Tecnica del Nuoto.
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Come di consueto nel settore giovanile la Russia ha dimostrato uno strapotere immenso, ma negli ultimi anni – a livello assoluto – non ha ottenuto risultati neppure lontanamente paragonabili agli standard raggiunti in questi giorni. L'impressione è che, rispetto agli altri paesi con cui si è confrontata, la crescita fisica degli atleti dell'Est Europa sia più repentina o che gli allenamenti siano più intensi in giovane età.
Non si deve, tuttavia, dimenticare che, pur lungi dall'intenzione di fare polemica su tale aspetto, sono stati numerosi gli scandali concernenti il doping di cui si sono resi protagonisti alcuni nuotatori russi affermati (tra cui, come è noto, YuliyaEfimova), ma pure quelli ancora acerbi, come nel caso di Daria K.Ustinova, che ha ricevuto un “richiamo” (reprimand) per la violazione di regole anti-doping nel tardo 2012.
L’ultima “squalifica” per doping – più precisamente si tratta di una “sospensione provvisoria” – è stata inflitta, proprio in questi giorni, al due volte (2003 e 2007) campione del mondo della 10 km, Vladimir Dyatchin. Con la sua sospensione i nuotatori russi risultati positivi a test anti-doping raggiungono il numero di 14 (con due ulteriori casi pendenti) negli ultimi quattro anni: non proprio un eccellente viatico per un paese che il prossimo anno ospiterà i campionati mondiali di nuoto (Kazan 2015).
Il volto dei campionati non può che essere quello di ArinaOpenysheva (in copertina e sotto). La ragazzina, classe '99 – che si trovava nell'anno sfavorevole, dovendo competere anche con avversarie nate nel 1998 – ha totalizzato il massimo numero di medaglie (7), tutte d'oro. Rispetto allo scorso anno, agli EYOF – in cui aveva vinto 8 ori, 4 individuali, 4 di staffetta – il suo bottino si è ridotto in virtù dell'abbandono della specialità che molto l'aveva fatta soffrire: gli 800 stile libero, lo scorso anno vinti per appena 13 centesimi. In realtà avrebbe potuto ovviare a tale defezione prendendo parte a tutte le staffette, ma nella 4x100 misti mixed, per lo stile libero, la scelta è ricaduta sulla Ustinova (Daria S.), seconda alle sue spalle nella relativa gara individuale, ma più efficace nelle precedenti frazioni “lanciate” di staffetta.
La Openysheva rappresenta l'immagine più splendente dei campionati, non soltanto per i risultati ottenuti. Infatti, nel suo caso, le vittorie sono state accompagnate da ampi sorrisi. L'atleta è dotata di un magnifico spirito sportivo che si palesa in una genuina esultanza: gesto che, ben distante dalla volontà di denigrare le avversarie, costituisce gioviale manifestazione di un traguardo personale raggiunto. È molto bello, in uno sport sempre più competitivo anche a livello giovanile, trovare nuotatori in grado di accendersi di autentica felicità e trasmetterla al pubblico; peraltro gli spettatori non hanno potuto nascondere un sorriso quando la piccola russa (per età e per fisico) ha sfoggiato, con fare auto-ironico, i propri muscoletti.
Arina è davvero un'atleta sensazionale, dotata di un’ineguagliabile capacità di prevalere sulle avversarie ogni qualvolta ve ne sia occasione e, per converso, non abile a impostare autonomamente le gare sul proprio passo. Ciò si desume, oltre che dalle competizioni individuali, pure dalle frazioni di staffetta nuotate in solitaria (avendo la Russia, il più delle volte, un consistente vantaggio su tutte le squadre avversarie), in cui si è registrato un notevole regresso rispetto ai propri personali: ma in fondo non è forse la competizione spalla a spalla quella che più entusiasma gli spettatori?
Se l'eccezionale talento della Openysheva sarà accompagnato da un'adeguata crescita fisica, fra pochi anni potremo parlare di lei della come di un'atleta di vertice mondiale a livello assoluto.
La spedizione russa, che – come si è anticipato – ha sbaragliato la concorrenza europea ottenendo 36 medaglie - 19 ori, 8 argenti, 9 bronzi -, alla vigilia dei campionati, prometteva di far leva su due talenti in particolare: la dorsista Daria K. Ustinova ed il velocista Evgeny Sedov.
