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Nuoto

Verso Doha 2014: intervista all'esordiente in azzurro Nicolangelo Di Fabio

Nicolangelo Di Fabio, esordiente azzurro al Mondiale per imparare

Esordiente in azzurro, Nicolangelo Di Fabio è senz'altro uno dei talenti italiani su cui la Nazionale di nuoto punta per il futuro. A Doha, per i Mondiali in vasca corta (3-7 dicembre), lo stileliberista gareggerà per la prima volta con la Nazionale maggiore. Abbiamo chiesto al 18enne abruzzese le sue aspettative per questa "prima" tra i grandi.

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Nicolangelo Di Fabio in partenza

Diciott'anni, una carriera promettente unita a un pedigree giovanile internazionale invidiabile e, tra poche ore, in volo verso la sua “prima” grande manifestazione con la Nazionale maggiore di nuoto. Nicolangelo Di Fabio attendeva questo momento, come chiunque inizi a nuotare a livello agonistico nel nostro Paese. Ma forse non si aspettava che il 2014 lo conducesse a Doha (Qatar) con il gotha del nuoto mondiale, dove sarà impegnato da mercoledì 3 dicembre nei Campionati Mondiali in vasca corta. Di Fabio (a sinistra nella foto Andrea Masini/ Deepbluemedia/ Insidefoto), giovane abruzzese originario di Cupello (Chieti) allenato dal suo coach storico Domenico D’Adamo, si è guadagnato la convocazione per la rassegna iridata in virtù di un ultimo anno davvero soddisfacente. Il suo 2014 lo ha visto emergere prepotentemente a livello giovanile. Di tutti i numerosi successi, spicca quello ottenuto ai Giochi Olimpici – riservati agli under 18 - di Nanchino, dai quali è tornato con al collo una medaglia d’oro nei 200 stile libero e un argento con i compagni – Bori, Carini e Sabbioni – della 4x100 sl. Le sua grandi prestazioni in agosto ottenuta in Cina – soprattutto la vittoria in 1’48’’45 nei 200 metri individuali – e i costanti miglioramenti gli sono valsi l’attenzione dello staff tecnico azzurro. Attenzione senz’altro monitorata in un’estate che ha portato all’atleta teatino che si allena a Vasto due argenti Juniores negli Europei di categoria a Dordrecht sui 200 sl e con la staffetta 4x200 e il bronzo con la 4x100 stile libero maschile. Dunque s’intende che l’interesse si fosse già concretizzato ben prima con la sua partecipazione a diversi raduni come il Progetto Talenti 2020 e al collegiale di ripresa con i "grandi" nello scorso settembre. Ultima in ordine di tempo, la selezione – con altri cinque giovani nuotatori – per il programma di monitoraggio e assistenza “Swim Your Best” organizzato da FIN e Arena. Risultati, abnegazione, doti tecniche, intelligenza e determinazione. Queste sono le qualità di Nicolangelo Di Fabio, destinate a portarlo in alto. Il suo primo passo è dunque Doha. Per crescere e fare esperienza da esordiente.

Ai Mondiali, lo stileliberista tesserato per SMGM Team Nuoto e – da quest’estate – anche per il Gruppo Sportivo Esercito, sarà una preziosa pedina al servizio della staffetta 4x200 stile libero. Una gara che l’ha già visto salire sul podio a livello Senior ai Campionati Italiani Primaverili Assoluti nel 2013 e 2014. In entrambi i casiDi Fabio si guadagnò l’argento con i compagni del Team Nuoto Lombardia. A capitanarli c’era sempre Filippo Magnini, che sarà una delle punte azzurre nella gara a squadre dell’Hamad Aquatic Centre di Doha. L'attesa porta a giovedì 4 dicembre, quando saranno in programma le batterie della staffetta, con la conseguente finale nel pomeriggio. La speranza, anche se difficile, è quella di poter ammirare il quartetto italiano ritornare ai fasti iridati – oro nell’edizione 2006 e bronzo nel 2008 – di un tempo. Intanto, però, siamo sicuri di una cosa: il giovane Di Fabio ci sarà, pronto a dare il suo primo contributo in azzurro "pesante”. E siamo certi sarà solo il suo primo apporto di una lunga serie alla causa. Anche lui ne sembra pienamente consapevole.

