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Doveva essere una partita difficile, anzi proibitiva, sin dalla vigilia. Si è rivelata tale, ma giocata assolutamente alla pari contro i campioni del mondo in carica. Ma purtroppo, agli uomini di Alessandro Campagna, non è bastato giocare un match intensissimo. Il Settebello si batte con coraggio, ma esce dai giochi per l’oro agli Europei di pallanuoto. E lo fa a testa alta. Gli azzurri vengono piegati 8-7 (1-3, 3-2, 1-1, 2-2) in semifinale contro l’Ungheria, solo dopo il lampo di un campione "letale" come Varga, vero match winner della semifinale giocata nello stracolmo impianto sull’Isola Margherita di Budapest. Per gli uomini, così come per le donne, rimane l’occasione importante per un pronto e parziale riscatto nelle finali per il terzo posto, contro il Montenegro. L'altra finalista sarà infatti la Serbia, che ha rimontanto i montenegrini fino al 10-9 conclusivo.
Italia-Ungheria era stata la finalina per il bronzo all’Europeo 2012 (persa dall’Italia). Oggi valeva l’accesso alla finalissima per l'oro, ma si può reputare storicamente una di quelle partite che è da sempre valsa traguardi importantissimi. Il Settebello di Sandro Campagna, nonostante il percorso senza sconfitte verso la semifinale, non era il favorito nel match giocato a Budapest davanti a 5mila ungheresi pronti a festeggiare. All’Alfréd Hajós Arena si consumava anche la sfida tra i tecnici Tibor Benedek, coach ungherese iridato e grandissimo campione del recentissimo passato nei club in Italia, e l’esperienza di Campagna. Oltre alla sfida interessante tra i due grandi portieri Viktor Nagy e Stefano Tempesti.
L’inizio di gara è tutto per i padroni di casa, che appaiono subito ben concentrati. E sin da subito si realizza una costante che condizionerà pesantemente la partita italiana: lo scarso cinismo nel colpire in condizioni di superiorità numerica (a fine gara le statistiche diranno solo 5 gol su 11 occasioni). E sulla prima azione in superiorità, Denes Andor Varga, vero bomber dei magiari e dell’Europeo, punisce Tempesti da posizione centrale.
Fabio Baraldi guadagna un’espulsione e la combinazione tra quest’ultimo e il baby (classe 1993) del gruppo di Campagna, Francesco Di Fulvio, è micidiale e vale l’1-1. Poi, il solito Varga sfrutta l’errore grave dello stesso Di Fulvio, che lascia i suoi in inferiorità. Il magiaro “scherza” davanti all’estremo Stefano Tempesti e, a difesa sguarnita, serve a Marton Szivos una palla facile da insaccare dal settore sinistro. Nulla da fare e 2-1 Ungheria dopo nemmeno 4’ di gioco.
Gli azzurri non si demoralizzano in attacco e avanzano bene e con facilità, finoa a servire i loro centroboa. Lo testimoniano le espulsioni frequenti dei rivali (ben cinque in totale nei primi 8 minuti). Arrivano grazie al lavoro di Matteo Aicardi che costringe agli ennesimi 20’’ con l’uomo in meno ai padroni di casa. Ma gli score azzurri sul tabellino non giungono perché Viktor Nagy sembra in giornata decisamente positiva e i suoi fanno buona guardia.
Manca però la compattezza difensiva azzurra e il peso di Norbert Madaras, lasciato colpevolmente libero di colpire, manda l’Ungheria a +2 dopo 6’46 di gioco. Il primo parziale finisce così 3-1 per i padroni di casa. Un tempo che ha visto il Settebello andare a segno solo per una volta, nonostante le molte occasioni per colpire.