Quest'ultimo, che sulla startlist figurava con il primo tempo in quattro specialità (50 e 100 stile libero, 50 farfalla, 50 dorso), avrebbe potuto raggiungere agevolmente i 7 ori (3 individuali e 4 staffette) o persino 8 successi, dovendosela però vedere, in tal caso, con il nostro straordinario Simone Sabbioni nei 50 dorso. Questa fantastica sfida – a tre, non essendo corretto trascurare il greco Christou – non ha avuto luogo in quanto Sedov, a causa di un acciacco fisico alla schiena, ha deciso di partecipare soltanto ai 50 stile e 50 farfalla, ottenendo altrettante vittorie seppure con riscontri cronometrici ben superiori ai propri primati personali.
Per converso, la Ustinova ha centrato tutte le medaglie d'oro che da lei, ci si attendeva: 50, 100, 200 dorso e tre staffette. I suoi tempi sono stati buoni ma meno brillanti rispetto a quelli fatti registrare a maggio: nei 50 ha ripetuto esattamente il medesimo crono, 28.18; nei 100 ha fermato la piastra a 1:00.25 (in apertura di staffetta) vs 59.78; nei 200 ha nuotato 2:09.21 a fronte di un personale da 2:08.02. L'aspetto singolare inerente alla dorsista russa, manifestatosi durante lo svolgimento dei campionati – oltre alla confusione fatta da alcune testate, che hanno identificato nella medesima persona due diverse atlete, Daria K. e Daria S., quest'ultima stileliberista –, ha riguardato la comunicazione dello speaker il quale, al termine delle gare e al momento delle premiazioni dei 100 e 200 dorso, ha affermato che i tempi realizzati rappresentavano dei nuovi primati mondiali juniores (WJR). Il volto della Ustinova ha tradito un moto di sorpresa, essendo consapevole di aver nuotato dei crono inferiori (vedi supra). I suoi primati, essendo stati segnati in data seguente al 1° Aprile 2014 (data stabilita dalla FINA), avrebbero dovuto essere omologati come record mondiali juniores. Tuttavia, è probabile che la Federazione Russa non abbia avviato le pratiche per il riconoscimento di alcuni recenti record (mondiali juniores) e, di conseguenza, che gli attuali tempi di riferimento siano quelli timbrati in occasione degli EuroJunior.
Nello squadrone russo, al di là dei soliti noti (Ustinova, Sedov) e della Openysheva, si sono distinti altri atleti.
Maria Astashkina ha monopolizzato la rana al femminile vincendone tutte le specialità (50, 100 e 200 metri) e ha arricchito il proprio palmares con due ori nelle staffette miste.
In senso positivo sotto un profilo cronometrico, ma molto meno consistenti da un punto di vista caratteriale sono stati altri due atleti russi: Daria Mullakaeva e Anton Chupkov. La prima, che nei 200 stile possedeva un personale di 2:00.38 e che è stata capace di nuotare una eccellente frazione lanciata di staffetta (1:59.05), dopo un'ottima batteria (2:00.48), si è peggiorata in semifinale e finale. Nel suo caso, è stato soprattutto l'approccio alla finale a risultare poco convincente: consapevole di non poter battere la Openysheva nello sprint conclusivo, avrebbe dovuto impostare la competizione sul proprio ritmo (per darne un'idea, in batteria, a metà gara, ha girato a 59.30), ma non ha avuto il coraggio di osare (59.94) facendo così il gioco della connazionale.
Chupkov, atleta di grandissima caratura, migliore ranista europeo fra i nati nel 1997, ha dimostrato di poter competere per l'oro con gli atleti della classe 1996 su tutte le distanze della rana, ma gli è mancata sempre la cattiveria per poter mettere la mano davanti a tutti. Terzo nei 50, terzo nei 100 e secondo nei 200, Chupkov è riuscito ad esprimere pienamente il proprio potenziale soltanto nelle due frazioni lanciate di staffetta (1:00.91 e 1:00.86) molto meglio di chiunque altro e soprattutto ben al di sotto del tempo nuotato in finale nei 100 (1:02.22). Anche lo scorso anno, in occasione degli EYOF di Utrecht 2013, pur essendo il più forte ranista – e in quel caso gareggiando contro i propri coetanei – aveva avuto estreme difficoltà a salire sul primo gradino del podio: ad esempio, nei 100 rana fece registrare il record dei campionati in semifinale (1:02.57!) ma giunse secondo in finale con un notevole peggioramento (1:03.26!). In quella manifestazione, però, Chupkov ebbe modo di riscattarsi, centrando l'oro nei 200 rana con un vantaggio di oltre tre secondi!