 

Di Fabio impegnato agli ultimi Campionati Italiani Estivi,  a Roma

Nicolangelo Di Fabio agli ultimi Campionati Italiani Estivi, tenutisi in agosto a Roma. Photo A.Masini/Inside/Deepbluemedia

 

Nicolangelo, l’anno che si sta per chiudere è stato indimenticabile. Riguardando a 12 mesi or sono – quando ti preparavi per volare alle Gymnasiadi in Brasile -, avresti mai pensato di ritrovarti a fare i preparativi per volare a un Mondiale in vasca corta Senior?

«No, non lo avrei mai pensato, soprattutto perché tutto è arrivato in così poco tempo. Per questo sono molto contento e spero di ricambiare la fiducia che è stata riposta in me con la convocazione».

Insomma un meritato biglietto che da Cupello (Chieti) ti porterà tra poche ore a Doha. Cosa ti aspetti dai Mondiali e che contributo cercherai di dare a una staffetta, la 4x200 stile libero, così importante per l’Italia?

«Mi aspetto di crescere soprattutto dal punto di vista tecnico, ma anche sul piano emotivo. Credo che nuoterò solo la staffetta. Ma in quella gara darò il massimo per riuscire a raggiungere il miglior risultato possibile».

Cos’è cambiato e in cosa sei migliorato maggiormente nell’arco dell’ultima stagione?

«Di certo è aumentata la mia forza, anche perché sono cresciuto fisicamente nell’arco di quest’ultima stagione. Ma è migliorato anche il mio modo di accettare le sconfitte. Infatti, affacciandomi sempre più nel mondo dei “grandi” e nel panorama internazionale, anche se finora soltanto a livello giovanile, ne ho subìte molte di più. Da questo ho imparato ad analizzare gli insuccessi criticamente e a vedere in loro uno stimolo per il miglioramento».

In ogni caso, sarà la tua “prima” con la Nazionale maggiore. Con alcuni dei compagni presenti in Qatar (vedi Simone Sabbioni, Ambra Esposito e Andrea Mitchell D’Arrigo) avete in comune lo stesso percorso nelle Nazionali giovanili. Che rapporto hai con D’Arrigo: nuotate le stesse distanze e spesso siete stati compagni sì, ma anche rivali?

«Dal salto tra i Senior mi aspetto in particolar modo di crescere sempre di più. Quanto a Mitchell, siamo amici e abbiamo sempre avuto dei buoni rapporti. Mi piace gareggiare contro di lui perché costituisce per me un buono stimolo essendo lui molto più forte. E in più siamo quasi coetanei».

Tornando a quest’estate, raccontaci la tua esperienza alle Olimpiadi Giovanili di Nanchino: quanto è utile competere in una situazione così simile ai Giochi dei “grandi”? E cosa cambia nel livello generale della manifestazione, confrontandola con altri Campionati prettamente natatori come Europei e Mondiali Juniores?

«Per i giovani, a mio parere, è utile prendere parte a questo tipo di manifestazioni per confrontarsi non solo in acqua ma anche fuori con altri coetanei provenienti da tutto il mondo. Di solito, nel nuoto, il valore di una medaglia olimpica è maggiore di quella di un mondiale, ma a livello giovanile non penso sia la stessa cosa in quanto alle Olimpiadi possono partecipare solamente quattro atleti per sesso e per nazione. E ciò non garantiva una totale copertura delle gare in programma».

Rimanendo focalizzati sugli ultimi mesi, c’è da dire che oltre alle soddisfazioni in vasca, è arrivato anche l’arruolamento nel Gruppo Sportivo Esercito. Cosa cambia avere anche una società militare alle spalle?

