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La finale maschile dalla piattaforma è stata la degna conclusione di queste Olimpiadi brasiliane, un po’ pazze e mai scontate. Eliminazioni eccellenti, continui colpi di scena e podi a sorpresa, i tuffi a Rio ci hanno tenuto sempre col fiato sospeso.
Con Tom Daley fuori dalla finale il podio sembrava scontato, i bookmaker avrebbero detto:”Cina, Cina e Stati Uniti”, e invece siamo stati tutti smentiti; meritatamente la vittoria è andata a Chen Aisen, che in questi due giorni è stato il tuffatore più regolare e i suoi 585.30 punti sono stati il culmine di un climax iniziato in semifinale.
E invece Qiu Bo, venuto a Rio per rifarsi della “delusione” di Londra? Capace di eseguire dei tuffi pazzeschi, esemplare il triplo e mezzo rovesciato dove tutti i giudici hanno dato “10”, e poi di sbagliare clamorosamente. La sua finale è stata un continuo “sali e scendi” che gli ha fatto perdere tanti, tantissimi punti preziosi: mestamente ha concluso al sesto posto con 488.20 punti.
Al contrario di Bo, il messicano German Sànchez, che qui a Rio non sembrava particolarmente in forma, questa sera ha tirato fuori tutto il meglio del suo repertorio conquistando la medaglia della vita, un argento cui forse neanche lui credeva possibile arrivare.
Chi invece puntava in alto era David Boudia, che però anche in finale ha fatto fatica, seppur molto meno che in semifinale. Molti bei tuffi, ma qualche imprecisione di troppo e lo statunitense si è ritrovato a lottare per la medaglia di bronzo prima con Martin Wolfram, oggi ottimo quinto nonostante una spalla “incerottata” e completamente fuori uso, e poi, dopo l’errore del tedesco, con il francese Benjamin Auffret, vera rivelazione di questi Giochi. All’ultimo tuffo, sarà stata forse la tensione, Auffret ha sbagliato l’unica entrata di tutta la sua gara e così Boudia è riuscito a portare faticosamente a casa la medaglia.
Deludente anche Minibaev, arrivato a Rio con ben altre ambizioni e superato invece anche dal portoricano Quintero, in grande ascesa questa stagione, mentre Sascha Klein saluta i tuffi ad alti livelli con un dignitoso nono posto, sporcato però da qualche errore di troppo.