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Prestazioni di livello elevato in tutte le gare del pomeriggio, ma è ancora la giovane americana a regalare le emozioni più intense: il suo record mondiale è stratosferico. L'ultimo pomeriggio di gare in terra australiana inizia con il piede giusto.
Ryan Cochrane conduce sin dalle fasi iniziali gli 800 stile libero e chiude con un tempo, 7:45.39, molto simile a quello fatto registrare, ai Campionati europei, da Gregorio Paltrinieri, 7:44.98. Alle spalle del canadese è lotta aperta tra lo statunitense Connor Jaeger e i due baby australiani Mack Horton (classe '96) e Jordan Harrison ('95). Il più giovane dei due oceanici riesce ad aggiudicarsi l'argento precedendo di 2 centesimi l'americano, 7:47.73 vs 7:47.75, mentre Harrison rimane ai piedi del podio con 7:48.20.
La gara del giorno non si fa attendere molto. Sono i 1500metri stile libero femminili, la finale seguente.
A differenza del meeting texano di Shenandoah, dove in giugno stabili il record mondiale della distanza nuotando praticamente da sola, sulla Gold Coast Katie Ledecky (nella foto di copertina dopo il record) ha a che fare con il meglio della concorrenza mondiale del 2014: la neozelandese Lauren Boyle e la canadese Britta MacLean. Queste toccano la piastra rispettivamente a 15:55.69 e 15:57.15. Nessuno, quest'anno, eccetto la Ledecky, ha nuotato i 1500 in un tempo inferiore.
La 17enne americana fa gara solitaria, ma senza dilapidare tutte le energie nella prima fase. Se solo si analizzano i recenti primati mondiali realizzati nei 400 e 800 stile libero si nota che i maggiori progressi della stellina made in Usa sono avvenuti nella condotta di gara e distribuzione delle energie. Anche nella competizione odierna, Katie, ha frenato il proprio impulso suicida nei primi 800, nuotati al di sopra del vecchio record del mondo (8:16.90 vs 8:16.18), per aprire il gas dopo i 900 metri. Da quel momento in poi la Ledecky ha completato ciascun 100 al di sotto degli 1:02 (con una sola eccezione) e nelle ultime due vasche ha chiuso 59.84 (28.99 nei 50 conclusivi).
Il tempo complessivo, 15:28.36, non può non spaventare il resto del globo, che nell'anno solare 2014 è rimasto distante quasi 30 secondi da tale crono.
L'unico ostacolo che, ad oggi, può impensierire la campionessa americana è la sua volontà di allenarsi e faticare a dispetto di una concorrenza mondiale che non riesce più a metterle paura, ma il progresso di 6 secondi rispetto al precedente record (15:34.23) ci suggerisce che alla Ledecky non dispiaccia confrontarsi solo con se stessa.
Nei 200 misti femminili, una Alicia Coutts, distante da quella ammirata nel recente passato, conduce la gara fino ai 150 metri, ma crolla nell'ultima vasca favorendo la consacrazione di Maya Dirado. La 21enne statunitense, negli ultimi due anni è giunta al vertice delle gerarchie nazionali e il suo primo sub 2:10, 2:09.93, rappresenta un notevole incentivo a proseguire in questa direzione. Terza l'altra americana, Caitlin Leverenz che, dopo essersi ricongiunta con la Coutts grazie alla frazione a rana, chiude persino peggio dell'australiana nello stile libero.
I 200 misti maschili sorprendono già al mattino. In batteria Tyler Clary è il migliore degli statunitensi. Anche Michael Phelps entra in finale. Invece, Ryan Lochte deve disputare la finale di consolazione. In quest'ultima, il detentore del record del mondo della distanza passa molto forte a delfino-dorso (53.73), rimane efficace nella rana (33.76) e nuota piuttosto male lo stile libero (28.53). Comunque il tempo complessivo è notevole, 1:56.02.
Nella finale A, Michael Phelps (nella foto sotto con Nathan Adrian) lascia scappare Kosuke Hagino nelle prime due frazioni (54.15 vs 55.09), ma nonostante la sua progressione nella seconda fase di gara non riesce a riacciuffare il giapponese per soli 2 centesimi, 1:56.02 vs 1:56.04. Terzo l'altro nipponico, Daiya Seto, in 1:57.72.