«Oltre al privilegio di appartenere ad una forza armata, si aggiunge anche quello di avere a disposizione un ottimo personale specializzato, unito a delle strutture all’avanguardia e funzionanti. Colgo l’occasione infatti per ringraziare il Centro Sportivo Esercito».

Non solo vittorie, soddisfazioni sportive nel tuo 2014. Sei entrato a far parte del progetto Swim Your Best di Arena e FIN. Secondo i criteri di selezione sei tra i migliori atleti giovani in Italia. Un altro ben riconoscimento, ma che richiederà un impegno aggiuntivo e una nuova sfida…

«Mi ha fatto piacere entrare nel progetto. È una nuova sfida, senza dubbio, ma è anche bene ricordare come noi ultimi selezionati beneficiamo di un grande sostegno, sia per quanto riguarda i materiali sia per la partecipazione a collegiali di controllo da parte di Arena e FIN».

Parlaci un po’ del primo incontro con voi sei finalisti, tenutosi la scorsa settimana a Tolentino. Che effetto fa avere come tutor Gregorio Paltrinieri - gli altri due sono Massimiliano Rosolino e Lisa Fissneider, che seguiranno due giovani atleti a testa -, anche se non era presente di persona? Ti piacerebbe dedicarti alle distanze più lunghe?

«Mi ha fatto piacere essere stato affidato a Gregorio, un vero campione sia dentro che fuori dalla vasca. Spero che almeno lui riesca a spronarmi ad affrontare gare più lunghe, rispetto alle mie solite, come i 400 stile».

Il progetto prevede come premio finale la presenza dei vincitori al centro di alta specializzazione ad Eindhoven e la convocazione in competizioni internazionali di alto livello, ma tiene anche conto del rendimento a livello scolastico. Che rapporto hai con la scuola?

«Ci è stato ricordato anche nell‘incontro a Tolentino come sia importante lo studio perché bisogna pensare anche a cosà sarà di noi una volta finito di nuotare. Io sono all‘ultimo anno del Liceo Scientifico ed ho sempre avuto un buon rendimento scolastico».

Sei abruzzese della provincia di Chieti. Così come il tuo allenatore Domenico D’Adamo. Qual è il segreto del vostro binomio vincente? E quanto sei legato alla tua terra d’origine?

«Non abbiamo nessun segreto, se non lavorare con costanza e determinazione. Sono molto legato alla mia terra d’origine, agli amici. Insomma è un bel posto per me. Ma purtroppo nella zona in cui vivo non ci sono né Università né piscine da 50 metri».

Il nuoto è parte principale della tua vita. Ma per inseguire un sogno in questo sport, hai dovuto fare qualche sacrificio, sia da parte tua, sia da parte della tua famiglia?

«Non credo si possa parlare di sacrifici quando si pratica una passione, come lo è per me il nuoto. Piuttosto si può parlare di qualche rinuncia. Forse il sacrificio c’è stato più da parte della mia famiglia. Ovvero quello di dovermi accompagnare quasi tutti i giorni per due volte al giorno a Vasto, per potermi allenare».

Se qualche tuo compagno avesse difficoltà nel proseguire con il nuoto per mancanza di motivazioni o per difficoltà scolastiche, cosa gli consiglieresti per farlo proseguire? Ti sei mai ritrovato in prima persona di fronte a momenti difficili?

«Sinceramente non mi è mai capitato di dare consigli del genere e al momento non so di preciso cosa direi. E per ora, direi anche per fortuna, non mi sono mai trovato in prima persona a dover affrontare problemi simili».

Quanto ami il tuo sport e, soprattutto, dove ti vedi tra qualche anno?

«Il nuoto, lo ricordavo prima, mi piace davvero molto. È una passione che coltivo fin da piccolissimo e spero di poterlo fare anche in futuro. Il sogno è quello di partecipare alle Olimpiadi e mi impegnerò affinché possa essere realizzato».

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