Chi nuota sa che l'incapacità di vincere una competizione serrata può facilmente diventare un'ossessione che ci si porta dietro come un fardello, e che diviene sempre più difficile da superare. L'augurio che facciamo a questo eccellente nuotatore è che riesca a superare il suo blocco psicologico.
Un elemento che si è potuto notare nel corso degli EuroJunior – anche grazie ad una grafica in streaming particolarmente attenta a tale esigenza – è stata l'importanza del tempo di reazione degli atleti (specialmente nelle gare brevi) e ancor più nei cambi di staffetta.
Un eccellente esempio di tempi di reazione ai blocchi – frutto certamente di doti fisiche ma pure di un allenamento specifico in tal senso – è stato offerto dal dorsista russo Evgeny Rylov, capace di “rubare” in partenza oltre un decimo a tutti i diretti concorrenti. Per rendere più concreta la questione si noti come nella prima frazione della staffetta mista Sabbioni sia riuscito a tenere dietro Rylov per un centesimo (54.43 - 54.44), ma il russo era stato capace di “scappare” in partenza, staccando a 0.52 vs 0.65 dell'atleta italiano.
In senso opposto si è distinto il polacco Jan Holub, abilissimo nell'approfittare dell'assenza di Sedov nei 100 stile per aggiudicarsi il titolo ed altrettanto bravo a cogliere l'argento sui 50 (dietro al russo), ma decisamente da rivedere nel tempo di reazione: difatti, solo nella finale dei 50 stile (0.78) è riuscito a “sloggiare” il blocco prima degli 0.80 secondi.
L'effetto del tempo di reazione è moltiplicato nelle staffette, dove vi è l'opportunità di guadagnare decimi preziosi nei cambi di frazione. Un esempio positivo è quello della Spagna, che ha visto i propri atleti “cambiare” sotto agli 0.20 (senza ricevere squalifiche) mentre tutte le altre nazioni non sono state capaci di scendere – mediamente – sotto a 35 centesimi di secondo!
In Italia meglio di tutte ha fatto Sara Gyertyanffy, sia come tempo di reazione ai blocchi, sia come cambio in staffetta (eccelsa, due volte a 0.02!). Si noti che il suo tecnico, del quale non c'è bisogno di ricordare i dati anagrafici, lavora molto su questi particolari, fondamentali specialmente per i velocisti, ma non solo...
Con riferimento al panorama italiano, una menzione speciale merita la migliore medagliata nostrana dei campionati europei juniores: SimonaQuadarella, vincitrice di 800 e 1500 metri stile libero (sotto - Foto di Pasquale Mesiano/Deepbluemedia.eu - Inside).. Vero è che i suoi tempi non sono di livello assoluto, se paragonati, ad esempio, a quelli di Katie Ledecky (che è appena di un anno più grande), ma occorre evidenziare che l'italiana sta seguendo un percorso di crescita costante, che potrebbe condurla – nel corso dei prossimi anni – ad ottenere notevoli soddisfazioni.
Per converso, Linda Caponi, che era accreditata dei migliori tempi di iscrizione nelle due gare vinte dalla connazionale, e pure nei 400, non è riuscita ad esprimersi sui propri livelli; tuttavia, lo straordinario talento di un'atleta in grado di nuotare 8:38.42 negli 800, quando ancora era quattordicenne, non è in discussione: quel tempo, realizzato lo scorso anno, costituisce, infatti, il record italiano juniores della distanza, dal quale la Quadarella (con l'oro degli 800) è rimasta distante due secondi (8:40.21). Nei 1500, invece, Simona ha timbrato il nuovo primato italiano della categoria (16:30.37), migliorando il record più antico del panorama nazionale, appartenente a Roberta Felotti, autrice di 16:33.56 nel lontano 1979.
L'altro italiano capace di centrare il gradino più alto del podio è stato SimoneSabbioni (sotto nella foto di Andrea Masini/Deepbluemedia.eu- Inside) . Per il romagnolo di Riccione la chiave del successo passa attraverso il sacrificio e l'estrema dedizione. I risultati conseguiti agli Euro Juniores non sono altro che un perfetto connubio tra grandissima acquaticità e vigoroso impegno, non essendo sufficienti l'uno o l'altro elemento – singolarmente – per fare un campione. Sabbioni, pur migliorandosi sensibilmente e timbrando due volte il nuovo primato italiano dei 100 dorso (54.49 e 54.25), non è riuscito ad avere la meglio sul greco Apostolos Christou, che gli ha sottratto vittoria e record del mondo juniores (54.41 in semifinale, 54.03 in finale). Il riccionese, che può rimproverarsi una condotta di gara un po' troppo attendista (26.60-27.65) ha però dimostrato grande maturità e carattere nel conquistarsi, poco dopo, oro e WJR nei 50 dorso: 25.22, tempo che rappresenta pure il nuovo primato italiano juniores della distanza, ed è destinato a divenire un atleta di livello assoluto.
