioni di dollari che la Federazione internazionale esige a fronte della rinuncia, e di dovere dimettersi dalla carica di vice presidente del Comitato Tecnico di Nuoto della FINA stessa.
L’ultima, recente, tegola, gli è arrivata sul capo dal Comitato Olimpico Messicano che l’ha estromesso dal proprio direttivo con l’accusa di avere agito in modo da compromettere la reputazione del Comitato stesso.
Quanto alla Federnuoto messicana, la stessa è stata sospesa dalla FINA per inadempienza. A meno della revoca di tale sospensione gli atleti messicani qualificati per le Olimpiadi potrebbero dover partecipare sotto le insegne della FINA, e non quelle del proprio paese.
Ciò è già successo a Rommel Pacheco nella Coppa del Mondo di Tuffi, disputata recentemente a Rio de Janeiro, in cui il trentenne tuffatore ha vinto una medaglia d’oro (foto sotto).