Tecnica del Nuoto.
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Lunedì 14 settembre Yoshihide Suga (in copertina), 71anni, già Capo di Gabinetto dal 2012 del governo del premier Shinzo Abe, grande fautore delle Olimpiadi, dimessosi ai primi di settembre per motivi di salute, è stato nominato leader del partito liberal-democratico in Giappone ed è stato eletto nuovo premier in una sessione straordinaria del Parlamento, ottenendo 314 voti sui 465 disponibili alla Camera dei Rappresentanti. Una scelta nel segno della continuità che garantisce il pieno appoggio del governo nipponico all’organizzazione delle Olimpiadi di Tokyo 2020 rinviate al prossimo anno.
A fronte di questa buona notizia ce ne sono altre meno buone, se non pessime. A cominciare dalle recenti dichiarazioni dei responsabili dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), diretta da Tedros Adhanom Ghebreyesus, secondo cui "il mondo è ancora all'inizio della pandemia".
L’OMS dipinge un quadro terrificante. "È molto peggio di ogni libro di fantascienza sulle pandemie. Non siamo neppure a metà, siamo ancora all'inizio della pandemia". Lo ha detto l'inviato dell’OMS, David Nabarro, durante un'audizione nel parlamento del Regno Unito. Lo stesso ha aggiunto: “La pandemia provocherà una gigantesca contrazione economica che rischia di raddoppiare il numero dei poveri, il doppio del numero di malnutriti e spingere centinaia di milioni di piccole imprese fuori dal mercato”.
La pandemia di coronavirus ha ucciso almeno 938.483 persone nel mondo dalla fine di dicembre e sono stati diagnosticati quasi 30 milioni di casi. Gli Stati Uniti sono il Paese più colpito con 200mila morti e 6,7 milioni di contagi. Seguono Brasile (133mila morti), India (5 milioni di casi e 82mila morti), Messico (quasi 72mila morti) e Regno Unito (quasi 42mila morti). Spagna, Francia, Germania, America Latina e Asia non stanno meglio. Aumentano i casi ovunque.
La speranza di contrastare la pandemia è riposta nel vaccino. Meglio: nei vaccini che starebbero per essere sviluppati da più paesi, e inizierebbero a essere testati e, poi, a entrare in produzione in quantità massicce negli Stati Uniti (Trump: "Possibile vaccino tra 3-4 settimane"), in Russia, Cina India, Inghilterra e Italia.
La speranza, anche quella di realizzare i Giochi Olimpici nel 2021, è l’ultima a morire ma il presidente del CIO, Thomas Bach (foto sotto con Shinzo Abe), mercoledì 9 settembre, ha insistito sul fatto che un vaccino COVID-19 non darà automaticamente il via libera alla disputa dei Giochi Olimpici e Paralimpici a Tokyo il prossimo anno. Bach ha emesso il duro avvertimento durante una conferenza stampa virtuale seguita a una riunione del Comitato esecutivo del CIO. Bach ha poi detto di non essere stato in grado di rispondere a domande sui dettagli dell'organizzazione di Tokyo 2020 poiché "la situazione sta cambiando quasi di giorno in giorno". Infine, ha aggiunto: "La task force deve prepararsi per diversi scenari, non sapendo quale sarà l'ambiente il prossimo anno. Non sarà facile, ma ovviamente si sta prendendo in considerazione l'allontanamento sociale. Stiamo anche seguendo molto da vicino lo sviluppo di test rapidi e vaccinazioni, perché questi potrebbero facilitare i preparativi. Ma è troppo presto per dare una risposta concreta a quello che sarà lo scenario finale. L'unica cosa che possiamo dire è che si dovrà offrire un ambiente sicuro per tutti i partecipanti".
La task force per le contromisure contro il coronavirus, formata da funzionari del governo giapponese, del governo metropolitano di Tokyo e del Comitato Organizzatore di Tokyo 2020, sta valutando possibili scenari e misure che potrebbero consentire alle Olimpiadi di svolgersi come previsto dal 23 luglio all'8 agosto 2021. Le Paralimpiadi dovrebbero poi seguire dal 24 agosto al 5 settembre.
Sono in discussione i controlli alle frontiere, le contromisure COVID-19 nelle sedi di gara e di allenamento, i piani per trattare le persone infette, le regole per il trasporto pubblico e la necessità di un periodo di isolamento (quarantena) all'ingresso in Giappone.
Oltre all’incubo pandemia potrebbe esserci anche l’incubo caldo.
