Direttore Responsabile: Camillo Cametti

Pallanuoto

Lutto nella pallanuoto veronese

Ci ha lasciati Alberto “Penna Bianca” Lavorenti

La sua passione viscerale l’ha fatto conoscere in tutto il mondo della pallanuoto italiana ma è sempre rimasto fedele alla pallanuoto veronese.

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Il ricordo di Silvio Cametti (pubblicato su L’Arena di Verona):

“All’età di 86 anni giovedì 2 maggio è morto Alberto Lavorenti, detto “Penna” per il suo caratteristico ciuffetto bianco. È stato giocatore della Rari Nantes Bentegodi negli anni sessanta e settanta, difensore arcigno e con un tiro mancino incubo dei portieri. Successivamente ha ricoperto l’incarico di allenatore della Bentegodi, forgiando innumerevoli giovani, con lezioni di pallanuoto e di vita. Era poi passato ai ruoli dirigenziali, ricoperti finché la salute lo ha sorretto. Qualche anno fa è stato inserito nell’albo dei benemeriti della Fondazione Bentegodi. 

Ha avuto una sola vera compagna, Paola, morta prematuramente nel 1988, un amatissimo bulldog chiamato Monzon per la somiglianza con il pugile, e due cavalli. Aveva scelto di vivere fuori dagli schemi e la sua famiglia erano gli amici più stretti e i ragazzi della pallanuoto.

Il ricordo di Mimmo Benassuti che, oltre ad essere stato un suo atleta, lo ha seguito negli ultimi anni presso la casa di cura dove era ricoverato: “Lavorava per vivere e non il contrario, amava la buona tavola e la compagnia, e in quella Verona degli anni 70-80, e anche oltre, era un personaggio che in qualche modo la rappresentava nei suoi aspetti più estroversi e vitali.”

Dispiaciuto anche il presidente della Bentegodi Giorgio Pasetto: “E’ una grande perdita per noi, un pezzo della storia della Bentegodi che se ne va”.

 

Il ricordo di Camillo Cametti:

“Ci conoscemmo nel 1958 quando, dopo alcuni anni di fermo per mancanza di giocatori (gli anziani si erano ritirati), la squadra di pallanuoto, che aveva militato in serie B fino a quasi la prima metà degli anni “cinquanta”, tornò a vivere grazie a un gruppo giovani di cui facevamo parte; con noi i tre fratelli Gianni, Mario e Alberto Castagnetti, e altri. Ci allenavamo e giocavamo soltanto due mesi all’anno, d’estate, nell’acqua allora fredda della Piscina Lido, attualmente Centro Federale (intitolato proprio ad Alberto Castagnetti). Da allora Alberto Lavorenti, la cui passione per la pallanuoto era viscerale, mi è sempre stato vicino, prima come compagno di squadra (io ero allenatore – giocatore); poi, quando io smisi di giocare e di allenare, fu naturale per lui sostituirmi nel ruolo di tecnico a bordo vasca. Non perdeva un allenamento e con i suoi metodi un po’ rustici e bruschi, e le sue espressioni spesso colorite, riuscì a fare innamorare di questo sport decine di giovani che a lui si affezionavano. Gli volevano bene anche gli avversari; spesso anche loro diventavano suoi amici. Gli piaceva discutere di pallanuoto; si accalorava e si interessava anche alla gestione di questo sport partecipando ai congressi della Fin. Molti fra i più anziani sicuramente lo ricordano.”

Nella foto sotto, dei primi annni ottanta, Alberto Lavorenti è il primo a destra. La squadra include  Silvio Cametti (secondo da destra in prima fila) e Camillo Cametti (terzo da sinistra, in piedi).

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