Tecnica del Nuoto.
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Si chiude con un oro e altre tre medaglie tutte al femminile – che aggiorna il totale a 14 podi - l’avventura del nuoto in vasca italiano alla 28esima Universiade estiva ancora in corso a Gwangju. Al Nambu University Acquatics Center della città sudcoreana, ci pensa la 4x100 mista femminile a far risuonare per la seconda volta l’inno nazionale italiano al momento del podio. Ma la settima giornata di gare ha regalato anche altre emozioni forti con i due argenti conquistati da Alessia Polieri (200 farfalla) e Martina Caramignoli (800 stile libero) e al bronzo vinto dalla primatista italiana Martina Carraro nei 50 rana.
Con queste nuovissime gioie, la spedizione del nuoto tra le corsie guidata dal tecnico federale Stefano Rubaudo chiude così con due ori – a quello della staffetta femminile va aggiunto il successo di Martina Caramignoli nei 1500 sl -, ben sette argenti e cinque bronzi. In totale, finora, una medaglia in più rispetto all’edizione 2013. Il tutto in attesa delle 10 km di fondo che si disputeranno domani e che potrebbero regalare altre soddisfazioni ai colori azzurri.
Stupenda e forse inaspettata la vittoria della 4x100 mista italiana. Per potenzialità delle atlete in acqua, le azzurre avevano legittime e ponderate aspirazioni da podio, ma il quartetto composto da Carlotta Zofkova, Ilaria Scarcella, Elena Di Liddo e Laura Letrari sbaraglia la concorrenza andandosi a prendere un entusiasmante medaglia d’oro. Avanzata dapprima dalla batteria (nuotata nel mattino da Arianna Barbieri, Martina Carraro, Elena Di Liddo e Aglaia Pezzato) col quarto tempo, l’Italia alza qualità e velocità in finale, dimostrando di non avere timori reverenziali verso le consistenti squadre rivali. Tra batteria e finale, le italiane migliorano posizione e crono – di 4,01 secondi – e vincono in 4’00’’50 (il record italiano dista solo 88 centesimi), resistendo al ritorno delle corazzate Giappone e Stati Uniti, staccate rispettivamente di 11 e 25 centesimi all’arrivo. La Zofkova apre la cavalcata d’oro a dorso in 1’01’’29 e porta l’Italia al terzo posto al primo cambio. Da quel momento entrano in scena le frazioniste che scavano il solco decisivo: Ilaria Scarcella ed Elena Di Liddo. La prima completa i suoi 100 metri a rana in 1’07’’23, lasciandosi alle spalle la rivale statunitense. La rimonta è completata poi da una super Di Liddo che nuota a delfino con un eccezionale 57’’09 lanciato: il sorpasso sulle nipponiche è cosa semplice grazie alla progressione della pugliese. Negli ultimi 100 metri, l’altoatesina Laura Letrari – capitana azzurra – aziona il suo stile libero e contiene, in 54’’89 e con grandissima esperienza, il ritorno delle rivali giapponese e americana. È il trionfo azzurro atteso da due anni, quando a Kazan le azzurre furono d’argento alle spalle dell’imprendibile Russia.
Il primo colpo del venerdì italiano era però arrivato dai 200 farfalla femminili. L’azzurra Alessia Polieri conquista un’ottima medaglia d’argento dopo una gara emozionante condotta con grande personalità. La romagnola che studia Economia e Commercio a Bologna insegue la cinese Zhou Yilin scattata in testa allo start e passa a condurre nella seconda vasca passando in testa ai 100 metri in 1’01’’23. Ai 150 metri aumenta il vantaggio sull’asiatica distanziandola di 16 centesimi al tocco della piastra. Purtroppo per l’azzurra, la progressione finale della Zhou è repentina – chiuderà l’ultimo 50 in 33’’36 contro il 34’’49 di una Polieri coriacea – che la porta all’oro in 2’07’’69. L’allieva di Cesare Casella chiude comunque al secondo posto in 2’08’’66, ad appena 4 centesimi dal suo primato personale nuotato in aprile ai Primaverili di Riccione. Un’ennesima dimostrazione di qualità per la 20enne che aggiunge così al suo palmares internazionale la sua prima medaglia in un’Universiade. E soprattutto, nuota nuovamente entro il range – 2’08’’ – necessario per la qualificazione a Kazan 2015. Dopo questa conferma potrebbe essere premiata per un ripescaggio per i Mondiali. Gara positiva ma senza il cambio di marcia atteso, al culmine di una stagione difficile, per la beneventana Stefania Pirozzi. L’allieva di Stefano Morini a Ostia rimane a contatto del duo Polieri-Zhou per metà gara, salvo poi perdere terreno e terza posizione nell’ultima vasca. Stefania chiude al quarto posto in 2’10’’41, anticipata all’arrivo dalla statunitense Hali Flickinger (2’08’’80 in recupero).
Un selfie davvero speciale per la vicecampionessa dei 200 farfalla Alessia Polieri (a sinistra). Al suo fianco sul podio ci sono la cinese Zhou (oro) e l'americana Flickinger (bronzo).
