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Cala il sipario sugli Europei Juniores di Dordrecht. Un'edizione positiva che si chiude con l’argento vivo per l’Italia. La spedizione azzurra conquista le sue ultime due medaglie grazie a Nicolangelo Di Fabio (nella foto a sinistra di Andrea Masini/Deepbluemedia/Insidefoto) e alla staffetta 4x100 mista maschile. Aggiornando così definitivamente a 15 il computo totale di medaglie per la pattuglia di azzurrini guidata dal responsabile tecnico Walter Bolognani: dall’edizione 2011 non si contava un numero così alto di “metalli”. La Nazionale Juniores chiude al quarto posto nel medagliere finale, grazie a tre ori, cinque argenti e sette bronzi. Dietro l’incredibile Russia (36 podi complessivi, più del totale delle altre squadre sul podio) e davanti agli azzurrini, si sono piazzate Germania e GranBretagna. Ma ciò che fa sorridere è il fatto che, per l’ennesima volta, il movimento giovanile italiano dimostra di essere sostanzialmente alla pari con le nazioni più forti del nuoto nel vecchio continente.
Era una delle punte di diamante italiane nell’ultima giornata di gare e nonostante le due medaglie già conquistate con le staffette a stile libero, serviva il sigillo individuale. Così, l’attesissimo Nicolangelo di Fabio non ha deluso nella sua gara preferita. Si regala un grande argento nei 200 stile libero, capitolando solo davanti a un olandese che manda in visibilio Dordrecht. Pochi rimpianti, poiché per agguantare la vittoria non gli sarebbe bastato il suo primato personale (1’48’’48). L’atleta allenato da Domenico D’Adamo realizza comunque il suo secondo miglior crono in carriera (1’48’’80). Vince così a sorpresa il padrone di casa Kyle Stolk, che regala la prima gioia d’oro nei Campionati al pubblico dello Sportboulevard. La gara di Di Fabio è regolare finché non arriva il convincente cambio di marcia dopo i 100 metri (split di metà gara in 54’’06). L’abruzzese inizia a recuperare avversari, riprendendoli uno a uno. Non riesce nella rimonta completa su Stolk, a contatto visivo sulla sua destra, in corsia sei. È lotta spalla a spalla negli ultimissimi metri, ma non arriverà il sorpasso decisivo perché l’oranje mette in vasca le residue energie per respingere gli attacchi dell’azzurrino. Il distacco tra il nuovo campione continentale e l’azzurro sarà di 34 centesimi. La consolazione per Di Fabio, oltre alla sua prima medaglia individuale agli Europei Junior, è di essere essersi confermato sotto l’1’49’’ ed è sempre il quinto italiano più veloce del 2014.
L’Italia maschile chiude con l’argento vivo addosso e lo dimostra nell’ultimissima gara nel programma della 41esima edizione degli Eurojunior. Merito della 4x100 mista maschile. I ragazzi azzurri (Simone Sabbioni, Marco Paganelli, Giacomo Carini e Alessandro Bori), confermano l’abitudine che ha voluto le staffette maschili sempre sul podio in Olanda. E stavolta arriva un secondo posto alle spalle di una Russia che sfrutta appieno il suo livellamento verso l’alto di tutti e quattro gli elementi (nonostante l’assenza del fortissimo stileliberista Sedov, che non ha rischiato in questa gara). I russi (Rylov, Chupkov, Sadovnikov, Shopin) fanno gara a sé da metà in poi e vincono l’oro in 3’39’’25. Gli azzurri, invece, lottano con il resto delle potenze europee, come si può facilmente intuire dando un’occhiata rapida al medagliere. Simone Sabbioni lancia e lascia in testa i compagni con il suo solito, ottimo 100 metri a dorso (54’’43), mentre il suo compagno di club alla Swim Pro SS9, Marco Paganelli, (col personale lanciato a rana di 1’03’’26) tiene il contatto con i forti tedeschi e ungheresi. Poi Giacomo Carini (53’’73) si riprende in chiusura di frazione il secondo posto, ai danni della Germania. Infine, Alessandro Bori sigilla l’argento col personale lanciato (49’’64), tenendo a bada il forte frazionista tedesco Damian Wierling. Il quartetto è una macchina che funziona a pieno regime e chiude in seconda posizione (3’41’’06) con i tedeschi dietro di 14 centesimi. Una gara esaltante.