Una riflessione sul suo rivale greco è d'obbligo. Christou rispetto a Sabbioni e Rylov sembra curare meno i particolari di partenza e virata; inoltre la sua corporatura non pare ancora strutturata come quella di un nuotatori di vertice. Se sarà capace di migliorare entrambi questi elementi, potremo parlare di un atleta di livello immenso, anche in virtù del fatto che l'altezza, attorno ai 2 metri, gli conferisce un vantaggio non da poco. L'impressione è che egli abbia ampissimi margini di miglioramento. Staremo a vedere.
Per ciò che riguarda le migliori prestazioni dei campionati secondo i punti FINA, la migliore è stata della Ustinova (Daria K.), nei 100 dorso, in apertura di staffetta (1:00.25), che ha totalizzato 897 punti.
Pure al maschile il punteggio più elevato (888) è stato ottenuto nei 100 dorso, da Christou (54.03).
Record mondiali juniores migliorati (in ordine cronologico)
– 100 dorso uomini: 54.41 Christou (semifinale)
– 100 dorso uomini: 54.03 Christou (finale)
– 200 dorso donne: 2:09.21 Ustinova (finale)*
– 100 dorso donne: 1:00.25 Ustinova (1a frazione di staffetta)*
– 50 dorso uomini: 25.22 Sabbioni (finale)
*La Ustinova vanta personali migliori, ma – come si è accennato – la mancata omologazione di tali prestazioni non consente il loro riconoscimento come FINA World Junior Records.
Dei risultati degli atleti italiani “Il Mondo del Nuoto” si è occupato durante lo svolgimento dei campionati. Qui ci limitiamo a riportare le nostre medaglie:
ORO
Simona Quadarella, 800 stile libero, 8:40.21 pb
Simona Quadarella, 1500 stile libero, 16:30.37 RIJ
Simone Sabbioni, 50 dorso, 25.22 WJR & RIJ
ARGENTO
Eleonora Clerici, 50 rana, 32.02
Simone Sabbioni, 100 dorso, 54.25 RIJ
(Di Fabio, Zuin, Occhipinti, Peron), 4x200 stile libero maschile, 7:22.62
Nicolangelo Di Fabio, 200 stile libero, 1:48.80
(Sabbioni, Paganelli, Carini, Bori), 4x100 misti maschile, 3:41.06
BRONZO
Linda Caponi, 800 stile libero, 8:41.72
(Bori, Peron, Tavoletta, Di Fabio), 4x100 stile libero maschile, 3:22.30
(Ruggi, Iurasek, Sarti Cipriani, Ceracchi), 4x100 stile libero femminile, 3:48.23
Rachele Ceracchi 100 stile libero, 56.12
(Sarti Cipriani, Clerici, Gyertyanffy, Ceracchi) 4x100 misti femminile, 4:10.32
Emanuel Turchi, 200 dorso, 2:00.57 pb
(Sabbioni, Clerici, Carini, Ceracchi), 4x100 misti mixed, 3:54.51
Per concludere, è bene ricordare la mancata partecipazione ai campionati dell'atleta che oltre a vincere agevolmente, tenendo conto dei suoi personali, le tre gare della rana femminile, avrebbe potuto far registrare dei tempi di rilievo assoluto, forse persino di maggiore interesse rispetto a quelli della stessa Ustinova.
Si tratta dell'ucraina Viktoriya Solnceva (foto sotto, con Ruta Meilutyte sul podio dei Mondiali Giovanili 2013), classe '98, che nel 2013 fu capace di nuotare nei 50, 100 e 200 rana rispettivamente in 30.83, 1:06.67, 2:23.01 ma che quest'anno è rimasta lontana dai riflettori. Ciò che più impressiona della campionessa est europea è la capacità di concludere la gara in progressione, peculiarità che le ha consentito una chiusura devastante nei 200 rana, ai Campionati mondiali giovanili a Dubai, lo scorso anno.
In quell'occasione nuotò gli ultimi 50 in 34.63; se si considera che il tempo complessivo, 2:23.12, venne a comporsi con due fasi di gara identiche (1:11.55 - 1:11.57), si comprende facilmente che già nel 2013, con una equa distribuzione di energie, avrebbe potuto avvicinarsi al podio mondiale assoluto.
Un peccato non averla vista impegnata a Dordrecht.