Il brasiliano Thiago Pereira ha fatto gara di testa assieme a Hagino, tuttavia un 29.70 negli ultimi 50 gli ha sbarrato la strada per il podio e conclude quarto, a 11 centesimi da Seto.
Nei 50 stile femminili le sorelle Cate e Bronte Campbell fanno ancora doppietta: oro ed argento.
Cate, la maggiore (classe '92), realizza la migliore prestazione mai nuotata con costume in tessuto, 23.96, eguagliando il crono effettuato da Francesca Halsall ai Giochi del Commonwealth.
Bronte ('94) rimane distante 60 centesimi, ma ha il merito di mettere la mano davanti a tutte le altre. Il terzo posto se lo aggiudica, a sorpresa, la canadese Chantal Van Landeghem, 24.69, che sul touch finale brucia per un solo centesimo la statunitense Simone Manuel.
La finale maschile della gara più breve, stando all'esito delle batterie, avrebbe dovuto essere una sfida tra gli americani Anthony Ervin e Nathan Adrian ma il brasiliano Bruno Fratus non fa rimpiangere ai tifosi brasiliani l'assenza del connazionale César Cielo Filho: chiude in 21.44, distanziando ampiamente i due statunitensi; Ervin è secondo in 21.73, Adrian terzo con 21.80.
Nei 200 rana femminili il Giappone ottiene una convincente doppietta. Dopo tre vasche in cui le carte si mescolano più volte, negli ultimi 50 metri Kanako Watanabe e Rie Kaneto mostrano tutto il proprio valore, ottenendo primo e secondo posto. I loro tempi: 2:21.41; 2:21.90.
Per la terza piazza la spunta l'australiana Taylor McKeown (2:22.89) che tocca la piastra poco prima della canadese Kierra Smith (2:23.32).
Nei 200 rana maschili l'atleta più accreditato alla vigilia, Kevin Cordes, rinuncia alla finale, probabilmente per essere più efficace nella staffetta immediatamente successiva.
I favori del pronostico passano in capo a Yasuhiro Koseki, che nonostante un agguerrito numero due statunitense, Nicolas Fink (2:08.94), riesce a vincere in 2:08.57. Terzo l'altro giapponese, Kazuki Kohinata, 2:10.14.
Lo spirito e lo stato di forma con cui buona parte della squadra femminile americana ha affrontato i Pan Pacifici risulta palese dall'esito della staffetta 4x100 mista, che a Londra 2012 destò scalpore con un sensazionale record del mondo. In questo caso, invece, nemmeno la giovane Simone Manuel si salva dalle critiche. Gli Stati Uniti vengono umiliati dalla compagine australiana che vincecon un vantaggio di quasi 2 secondi. Di seguito, tempo e passaggi.
AUS 3:55.49: E. Seebohm 59.44; L. Tonks 1:07.44; A. Coutts 56.76; C. Campbell 51.85
USA 3:57.41: M. Franklin 59.99; J. Hardy 1:06.35; K. Stewart 57.62; S. Manuel 53.45
Sempre nella 4x100 mista rimettono le cose a posto i maschi. Nonostante Matt Grevers perda ancora lo scontro diretto con Ryosuke Irie, Kevin Cordes porta gli States lontani dal resto della concorrenza con una frazione straordinaria. Michael Phelps, dopo aver dilapidato parte del vantaggio con un imbarazzante tempo di reazione al cambio (0.48) vola letteralmente sull'acqua, facendo registrare 50.60 ad appena 3 centesimi dalla sua migliore prestazione “lanciata” con costume in tessuto. Al netto del tempo di reazione è possibile dire che oggi Phelps abbia nuotato il proprio personale (non “gommato”) di staffetta. Nathan Adrian, in ultima frazione, si limita ad amministrare i 2 secondi di divario dal più prossimo degli avversari.
Podio e frazioni individuali.
USA 3:29.94: M. Grevers 53.10; K. Cordes 58.64; M. Phelps 50.60; N. Adrian 47.60
JAP 3:32.08: R. Irie 52.99; Y. Koseki 59.52; H. Ikebata 51.81; K. Nakamura 47.76
AUS 3:33.45: M. Larkin 53.46; J. Packard 1:00.02; T. D'Orsogna 52.34; C. McEvoy 47.63