La notizia è di oggi. Il China Daily riferisce che la grande star del nuoto cinese Yang Sun è stato punito per avere infranto una serie di regole che avrebbe dovuto rispettare, sia come membro della squadra nazionale sia come appartenente al club cui, lo Zhejiang College of Sports, un sodalizio che si trova nel Sud Est della Cina. Il giornale cita come fonte il club stesso.

Il direttore del collegio, Janshe Li, in una intervista telefonica alla televisione nazionale cinese CCTV, ha accusato Sun di mancanza di disciplina.

Per mezzo di un comunicato accorato, diffuso lunedì (ieri) il collegio ha chiesto al 22enne nuotatore di riflettere su ciò che ha fatto, dopo che Sun aveva chiesto un nuovo allenatore e dopo che erano circolate voci su una sua storia d’amore con una hostess di volo. Secondo un altro giornale il povero Sun sarebbe stato fuori tutta la notte, anziché focalizzarsi sugli allenamenti.

Il college ha pure trattenuto la borsa di studio mensile e lo “provvisoriamente sospeso” da ogni attività sociale e commerciale, comprese le sponsorizzazioni individuali.

La relazione decennale fra Yang Sun e il suo allenatore Zhigen Zhu, 56 anni, si era inasprita quando il nuotatore aveva chiesto di potere cambiare allenatore: una richiesta nata in seguito alla manifesta disapprovazione del coach della sua relazione con l’hostess: una relazione che, a giudizio di Zhu, avrebbe deconcentrato Sun e lo avrebbe distolto dal massimo impegno per gli allenamenti.

Zhu teme anche che i troppi impegni commerciali di Sun abbiano conseguenze negative sull’impegno di Sun negli allenamenti e, in ultima analisi, sulle sue prestazioni in gara. In effetti, dopo le Olimpiadi di Londra, Sun è stato corteggiatissimo da brand di primo piano, che si è impegnato a promuovere in prima persona, in qualità di testimonial.

Sun è stato assente dagli allenamenti per 40 giorni consecutivi e il già programmato collegiale in Australia (avrebbe dovuto iniziare a giorni, dopo il Capodanno cinese) ha dovuto essere cancellato a causa di un infortunio alla spalla. Questa, almeno, la motivazione ufficiale fornita da un responsabile del college. In realtà, anche questo provvedimento sembra avere uno scopo punitivo.

Il direttore Jianshe Li ha poi detto duramente: “Questo posto è per buoni atleti, non per atleti con privilegi”. Poi ha aggiunto: “Quantunque Yang Sun si sia reso conto di avere sbagliato ed abbia promesso di rigare diritto, abbiamo dovuto punirlo lo stesso, perché tutti sono uguali di fronte alle regole”.

Chisa finale dell’ineffabile Li: “Zhu ha allenato Sun per 10 anni; non credo che il loro legame sia così fragile”.

Finora ne Zhu ne Sun hanno commentato questa affermazione. Dopo avere vinto due medaglie d’oro a Londra 2012, Sun è diventato l’atleta cinese più popolare in patria. Lo scorso mese era stato proclamato Personalità Sportiva del 2012. Fra le donne, con lo stesso titolo, era stata premiata Shiwen Ye, anche lei duplice medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra (200 e 400m misti).

In pratica, con Sun e la Ye mai il nuoto era stato così popolare in Cina.

Si stenta a credere a una storia come quella descritta sopra. Invece, come abbiamo visto, dopo essere stato appena proclamato il miglior atleta cinese del 2012, Yang Sun è stato duramente punito dal College (anche Club di nuoto) di cui fa parte. Una doccia gelida del tutto inattesa. Il grande campione è stato messo alla gogna, umiliato come persona, lacerato nei suoi sentimenti, devastato nel suo impegno extra natatorio: gli hanno distrutto la sua storia d’amore, gli vogliono impedire di diventare ricco, e l’hanno costretto a fare l’autocritica. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando impazzava la nefasta “rivoluzione culturale”!

Ma di quali “delitti” si sarebbe macchiato Yang Sun? Realizzare dei profitti grazie al personaggio che è diventato con il  nuoto, stare vicino alla ragazza che ama e vivere liberamente la sua storia d’amore, scegliersi un nuovo allenatore. “Delitti”? Ma quando mai. Il povero Sun ha soltanto cercato di vivere in modo simile a quello, ad esempio, di Federica Pellegrini. Ora sappiamo che in Cina non si può fare.