Tecnica del Nuoto.
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Questa mattina dalla bella spiaggia di Mai Khao Beach è partito il primo giro dell’Isola di Phuket a nuoto. Il progetto che vede come protagonista il campione del mondo di triathlon Ultraman Jonas Colting, di nazionalità svedese, prevede che lo stesso Colting (nella foto di copertina alla partenza, questa mattina) e alcuni suoi compagni di avventura e di fatica, fra i quali il quattro volte campione del mondo di triathlon Chris McCormack, nuotino ogni giorno per una media di 15 chilometri per 8 giorni, dalle 7 del mattino all’una del pomeriggio, in senso antiorario.
Oltre che finalità sportive il progetto ha pure scopi umanitari e di promozione turistica. Infatti, attraverso questa inedita nuotata lunga di otto giorni ci si propone di raccogliere fondi a favore Lo scopo dello Yaowawit Orphanage School, che ospita gli orfani dello Tsunami di 10 anni fa, e della “Mai Khao Marine Turtle Foundation”, la Fondazione che si impegna a proteggere l'ambiente marino e costiero e gli ecosistemi per il benessere della tartarughe marine che nidificano nel Parco marino del Sirinath nazionale e nelle zone circostanti.
Prima della partenza Colting ha detto: "Sono molto emozionato e non vedo l'ora di iniziare questo viaggio avventuroso e di ispirazione intorno alla bella Phuket! I miei preparativi sono andati bene, ma ho un grande rispetto per le sfide di una media di più di 15 chilometri al giorno in mare. Le mie principali preoccupazioni sono il caldo e il sole”.
Il progetto gode dell’appoggio di numerosi sponsor e di tutte le istituzioni dell’Isola. Per tutti, il governatore di Phuket, Chamroen Tipayapongtada, ha detto: "Sosteniamo il progetto di Jonas Colting, di essere il primo uomo a nuotare intorno all'isola, perché è un ottimo modo per promuovere le belle spiagge e l’acqua pulita Phuket, ed è in linea con la promozione dello sport e del turismo sull'isola di Phuket".
Peccato che dal 2014 un’ordinanza della Giunta Militare che governa il Paese proibisca che nelle spiagge vi siano lettini, sdraio e ombrelloni. Una misura assurda, per fortuna poi mitigata dal permesso concesso alle autorità di ogni singola località di decidere discrezionalmente se permettere o meno l’uso di tali ormai indispensabili complementi delle vacanze balneari.