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La seconda edizione dello YELLOWBALL, in programma a Napoli dal 26 giugno al 2 luglio con l'organizzazione dell'Associazione Waterpolo People, si arricchisce ulteriormente con la presenza di un altro grande protagonista, Goran Sukno.
L’ ex difensore slavo, oro olimpico a Los Angeles '84, presenzierà alla cerimonia finale del festival giovanile di pallanuoto, ricevendo un doppio riconoscimento: un premio alla carriera, per tutto ciò che il colosso di Cavtat ha vinto nel suo prestigioso percorso sportivo, ed il premio YEBA PAPI, riconoscimento tributato dalla Waterpolo People al papà di un grande campione del nostro amato sport.
Lo scorso anno YEBA PAPI fu premiato Emilio Tempesti, papà di Stefano; adesso Tempesti passa il testimone a Sukno: piccola curiosità i rispettivi figli di Emilio e Goran sono le colonne portanti di quella fantastica squadra che è la Pro Recco guidata in panchina da Amedeo Pomilio, altro grande campione della pallanuoto mondiale e figlio di Gabriele, coordinatore generale dello Yellowball.
Giri di valzer, intrecci familiari di una più grande famiglia, la pallanuoto.
"Sono onorato e felice di ricevere questi due premi”, spiega Goran Sukno, attuale Direttore Tecnico e Responsabile del settore giovanile dello Jug Dubrovnik. “Ho giocato per diversi anni a Salerno e sono sempre contento di tornare in Campania, a mio parere, una delle zone più belle al mondo. Tra le province di Napoli, Salerno e Caserta ho davvero tanti amici, persone fantastiche che ho conosciuto nella mia esperienza italiana. L'unico mio rammarico è quello di essere tornato poche volte in Campania a causa del mio lavoro ma lo Yellowball è l'occasione giusta per rivedere un po’ di amici e stare a contatto con i giovani, una delle risorse più belle che possiede la pallanuoto".
Già, perché Goran Sukno di giovani se ne intende. Lo Jug Dubrovnik rappresenta, come blasone e come senso d’identità, un po’ il mitico Barcellona nel calcio (guarda caso è forte anche la somiglianza nei colori sociali). La 'cantera' rossoblu ragusana rappresenta una delle più forti e qualificate al mondo ed ha sfornato campioni del calibro di Sukno, Boskovic, Buslje e Jokovic.
"Dubrovnik ha tante somiglianze con Napoli - prosegue Goran Sukno, intervistato dal suo bar "Dolphin", ubicato sul lungomare di Cavtat (cittadina a pochi km da Dubrovnik) - Anche qui mangiamo 'pane e pallanuoto'; rispetto alla città partenopea abbiamo la fortuna che il calcio non è lo sport predominante ed ecco che i tanti giovani slavi si accostano e si innamorano della waterpolo. Il livello tecnico della pallanuoto partenopea certo non è più lo stesso di qualche anno fa quando militavano nelle squadre napoletane talenti purissimi ma devo dire che Napoli, a livello internazionale, dice sempre la sua, anche oggi. Tirar fuori campioni, però, non è così semplice come si crede: qui a Dubrovnik siamo circa 50.000 abitanti ed abbiamo un bacino d'utenza nettamente inferiore per densità di popolazione rispetto ad altre città europee".
Goran Sukno resta, comunque, indimenticato nel salernitano, quando sul finire degli anni '80 approdò nella formazione locale della Rari Nantes Salerno. Un'esperienza che resterà indelebile nel suo cuore. "Ricordo con piacere quell'avventura salernitana. Arrivai a Salerno in una squadra che militava in campionati minori ed io avevo già vinto parecchio a livello di club e con la nazionale jugoslava. Ricordo che dovetti abituarmi 3/4 mesi prima di capire come giocare in un campionato come quello dell'A2. Poi con il Salerno fumo promossi anche in A1 e diventò la mia seconda casa".
Una carriera costellata di successi e traguardi come la vittoria all'ultimo secondo del Mondiale spagnolo, a Madrid 86, in un caldo pomeriggio di Agosto, quando la Jugoslavia battè proprio il Settebello italiano in finalissima col punteggio di 12-11. "La partita della mia vita - racconta emozionato Sukno- Ero capitano di quella squadra e alzare al cielo la coppa fu un'emozione indescrivibile. Nella squadra italiana giocavano Pino Porzio, Mario Fiorillo e Paolo Trapanese che riabbraccerò a Napoli quando arriverò per lo Yellowball".
Goran Sukno, però, verrà premiato dalla Waterpolo People con lo YEBA PAPI grazie ai risultati strabilianti ottenuti dal figlio Sandro, stella della Pro Recco e della nazionale croata, già vinci tutto della pallanuoto internazionale a soli 25 anni. "Ammetto che Sandro davvero è un ottimo giocatore. E' un ragazzo che già giovanissimo ha vinto tutto ciò che si poteva vincere. Sono orgoglioso di lui e sono orgoglioso del fatto che, in Croazia, siamo gli unici padre-figlio ad aver vinto un oro olimpico: vado molto fiero di questo piccolo record. Sandro è un atleta totalmente diverso dal giocatore che ero io: lui è un attaccante puro, un vero bomber, mentre io prediligevo la fase difensiva. Lui è molto più forte di com'ero io (ride, ndr), anche se non ha mai vinto un Mondiale (è arrivato terzo a Roma nel 2009). A onore del vero c'è da dire che anche io non ho mai vinto un europeo mentre lui a Zagabria nel 2010 è salito sul gradino più alto del podio".