L’allarme è stato lanciato dal consulente di Tokyo 2020, Makoto Yokohari, professore di ambiente e pianificazione urbana presso l'Università di Tokyo. Il luminare ha suggerito che anche se i Giochi si terranno, potrebbero essere rovinati dal caldo e dall'umidità. Analizzando i dati risalenti delle precedenti Olimpiadi, Yokohari ha scoperto che durante il periodo di svolgimento dei Giochi Tokyo potrebbe avere la temperatura e le precipitazioni medie più alte di qualsiasi altra città ospitante.
"Quando si tratta di stress da caldo o colpo di calore, il problema non è solo la temperatura ma anche l'umidità. Quando puoi combinare questi due fattori Tokyo è la peggiore della storia", ha detto Yokohari.
Il caldo è diventato una delle principali preoccupazioni per Tokyo 2020 dopo che sono stati registrati più di 50 decessi in Giappone a causa dell'aumento delle temperature nel luglio dello scorso anno.
Come misure di prevenzione del calore si pensa a misure come l'uso di neve vera e finta, nebulizzatori di nebbia rinfrescante e tende ombreggianti.
Nonostante tutto il vicepresidente del CIO e presidente della Commissione di Coordinamento di Tokyo 2020, l’australiano John Coates (foto sotto), si è detto fiducioso che i Giochi Olimpici e Paralimpici si svolgeranno nella capitale giapponese il prossimo anno “con o senza COVID-19”. Coates si sforza di mantenere alto l’interesse dei broadcaster e degli sponsor.
Intanto il 23 luglio scorso, esattamente un anno prima dell’inizio dei Giochi, è stato fatto partire il countdown. Con l’occasione Tokyo 2020 e il CIO hanno organizzato una serie di attività avvalendosi dei rispettivi canali digitali. Fra esse un live media event allo Stadio Olimpico incentrato sulla fiamma olimpica e con la partecipazione dell’iconica nuotatrice giapponese Rikako Ikee (foto sotto), guarita dalla leucemia e recentemente tornata alle gare.
Ben 57 network televisivi - 47 dei quali detentori dei diritti di trasmissione degli eventi olimpici - hanno acquistato il segnale e trasmesso in diretta l’evento in 138 paesi. Contestualmente il CIO ha lanciato la campagna #StrongerTogether (#Più forti insieme) per sottolineare l’importanza della solidarietà e dell’unità in questi tempi difficili, nonché il potere dello sport, in particolare quello dei Giochi Olimpici, di riunire le persone.
Anche le massime autorità giapponesi sono dell’opinione che i Giochi debbano svolgersi ad ogni costo nonostante solo il 24% dei cittadini giapponesi sia favorevole allo svolgimento delle Olimpiadi il prossimo anno, secondo un sondaggio di luglio.
Il governatore di Tokyo, da poco riconfermato, la signora Yuriko Koike (foto sotto), ha ribadito il suo impegno a ospitare le Olimpiadi di Tokyo 2020, e ha insistito sul fatto che i Giochi debbano svolgersi nel 2021 "con tutti i mezzi", nonostante la minaccia della pandemia COVID-19.
Sulla stessa linea il ministro olimpico giapponese, Seiko Hashimoto. I due hanno sottolineato le difficoltà psicofisiche che stanno incontrando gli atleti a causa del ritardo di un anno.
Per il momento i confini del Giappone sono ancora in gran parte chiusi ai visitatori stranieri appartenenti a ben 146 paesi. A coloro cui è consentito entrare è imposta una quarantena di due settimane. Alle Olimpiadi, se si faranno, sono attesi circa 11.000 atleti in rappresentanza di più di 200 paesi e territori. A loro potrebbero essere imposte restrizioni, e i loro movimenti controllati tramite un’apposita app (in fase di sviluppo).
Un compito gigantesco e assai complesso quello degli organizzatori. Ma ai giapponesi, la storia insegna, non fanno difetto determinazione e tenacia, e nemmeno l’etica del lavoro e la volontà di perseguire gli obiettivi.
Tuttavia, una settimana fa, l’11 settembre, il Comitato Organizzatore ha perso una figura chiave, il direttore sportivo Koji Murofushi, 45 anni, ex martellista olimpico (foto sotto; alla sua destra il presidente del Comitato Organizzatore Toshiro Muto e il presidente della FINA Julio Maglione).
Murofushi è stato nominato Commissioner della Japan Sports Agency (JSA), una specie di ministero dello sport. Subentra nella carica a Daichi Suzuki (foto sotto), ex campione olimpico dei 100 metri dorso a Seoul 1988 (vinse nuotando in subacquea quasi l’intera distanza) e presidente della federazione nuoto giapponese.
Murofushi, che aveva ricoperto l’incarico dal giugno 2014 occupandosi di questioni importanti come il piano degli impianti, la programmazione degli eventi e le relazioni con le federazioni internazionali, continuerà ad occuparsi della preparazione dei Giochi anche nel nuovo ruolo.