Tecnica del Nuoto.
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L’altra mattina, lunedì 20 ottobre, a Los Angeles, all’età di 93 anni, è morto Peter Daland, uno dei più grandi allenatori di sempre, una leggenda del nuoto (nella foto di copertina con Mark Spitz, a Monaco 1972). Grazie al suo palmarès inimitabile era stato ben presto onorato nella International Swimming Hall of Fame (nel 1978), divenendone poi uno dei membri più apprezzati del Comitato di Selezione.
Fino all’ultimo è stato animato dalla passione per il nuoto e dalla voglia di mantenersi al corrente sull’evoluzione della disciplina e sulla crescita dei nuovi talenti.
Non mancava mai né a Mondiali (era stato anche a Roma, sia nel 1994 sia nel 2009) né a Olimpiadi. Nel 2013 l’avevamo incontrato due volte: in giugno, a Fort Lauderdale, per l’Induction di Alberto Castagnetti nella International Swimming Hall of Fame, e a Barcellona, in luglio, per i campionati del mondo. In entrambe le occasioni ci salutammo e scambiammo poche parole: abbastanza per renderci conto che Peter aveva sviluppato l’Alzheimer.
Peter Daland era un grande estimatore di Alberto, di cui aveva apprezzato la capacità di sviluppare campioni come Giorgio Lamberti, Domenico Fioravanti e Federica Pellegrini, e di Bubi Dennerlein, che l’aveva stregato grazie alla vittoria, con record del mondo, di Novella Calligaris negli 800 metri stile libero ai Mondiali 1973, quando vinse la medaglia d’oro battendo incredibilmente le americane e le tedesche dell’Est.
Occhi chiari, sguardo penetrante, voce tenorile, educato e rispettoso delle opinioni altrui, pur avendo le proprie ben radicate, Peter rispettava tutti, e si faceva rispettare. Dai propri allievi pretendeva di essere chiamato “Mr. Daland”, non Peter. Spesso andava sul bordo vasca, ad allenare, con camicia, cravatta e pantaloni lunghi. Era inconfondibile. Chi l’aveva conosciuto bene, noi fra quelli, lo ricorda come una persona molto speciale. Più di una volta ci siamo seduti allo stesso tavolo, l’ultima nel settembre del 2010, a Indianapolis, alla cena di gala della Golden Clinic dell’ASCA (l’American Swimming Coaches Association), e la conversazione era sempre interessante. Proprio dall’ASCA era stato proclamato più volte allenatore dell’anno degli Stati Uniti (nella foto sotto Daland è con John Leonard, presidente dell'ASCA).
Peter era un uomo di cultura, amava approfondire: storia, geografia, politica e costumi di altri popoli. A differenza della stragrande maggioranza degli americani, che si esprimono soltanto nella lingua madre, egli parlava correntemente due lingue straniere, il francese e il tedesco: quest’ultima per amore della moglie, Ingrid, una nuotatrice tedesca da lui conosciuta durante le Olimpiadi del 1960, che gli sopravvive assieme ai cinque figli.
Scrisse alcuni libri, in più famoso negli anni sessanta, “Daland on Swimming”. All’epoca tutti i grandi allenatori si cimentavano nello sforzo di tramandare il loro sapere e le loro convinzioni: da James “Doc” Counsilman (“The Science of Swimming”), agli australiani Forbes Carlile, Harry Gallagher e Don Talbot. Nel 2010 diede alle stampe un libro di grande valore, “The History of Olympic Swimming: 1896-1936.” Daland è stato anche fra i co-fondatori della rivista “Swimming World”.
Aveva presieduto anche il Comitato Tecnico di nuoto della FISU, la federazione mondiale dello sport universitario, organizzatrice delle Universiadi.
Peter Daland, nel 1964, a Tokyo, fu l’allenatore capo della squadra femminile USA (6 medaglie d’oro, Donna De Varona la star); ai Giochi di Monaco 1972, invece, guidò, la Nazionale maschile (sette medaglie d’oro di Mark Spitz, 26 medaglie in tutto). Ha allenato 70 atleti olimpici.
La sua squadra dell’USC vinse i campionati universitari numerose volte nel corso dei 35 anni in cui ne fu alla guida. Prima di diventare il capo allenatori dell’USC, nel 1956, Daland era stato aiuto di un altro grande allenatore, il leggendario Bob Kiputh, all’Università di Yale. Tra i nuotatori di classe mondiale da lui allenati si ricordano il dorsista John Naber, quattro ori olimpici e 10 titoli NCAA; Dave Wharton, Mike O’Brien, Roy Saari, Murray Rose (australiano, primo a destra nella foto sotto), Jeff Float, le coppie di fratelli Joe e Mike Bottom e Bruce e Steve Furniss.
Peter Daland, padre nobile e saggio del nuoto mondiale, è rimpianto da molti. Ci mancherà.