Tecnica del Nuoto.
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La giornata di finali allo Stadio del Nuoto di Riccione ha regalato, come detto, due pass individuali. Gli Assoluti Primaverili lasciano diversi doni. Uno per l’esperto Federico Turrini (400 misti) e l’altro per la più giovane nuotatrice delle Fiamme Oro e Circolo Canottieri Aniene, Aurora Ponselè (1500 stile libero). Ma tra i più soddisfatti del mercoledì ci sono anche due graditi ritorni. Da una parte il delfinista Matteo Rivolta, 23enne primatista italiano dei 100 farfalla che rivede la luce – e i Mondiali, visto che coglie almeno il tempo limite per far parte della staffetta mista – dopo una stagione e mezzo zeppa di difficoltà. Oltre a lui, torna il sorriso luminoso della ranista Ilaria Scarcella. La primatista italiana torna a nuotare i 200 rana a livelli che le mancavano dal suo incredibile 2009. Ecco le loro dichiarazioni.
Chi è in momento di grazia è Aurora Ponselè (in copertina nella foto di Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto), marchigiana efficace ormai nei due mondi confinanti di nuoto in acque libere e in vasca. Oggi l’ennesima conferma, con la qualifica mondiale nei 1500 stile libero (per 11 centesimi rispetto al crono richiesto da Federnuoto), con tanto di personale abbassato di 31 centesimi a 16’12’’89: «Dopo il 5000 nuotato molto bene domenica scorsa – con tanto di nuovo primato italiano ai tricolore di fondo -, devo dire che la condizione è rimasta alta. Il record italiano era arrivato e ne ero pienamente soddisfatta. Ovviamente la gara di punta a Riccione in questi Primaverili erano altre, quella era di passaggio: sapevo di poterlo fare ad alti livelli ed è andata bene. E i 1500 di oggi erano davvero importanti. Il pass per i Mondiali non può che rendermi felice. La qualificazione è arrivata per soli 11 centesimi? Sì, è stata un po’ sofferta, diciamo così. Me lo ha detto anche Emanuele Sacchi, il mio allenatore, che nell’ultimo 50 stava fremendo. Nei programmi c’era l’idea di passare più veloce a metà gara e cercare di fare un buon ritorno. È stato un po’ faticoso come ritorno, ma va bene così oggi. Probabilmente vedremo di andare un po’ più piano per poter fare una gara più regolare e cercare di chiudere meglio. Sono la sesta più veloce al mondo nel 2015? Bene, però questo fa capire che c’è ancora da lavorare molto se si vuole fare di meglio. Il livello ai Mondiali sarà decisamente più alto e devo dire che i 1500 sono una distanza che mi viene più difficile, però essere riuscita a fare il tempo qui è una cosa assolutamente positiva. Posso iniziare a lavorare bene per impostare diversamente la gara. C’è tempo anche per preparare la 10 km a Kazan, mi devo ancora qualificare per quella. L’obiettivo è raddoppiare come ho fatto a Berlino, con la medaglia d’argento e la finale nei 1500. E poi c’è ancora un 800 qui a Riccione. Proverò a qualificarmi anche lì».
Chi è una certezza ormai da diversi anni è Federico Turrini. Livornese, 28 anni da compiere in luglio e allievo di Stefano Franceschi e bronzo europeo in carica sulla distanza, vuole fortemente una finale mondiale, un mattone che ancora gli manca. Da oggi avrà l’opportunità di cercare l’obiettivo nei 400 misti iridati in agosto. Comincia il suo inseguimento con un 4’13’’20 che è il terzo crono mondiale dell’anno alle spalle dei giapponesi Hagino e Seto. «Avevo avuto degli alti e bassi nell’avvicinamento ed ero un po’ titubante. – ha detto Turrini -. Ma negli ultimi giorni sentivo di essere in buone condizioni. Perciò speravo innanzitutto di qualificarmi. Poi, 4’13’’2 è un ottimo tempo per me. Di certo qualificarsi a questo punto della stagione mi lascia il tempo di lavorare più tranquillamente. Dopo la finale europea di Berlino, sarebbe bello puntare a una finale mondiale. È uno degli obiettivi che ho sempre inseguito e sognato per suggellare la mia carriera e lavorerò duramente per cercare di coglierlo a Kazan. Penso che potrò e vorrò avere un po’ di margine col dorso, che è già il mio stile preferito – ne parlerò bene con Stefano – Franceschi, il suo tecnico, ndr – e poi si può fare meglio nello stile libero con lo sprint finale. Questo dipende anche molto da come si mette la gara, ma anche su questo aspetto si può lavorare ancora. Mi piacerebbe tornare a nuotare 4’11’’ come ho nuotato già due anni fa. Sicuramente con quel tempo ci si può piazzare bene anche a livello mondiale».
