Tecnica del Nuoto.
Clicca qui
Una certezza c’era già alla vigilia degli Europei Juniores in corso a Poznan. Alla partenza, infatti, Luca Mencarini era l’unico nuotatore con il compito di difendere una medaglia individuale. E l’obiettivo, oggi, è ancora alla portata di colui che è considerabile uno dei veterani della pattuglia azzurrina. Le premesse sono state subìto confermate: in Polonia ha dimostrato continuità del suo stato di forma eccellente, che al Settecolli di giugno che l’ha visto migliorare il suo personale nei 200 dorso.
Ha iniziato l’Eurojunior con il suo record nei 100 (56’’22), ma poi è arrivato “l’intoppo” giovedì scorso: improvvisa, la febbre. Febbre a 37.6° in gara, che l’ha costretto all’ultimo posto nella successiva finale e che ha rischiato di tenerlo a letto sin dalla successiva serata (era salita a 39°), proprio alla vigilia delle batterie dei “suoi” 200. Non ha però rinunciato alla gara più attesa, seppur costretto a combattere contro la cattiva sorte, e in vasca si è trasformato. L’azzurrino classe 1995 ha nuotato, sospinto dall’affetto e dai cori della comitiva e ce l’ha fatta: terzo tempo mattutino coi postumi dell’ipertermia in batteria e semifinale convincente nel pomeriggio (2’01’’58 e quarto tempo d’ingresso in finale).
«Sono molto contento perché ho conquistato una finale importante – ha detto Mencarini - nonostante fino a ieri rischiassi di non scendere in vasca perché avevo la febbre. Ho gareggiato solo di testa perché nelle braccia non avevo le buone sensazioni di due giorni fa. In più ho lo stomaco bloccato e poi se qui in Polonia ci fosse del buon cibo, farei meno fatica a mangiare».
Inconvenienti, come quelli del cibo non proprio ideale, a cui bisogna spesso andare incontro nelle gare all’estero. Ma ora la stellina azzurra proverà a crederci in finale, in programma questa sera alle 17.59. Ancora qualche ora per recuperare e cercare una nuova medaglia nella sua gara.
Gli avversari? Oltre alla febbre e al mal di stomaco, ci saranno dei concorrenti agguerriti. Su tutti, il lituano Danas Rapsys (miglior crono in semifinale con 1’59’’65) e il russo Grigory Tarasevich. Ma anche il suo compagno di squadra Matteo Ciampi, che è accreditato del nono tempo d’ingresso (2’02’’53). Tra l’altro, il lituano cercherà la rivincita su Mencarini, perché dodici mesi fa venne preceduto al secondo posto finale proprio dal ragazzo di Tarquinia.
Dunque, Mencarini ha viaggiato veloce verso la sua seconda finale dei 200 dorso agli Eurojunior. Nel 2012, ad Anversa conquistò un prezioso e inaspettato argento. Ed oggi a Poznan cercherà di ripetersi, febbre e avversari permettendo. Dopo l’esordio nei 100, il dorsista potrà giocarsi le sue carte. «Ho una delle gare che penso sia il 200 dorso di più alto livello degli ultimi anni – ha detto l’azzurrino - ma è un peccato non partire al 100%. Anche se il fatto di non rimanere nel letto a piangermi addosso è stata già in sé una finale ben fatta».
In vasca con lui ci sarà anche Matteo Ciampi, la presenza dell’atleta pontino potrà essere una spinta ulteriore per entrambi gli azzurrini: «Grazie alla sua presenza è tutto molto più facile per me. Ieri, nelle batterie, era di fianco a me e devo dire che mi ha aiutato tantissimo a vincere la mia batteria». Ancora poche ore con una sola certezza: l’unica febbre che dovrà salire sarà quella, sana, per una finale attesa un anno. E raggiunta nonostante la sfortuna.