Nel secondo parziale, finalmente, le marcature italiane si stringono al meglio e Stefano Tempesti è "libero" di far vedere la sua classe, parando il primo vero tiro avversario della sua partita, dopo quasi 10’ di gara. L’Italia sale di qualità grazie anche a Pietro Figlioli (secondo miglior marcatore degli azzurri nel torneo) che guadagna un’espulsione dagli avversari e realizza gol del 2-3. Sembra finalmente trovare continuità il Settebello e grazie alla combinazione tra Alessandro Velotto e Valentino Gallo, va a segno anche dalla distanza. Il siciliano convocato all’ultimo momento a Budapest (a per via dell’infortunio di Alessandro Nora), riporta in parità il match poco dopo il terzo minuto del parziale. Il pari provvisorio dura 1’22’’, perché Norbert Hosnyanszky trova un gol di classe e di potenza per il 4-3 ungherese. L’espulsione dell’azzurro Giacoppo facilita il compito per l’ennesimo (fino a quel momento) gol magiaro in superiorità numerica (centro di Daniel Varga). Ma è ancora Gallo a tenere i suoi compagni a galla. Il mancino in forza al Posillipo scocca una conclusione all’ultimo secondo disponibile per il tiro per un 4-5 fondamentale che tiene il Settebello in piena corsa anche dopo l’intervallo lungo.
Il terzo tempo vede nascere il duello tra Nagy e Figlioli, con il portiere ungherese che per ben due volte salva i tentativi più pericolosi dell’attaccante della Pro Recco. Poi, ancora l’uomo in più non premia gli azzurri, mentre la superiorità numerica favorisce ancora una volta i magiari, nonostante la non esasperante velocità di circolazione di palla: tocca ancora a Hosnyanszky bucare la rete difesa da Tempesti. E ancora una volta, l’Italia si rimette in scia nell’ultimo minuto prima della sirena. Merito di Alex Giorgetti riporta le due squadre a contatto. È il 5-6 italiano, il punteggio con cui si chiude anche il terzo parziale.
Negli ultimi 8’ di gioco l’Italia sembra andare a un passo dal baratro ai -4’54’’ alla fine. Figlioli non copre su Toth che va a segno: la partita sembra fermarsi. Gol annullato per il timeout chiamato poco prima da Benedek. Dopo lo scampato pericolo del doppio break, Stefano Luongo ha il guizzo che vale il pareggio: l’attaccante dell’Acquachiara Napoli trova il 6-6.
La gara si fa dura, tesa, fisica e snervante per i protagonisti. Si spendono tanti falli e infatti Massimo Giacoppo è il primo a venire penalizzato per la terza volta. Il Settebello supera il momento, ma sull’azione successiva la palla finisce in rete dopo un contatto Hosnyanszky-Tempesti. Gli animi si surriscaldano per un momento, ma il gol è valido e non sembrano esserci irregolarità. Si riaffaccia così davanti l’Ungheria, mentre Nagy è ancora fenomenale su Aicardi. Serve l’asse Figlioli-Aicardi, con quest’ultimo che conclude alla perfezione l’azione in superiorità numerica (con Szivos fuori per il terzo fallo). Nuova parità ai -2’03’’ e tensione che si alza alle stelle con la folla di Budapest sicuramente soddisfatta per tanto equilibrio in vasca. Matteo Aicardi ha addirittura la palla del sorpasso, ma sbatte contro l’ennesima parata del portiere avversario.
Così il momento della svolta arriva a un minuto dai possibili rigori. E serve tutta l’abilità di un fuoriclasse come Denes Andor Varga. Il magiaro inganna Gallo, guadagnandosi un fallo per un tiro dai 5 metri. La successiva conclusione fulminea supera irrimediabilmente Tempesti. Sarà il gol del definitivo 8-7 a 56 secondi dalla fine. L’Italia non riuscirà a organizzarsi in maniera efficace sul successivo cambio di fronte. E i 5000 di Budapest esultano con la loro squadra che si giocherà l'oro europeo contro la Serbia. Esultano, perché hanno sicuramente rischiato di “godersi” degli imprevisti tiri di rigore. Non è andata così, ma i ragazzi di Campagna hanno lottato con strenuità, seppur pagando a caro prezzo un avvio timido, che li ha costretti sempre ad inseguire nel punteggio la squadra di Benedek. C’è ancora una medaglia di bronzo nel mirino: ed è risaputo che un podio a livello europeo è da considerarsi un podio di livello mondiale nella pallanuoto maschile.
L'appuntamento è per domenica 27. Il Settebello si giocherà la finalina con il Montenegro, alle ore18:30. Da Zagabria 2012 (argento) gli azzurri non salgono sul podio continentale. Provare a risalirci è ancora a portata di mano. E per quanto si è visto nel corso del torneo, sarebbe una soddisfazione meritata.
(Photo Giorgio Scala/Inside/Deepbluemedia)