La staffetta 4x100 mista azzurra, bronzo agli Europei Juniores (Alessandro Bori, Marco Paganelli, Simone Sabbioni e Giacomo Carini).
La lista dei medagliati si è conclusa con i due argenti descritti. Ma le possibilità di arricchire ulteriormente il medagliere azzurro erano vivissime. Perché nell’ultima giornata sono stati impegnati altri sei italiani tra cui ben cinque ragazze. Tra queste, i 50 farfalla donne hanno visto la presenza di due azzurrine in finale. Sara Gyertyanffy (27’’40 in semifinale) e Sofia Iurasek (27’’69, in batteria), entrate entrambe cogliendo i personali segnalati durante il cammino. L’ultimo atto non è stato fortunato per la prima, squalificata dai giudici. La friulana Iurasek, invece ha concluso all’ultimo posto in 27’’86. Non è bastato il personal best di Federica Sarti Cipriani: la lombarda ha sì totalizzato il settimo tempo in batteria (27’’75, battendo il precedente primato di 28’’ netti colto all’Energy Standard Meet di Mosca), ma è risultata essere la terza italiana in graduatoria. I posti per le semifinali spettavano per regolamento alle altre due azzurre Gyertyanffy e Iurasek. La vittoria è andata alla slovacca Barbora Misendova in 26’’84.
L’altra doppia finale azzurra ha visto presentarsi allo start Ilaria Cusinato e Sara Franceschi nei 200 misti. Soprattutto la prima, a colpi di primati personali realizzati ieri, si era accreditata del quarto tempo d’ingresso. Ha concluso al quinto posto, migliorandosi ancora una volta (2’15’’52): un ottimo progresso che ha visto un progresso di oltre due secondi e mezzo rispetto al suo miglior crono in curriculum prima di arrivare in Olanda. La veneta era in piena corsa per una medaglia dopo luna stupenda frazione a rana, ma ha dovuto cedere alle rivali nei 100 metri a stile libero. La toscana Franceschi, invece, non è riuscita a migliorarsi ed ha finito la sua prova in settima piazza in 2’18’’98. La medaglia d’oro è andata alla vincitrice dei 400 misti e favorita, Africa Zamorano Sanz. La spagnola ha avuto la meglio su Coates e Hoepink (argento e bronzo) sfoderando una prestazione ottima: 2’13’’80. Un tempo che vale il nuovo record della manifestazione.
Filippo Berlincioni, l’azzurro presente nell’ultimo atto dei 100 farfalla, ha onorato appieno l’impegno, in una gara tra le più equilibrate di tutta la rassegna che ha visto il fiorentino distante un secondo e 10 centesimi dal vincitore (il russo Alesksandr Sadovnikov in 53’’52).. Entrato in finale con l’ottavo e ultimo tempo utile, l’ha conclusa nella stessa posizione. Purtroppo non è riuscito a migliorare il personale (eguagliato in batteria, però) ed ha chiuso in 54’’62 la sua prima finale individuale a livello europeo.
Sfortunata, ma brava lo stesso Giulia Verona. La ranista si deve accontentare della quarta posizione nei 100 rana. Alla 15enne del Team Lombardia non basta trovare l’ennesimo miglioramento che la porta al personale (1’10’’16). Giulia “paga” un ottimo livello delle avversarie, nonostante un passaggio veloce (33’’43 rispetto ai suoi standard) per lo sviluppo della gara e non riesce a rientrare efficacemente sulla zona podio. Terza sarà la russa Daria Chikunova (1’09’’33). La vittoria va, come prevedibile, alla russa Maria Astashkina che imita in tutto e per tutto la connazionale Daria K Ustinova, centrando un magico “triplete di stile”. L’unica differenza con la connazionale dorsista, il diventare padrona assoluta della rana, centrando un en plein notevole. Anche la classe 1999 dà spettacolo, aggiungendo al suo palmares l’oro dei 100 metri, dopo 50 e 200. Imprendibile per la concorrenza. Perché il suo 1’07’’82 le vale un piazzamento nella top 20 mondiale nel 2014 e un settimo posto tra tutte le europee. Che Maria sia la risposta generazionale a Yuliya Efimova, ferma ai box per doping? Lo scopriremo.
