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Tokyo, Sabato 14 Marzo 2020 – Coronavirus e Olimpiadi 2020

COVID-19: Giochi della 32a Olimpiade a rischio

A fronte delle rassicurazioni dei responsabili organizzativi dei Giochi Olimpici, dei governanti nipponici e del CIO, cresce la preoccupazione di quanti temono che la remissione del virus sia lontana e chiedono il rinvio dei Giochi.

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SHINZO ABE

Fra ieri e oggi il premier del Giappone Shinzo Abe (in copertina e sotto durante la conferenza stampa), tramite il suo capo di gabinetto Yoshihide Suga, la governatrice di Tokyo Yuriko Koike, il presidente del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi di Tokyo 2020, Yoshiro Mori (ex primo ministro), in scia con il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, hanno ribadito che l’ipotesi di un rinvio dei Giochi Olimpici non è considerata e che la data del 24 luglio fissata per la cerimonia di apertura è confermata.

Ma basta informarsi sui media giapponesi per capire che tanta certezza e tanta tranquillità sono sempre meno condivise dai nipponici.

Perfino il ministro olimpico, Seiko Hashimoto, il 3 marzo aveva affermato che esiste la possibilità che i 32i Giochi Olimpici vengano rinviati a causa del corona virus.

In tutti c’è la consapevolezza che il rinvio delle Olimpiadi causerebbe seri problemi all’economia del Paese ma c’è anche il timore che se le Olimpiadi si svolgessero con l’epidemia ancora in corso, ancorché in calo, in Giappone e nel resto del mondo, potrebbero provocare una catastrofe sanitaria irrimediabile.

C’è chi osserva che la situazione potrebbe indurre numerosi paesi e atleti a rinunciare ai Giochi, il cui valore, in termini sportivi ed economici andrebbe a diminuire. D’altra parte pesanti restrizioni sui viaggi sono già in atto in molti paesi del mondo. Lo stessi Giappone vieta l’ingresso al paese agli italiani, soprattutto quelli provenienti dalle zone rosse (Lombardia, Veneto…).

SHINZO ABE

La decisione finale sarà presa più avanti, presumibilmente attorno alla fine di maggio. A dire la loro saranno anche gli altri stakeholder – sponsor, federazioni internazionali…- e, soprattutto, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le cui indicazioni, secondo quanto ha detto Bach ieri a Olimpia in occasione dell’accensione della fiamma olimpica, saranno ascoltate.

La pandemia da corona virus sta già ponendo "seri problemi nelle gare di qualificazione, fra cancellazioni e rinvii. Dovremo reagire in modo molto flessibile", ha affermato Bach riferendosi a possibili modifiche ai criteri di qualificazione.

Giovedì 12 marzo, al presenza di Bach, del presidente del Comitato Olimpico Ellenico Spyros Capralos (ex pallanuotista) e di altri dignitari, a Olimpia, nel Peloponneso, con una cerimonia a porte chiuse, è stata accesa la fiaccola olimpica che il 19 marzo sarà consegnata agli organizzatori giapponesi come da programma.

Intanto, nel paese del Sol di Levante, c’è chi invoca le dimissioni in massa di una classe dirigente “gerontocratica e incapace di assumere le decisioni migliori nell’interesse del Paese”.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, venerdì 13 marzo, pur affermando di non volere dare consigli al suo “amico” Shinzo Abe (“che ha fatto e sta facendo un ottimo lavoro per ospitare un’olimpiade spettacolare, sia in termini di impianti che di organizzazione”), ha suggerito che il rinvio dei Giochi di un anno potrebbe essere opportuno, piuttosto che fare svolgere i Giochi a porte chiuse, senza spettatori. Ipotesi esclusa da Abe nel corso dell’odierna conferenza stampa, anche perché non si vuole vanificare un investimento stimato in oltre 35 miliardi di euro.

Oggi la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, ha promesso di adottare misure adeguate contro il corona virus sin dall’inizio della staffetta della Torcia Olimpica attraverso il Giappone - il 26 marzo nella prefettura settentrionale di Fukushima - e ha garantito misure affinché i Giochi 2020 siano del tutto "sicuri".

Ma, nonostante le rassicurazioni, si naviga a vista. Prova ne sia che martedì 10 marzo il primo ministro giapponese ha rinnovato il divieto di svolgimento di tutti gli eventi, non solo sportivi, per altri dieci giorni (il primo divieto era stato emesso il 25 febbraio). Egli ha affermato che altre misure saranno prese, se necessarie, ma che al momento non si intravvede alcuna necessità di dichiarare lo stato di emergenza.

Dunque, gli eventi sportivi, compresi i trial di nuoto giapponesi, si svolgeranno, sia pure a porte chiuse (vedi notizia).

Il pacchetto di misure economiche che il governo giapponese delibererà all’inizio di aprile probabilmente terrà conto anche del rischio cancellazione delle Olimpiadi.

La Banca Centrale del Giappone sta valutando le conseguenze dell’eventuale cancellazione e del suo possibile impatto sull’economia, e sta già mettendo in atto misure, come il rilassamento della politica monetaria, per contrastare la volatilità dei mercati. Se le Olimpiadi dovessero svolgersi come previsto, l’economia riceverebbe un’impennata grazie all’aumento della domanda generata dai Giochi, altrimenti i consumi potrebbero raffreddarsi e innescare la recessione.

Alcuni bookmaker hanno cominciato ad accettare scommesse sul rinvio.

 

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