Tecnica del Nuoto.
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A margine dei Campionati Mondiali di Istanbul abbiamo fatto quattro chiacchiere con quattro figure di riferimento del nuoto azzurro: Roberto Del Bianco, consigliere federale, Gianfranco Saini, Direttore del Settore Nuoto, Maurizio Coconi, Direttore Sportivo delle Squadre Nazionali e Cesare Butini, Direttore Tecnico delle Squadre Nazionali.
Roberto Del Bianco, Consigliere Federale Nuoto
Si è chiuso un quadriennio e ne è appena iniziato uno nuovo con qualche primo risultato positivo. Qual è lo spirito con cui si lavora dietro alle quinte?
“Lo spirito e quello migliore, come sempre, ma ora dobbiamo anche cercare di lavorare per migliorare la cooperazione e creare tutte le migliori condizioni, mantenendo considerazione e rispetto di persone, ruoli e compiti“.
Come e dove saranno indirizzate le attenzioni ed il lavoro per ottenere risultati migliori?
“Sicuramente studio, ricerca e applicazione, le attività giovanili, maggiore ascolto per le società per cercare un interazione vincente, tra giovanili e assoluti, per ottenere sinergie che ci portino ad ottenere un risultato qualitativo e quantitativo”.
Quanto sta cambiando e quanto è cambiato il nuoto azzurro?
“Il nuoto sta cambiando, in ricerca, in strumenti tecnici, nel clima degli atleti, per migliorare ma soprattutto per non perdere atleti, per creare tutte le condizioni che arrivino a non farci gioire, solo per i pochi che vincono a livello regionale, ma anche per fare in modo che nessuno si perda durante il percorso”.
Chiare le idee del Prof. Del Bianco, che vede la crescita del risultato di vertice partendo dalla base. Ricorda che ancora esisitono difficoltà, in alcune città, nel creare cultura sportiva (come ad esempio accade in una grande città come Milano).
Gianfranco Saini, Direttore del Settore Nuoto
Quanto è cambiato il mondo del nuoto negli utilimi tre quadrienni Olimpici?
"La filosofia di base non è cambiata tantissimo. Nei fatti, invece, si dedicano grandi attenzioni a particolari che un tempo erano marginali e che oggi sono obiettivamente primari, come ad esempio per quello che viene chiamato il “quinto stile”. Sviluppare velocità nei primi metri dopo partenza e virate fa obiettivamente la differenza, soprattutto se questo si unisce ad uno studio attento di una tecnica efficace.
In questi anni la tecnica si evoluta parecchio ma ancora non esiste la nuotata ideale…
"Non esiste la nuotata ideale per nessuno stile. Esistono indicazioni generali che ogni atleta traduce ed interpreta, così da rendere ottimale la sua nuotata.”
Gli Europei di corta di Chartres sono stati un buon inizio. Primati personali e medaglie. Possiamo pensare sia un buon passo per la prossima Olimpiade?
"Abbiamo raccolto risultati positivi per le ultime rassegne continentali e mondiali sia di vasca lunga che corta. Il percorso che ci ha accompagnati fino a Londra è stato straordinario, purtroppo durante i Giochi di Londra si è raccolto pochissimo. Oggi la prospettiva è assolutamente positiva, vogliamo fare la differenza nelle manifestazioni che contano."
Maurizio Coconi, Direttore Sportivo delle Squadre Nazionali
La strada per Rio è disegnata. Una nazionale giovane, con atleti di grande esperienza e con atleti giovani. Per tutti grandi motivazioni. Come si sta costruendo il lavoro?
"Ci stiamo impegnando per far crescere un gruppo vincente. Il lavoro sul gruppo è fondamentale, la base per costruire i successi dei singoli e poi della squadra.”
Campionati Europei, Mondiali e poi campionati italiani. Tanti appuntamenti, tanti giovani atleti, cosa sta cambiando?
"Sta costituendo un gruppo nuovo, ben orientato. Tanti giovani ma anche atleti di assoluta esperienza: freschezza e qualità. I giovani si ispirano ai più esperti e titolati che a loro volta sono stimolati dai più giovani che cominciano ad essere realmente competitivi”
Cesare Butini, Direttore Tecnico delle Squadre Nazionali.
Come si sta evolvendo questo primo periodo così fitto di appuntamenti?
“Il periodo è sicuramente molto intenso e come accade ogni volta che si incomincia un nuovo percorso, siamo partiti con la miglior prospettiva e con grande motivazione. In questi primi appuntamenti abbiamo potuto far vivere esperienze internazionali ai più giovani accanto ai “più anziani”. Un’opportunità importante per creare un gruppo unito dove l’esperienza degli atleti più adulti fosse scuola per i più giovani”.
L’impegno agonistico dei nuotatori è cresciuto molto negli ultimi anni. È cresciuto il livello ma c’è stato anche un importante incremento del numero di appuntamenti. Quanto è delicata la preparazione della gara?
“Ci sono stati parecchi cambiamenti. Un tempo la programmazione era ottimizzata per pochi appuntamenti mentre oggi l’impegno è cresciuto sensibilmente, così come il valore delle singole manifestazioni. L’appuntamento internazionale, una volta, era l’ obiettivo; “la gara” era unicamente l’espressione della prestazione. Oggi è realmente parte integrante dell'allenamento e di una programmazione. Sono diminuiti i volumi di lavoro, è cresciuta l’intensità e la gara rappresenta un test insostituibile”.
Si è aperto un nuovo capitolo azzurro: qualche cambiamento e qualche giovane atleta in più. I giovani emergono e forse le cose sono un po’ cambiate rispetto al passato…
“In questi ultimi tempi sono cambiate molte cose così come sono cambiate le nuove generazioni. Le ultime Olimpiadi hanno visto atlete quindicenni capaci di vincere. Un fenomeno da conoscere e gestire, pur rispettando i processi evolutivi dei giovani. Il ricambio generazionale sta aiutando tutti: una nuova linfa che spinge tutti a non cullarsi e a dare il meglio in un gruppo di altissima qualità.
È ufficialmente iniziato un nuovo quadriennio. Difficoltà ma anche grandi ambizioni. Il lavoro di gruppo è certo un punto di partenza importante. Se il buongiorno si vede dal mattino, Chartres ed Istanbul sono un risveglio importante.
Nicola Capogrosso