La 4x200 stile libero femminile (Scarabelli, Caponi, Ruggi, Ceracchi) era forse la staffetta meno solida per le italiane. In ogni caso, però, è riuscita a lottare per il podio fino alle ultime bracciate, dovendosi fermare al quarto posto (8’08’’73) dietro la Russia delle meraviglie (8’03’’68 con Openysheva, Mullakaeva e le due Ustinova), la Germania e la solida Spagna. Non basta una bella prova di tutte le azzurrine, cominciata con il nuovo primato personale di Alice Scarabelli (2'02''37). Negli ultimi 200 metri di gara, poi, non riesce un’altra rimonta eccezionale a Rachele Ceracchi. Stavolta, la tre volte di bronzo a Dordrecht, non riesce a conquistare un nuovo terzo posto in volata. Nel duello in ultima frazione con la regina dei misti, la spagnola Africa Zamorano Sanz, cede quel mezzo secondo che farà la differenza sul tabellone finale.
I 100 dorso femminili vanno appannaggio di una delle star più apprezzate alla piscina Sportboulevard: Daria Konstantinova Ustinova. Attesa per la chiusura in una delle gare più attese di tutta la rassegna. La russa di Sverdlovsk cercava il filotto completo per issarsi a protagonista assoluta dei Campionati Europei. La vittoria nell’ultima sua gara individuale è arrivata puntualmente e ha portato la 16enne a quota sei ori, tra cui tre individuali nel dorso più altrettanti nelle staffette. Nella sua ultima fatica sui 100 dorso, “poteva” battere sé stessa per suggellare la cinque giorni olandese, provando a ritoccare il suo record mondiale Juniores sui 100 metri (precedente di 59’’78 realizzato a maggio)Non ce la fa per 61 centesimi, nuotando in 1’00’’37 al di sotto di quanto fatto sia in semifinale sia in batteria, ma comunque un tempo da top 20 mondiale stagionale. La stanchezza di una lunga competizione avrà inciso, ma la russa dà spettacolo comunque. Argento a un'altra baby terribile dalla Russia, la Tomashevskaia e bronzo alla tedesca Riedemann in quella che è stata l’unica finale femminile senza azzurre in gara (Miglietta e Sarti Cipriani erano finite out ieri in semifinale).
L’altra gara per l’assegnazione delle medaglie senza rappresentanti tricolore, è stata quella dei 400 misti maschili. Con la rinuncia del britannico Duncan Scott, campione nei 200 che ha preferito concentrarsi sui 200 sl, la battaglia per l’oro ha visto trionfare l’ungherese Benjamin Gratz in 4’19’’68. Nelle batterie mattutine, invece, avevano alzato bandiera bianca Mattia Zuin (4’33’’54) e Raffaele Tavoletta (4’33’’75), rispettivamente 19esimo e 20esimo in graduatoria, a oltre quattro secondi dalla qualificazione. Ma è da sottolineare la prestazione di Tavoletta ad appena un centesimo dal suo personale realizzato all’Energy Standard Meet di Mosca, tenutosi a fine maggio.
Si è rivisto Evgeny Sedov, star di livello assoluto atteso a un Eurojunior da quasi certo protagonista. Non è stato così per lo stileliberista e in generale velocista classe 1998. I problemi alla schiena l’hanno costretto a fermarsi dopo il primo giorno (e il primo oro) di gare. È ritornato giusto in tempo per qualificarsi alla finale dei 50 stile libero. E non ha fallito. Per lui però, “solo” due ori individuali, proprio come nell’edizione 2013. Lo rivedremo, acciacchi permettendo, in agosto alle Olimpiadi Giovanili di Nanchino. La finale l’ha visto vincere con il tempo di 22’’16, peggiore di un centesimo rispetto alla semifinale. Alessandro Bori, invece, esce in semifinale con l’undicesimo tempo complessivo. Il velocista lombardo conclude la sua prova in 23’’39. Per entrare tra i magnifici otto, avrebbe dovuto nuotare meno di 23’’19, superando o almeno eguagliando se stesso: il suo personale infatti è 23’’17.