Sarà il ritorno alla luce di Matteo Rivolta? Grazie al suo 52’’05 non ha agguantato il pass per la gara individuale di Kazan, ma ha superato lo scoglio del 52’’3, tempo fissato da Federnuoto per poter far parte della staffetta 4x100 mista. Il poliziotto milanese tesserato anche per il Team Insubrika, pare essere tornato con le braccia e con la mente, verso quell’atleta che è stato fino a due stagioni fa. Ovvero il delfinista capace di fissare il record italiano ai Mondiali 2013 di Barcellona, quando nuotò fino a 51’’64. «Sono sicuramente contento di essere tornato a vincere questa gara – ha detto che è un po’ la mia di gara perché penso di poter esprimere ancora tanto su questa distanza. Ma questo tempo diciamo che rispecchia la mia condizione di questo momento. Mi sento bene e proverò a ritornare sui livelli di due anni fa, i miei migliori. Per fare questo bisognerà lavorare. La stagione è ancora lunga ma sono soddisfatto di avere intrapreso questa strada che potrebbe portarmi a una finale mondiale. Le condizioni ci sarebbero tutte. La determinazione c’è da parte di tutti, da me in primis. La gente che mi vede dal di fuori mi dice che i risultati di Barcellona 2013 non rappresentano assolutamente il mio limite massimo. Cos’è mancato in questi ultimi tempi? Forse ho messo troppo tempo a far pulizia a livello mentale, non tanto a livello fisico. Se sbagli un appuntamento a livello fisico, non fallisci quello successivo. Diverso il discorso di testa, è decisamente più difficile».
Matteo Rivolta alla partenza nella finale dei 100 farfalla. Photo Giorgio Scala/Deepbluemedia/Insidefoto
Raggiante è Ilaria Scarcella, passata negli albi del nuoto italiano come 16enne rampante ai Mondiali di Roma 2009, oggi la primatista italiana nei 200 rana è tornata a ruggire, più matura e veloce come sei anni fa, o quasi. Il suo 2’26’’61 non le vale il pass per i Mondiali 2015, ma la fa ritornare in auge nelle gerarchie della rana. «Sono tornata? Io ci sono sempre stata – ha detto la ranista allenata da Massimo Meloni al CC Aniene - Ho passato soltanto un periodo difficile e se non avessi mai avuto perseveranza non ce l’avrei mai fatta. Questo è solo un altro punto di partenza. È vero, il tempo limite per i Mondiali è ancora lontano, è molto basso. Poi però sarà, secondo me anche a discrezione dei tecnici capire chi meriterà di andare in Russia. Poi c’è sempre l’opportunità del Settecolli. Per ora sono molto contenta e oggi va bene così. Il 200 rana è quello che soffro di più “di testa” e mi ha lasciato un brutto ricordo. Questa gara è venuta e sono tanto contenta. Quello che arriverà dopo arriverà. Dovevo cercare il passaggio. Giulia Verona l’ho vista all’ultima virata e ho cercato di tenere il suo recupero. Sono comunque molto soddisfatta».
Sopra Ilaria Scarcella all'arrivo dei suoi 200 rana vincenti. Photo Andrea Masini/Deepbluemedia/Insidefoto