Le mezzofondiste azzurre Martina Caramignoli e Martina De Memme si dimostrano ancora una volta fiore all’occhiello del nuoto italiano a Gwangju. Infatti arriva dagli 800 metri la tredicesima – poi completata dall’oro in staffetta - medaglia alle Universiadi 2015. E ancora una volta i colori italiani sono portati sul podio dalla Caramignoli, argento alle spalle dell’imprendibile americana Vrooman. Proprio durante l’ultima gara individuale al femminile, le due azzurre lottano come leonesse contro l’americana Lindsay Vrooman, già argento nei 400 e nei 1500 sl. Ed è la Caramignoli l’ultima ad arrendersi alla nuova campionessa universitaria. Dopo un inizio veloce, la reatina allenata dal tecnico federale Morini, supera l’australiana Melverton dopo il passaggio di metà gara e comincia la sua rincorsa contro la nordamericana nel frattempo fuggita davanti a tutte. Ma la sua azione sembra più brillante e le permette di recuperare decimi su decimi nei successivi split. Un recupero che però non si concretizza per via della reazione d’orgoglio della Vrooman, che ai 700 – complice anche un piccolo calo dell’italiana – respinge gli assalti della 24enne già oro sui 1500 e va a vincere il suo primo titolo in 8’26’’67: tempo di tutto rispetto, che si assesta all’ottavo posto del ranking mondiale stagionale. Martina non è comunque da meno, perché finisce la sua prova in 8’28’’43, stracciando il suo primato personale – 8’30’’47 - risalente agli Europei 2014 a Berlino. Il tempo dell’azzurra è di poco superiore (poco più di due decimi) al crono richiesto per partecipare alla gara iridata di Kazan. Ma, essendo la Caramignoli già qualificata – sui 1500 metri - per la rassegna mondiale, potremmo vederla impegnata sugli 800 con altissime probabilità. L’impresa della Caramignoli, non mette in secondo piano l’ottima gara di una tra le più positive nuotatrici viste all’opera in Corea: Martina De Memme. La livornese, già due volte di bronzo su 200 e 400 sl, non va lontana dal tris di medaglie, finendo quarta in 8’36’’66 nella gara che la vide vincente nel 2013. Il bronzo dell’aussie Kiah Melverton è distante oltre 6 secondi, ma è da sottolineare la performance di Martina, tornata a nuotare a livelli che non toccava da due stagioni sugli 800.
La grande attesa per la finale dei 50 rana femminili regala a Martina Carraro una medaglia di bronzo meritatissima. La ligure ieri autrice di un grandioso 30’’89 da record italiano, non riesce a scendere sotto il muro dei 31 secondi e chiude la sua prova in 31’’11, tempo comunque tra i migliori in carriera. In un ultimo atto forse al di sotto dei livelli altissimi visti nelle semifinali del giovedì, la spunta l’ucraina Mariia Liver, oro in 30’’73 – ieri aveva nuotato 30’’69 -, tempo che scava un solco rispetto alla concorrenza. Seconda, ma distante 36 centesimi è l’irlandese Fiona Doyle, che beffa per due centesimi proprio la Carraro. Settima in 31’’23 è la seconda azzurra – nonché seconda genovese in vasca - Ilaria Scarcella, ancora una volta anche lei disputa una gara positiva. E dopo aver finalmente abbassato il suo primato personale risalente all’era “gommata”, trova un altro buon crono superiore soltanto di un decimo rispetto al suo nuovo primato personale conquistato ieri.
La neo primatista italiana nei 50 rana, Martina Carraro, mostra la sua medaglia di bronzo conquistata in finale.
La grande delusione italiana arriva dalla 4x100 mista maschile, che aveva fallito l’ingresso in finale. Il quartetto azzurro (Matteo Milli, Lorenzo Antonelli, Daniele D’Angelo e Jonathan Boffa) è il primo tra i team esclusi. Gli azzurri chiudono la loro batteria in 3’41’’91, a 68 centesimi dalla Gran Bretagna, ottava. Gli italiani pagano una condotta di gara più blanda, complice – è il caso di sottolinearlo – l’inserimento nella terz’ultima batteria, senza avversari di livello medio-alto capaci di battagliare con gli azzurri. Per intenderci, dietro il quartetto italiano – nella sua batteria – è giunta l’Indonesia seguita da Hong Kong a oltre 5 e 8 secondi. La medaglia d’oro è andata appannaggio della Russia sugli Stati Uniti, al culmine di una finale decisasi negli ultimi metri dello stile libero. 3’34’’56 il tempo dei vincitori, che hanno preceduto gli Usa per appena 5 centesimi. Bronzo che sa di beffa per il Giappone, in testa per sette delle otto vasche totali ma crollato nel finale.
Nella finale d’apertura del settimo giorno, i 50 stile libero, l’esordiente Aglaia Pezzato chiude al settimo posto in 25’’42. La veneta aveva agguantato il passaggio con l’ultimo tempo utile (25’’41). La vittoria va alla russa Rozaliya Nasretdinova, oro in 24’’91, tempo da top 20 mondiale stagionale. Argento alla connazionale Elizaveta Bazarova (25’’05) davanti all’australiana Holly Barratt (25’’08).
Sulla stessa distanza al maschile, era impegnato un altro tra i più giovani della spedizione italiana a Gwangju: Giuseppe Guttuso. Il velocista sardo della Promogest non migliora il 22’’38 nuotato in semifinale, ma trova comunque un più che onorevole quinto posto nuotando in 22’’42, a soli 8 centesimi dal podio. La vittoria – crono di 22’’22 - va al bielorusso Yuhan Tsurkin, al primo titolo dopo un argento e un bronzo già colti in Corea del Sud. Preceduti, rispettivamente di 2 e 12 centesimi il brasiliano Henrique Martins de Souza – campione sui 100 metri – e lo statunitense Paul Powers.
Nella mattina coreana – la notte in Italia – si sono disputate le uniche batterie individuali del venerdì: i 400 misti maschili. Gare che non hanno sorriso ai colori azzurri, perché entrambi gli atleti tricolore non sono riusciti ad avanzare in finale. Non ce l’ha fatta, seppur di poco, Francesco Pavone. Il ligure tornato in acqua dopo il quarto posto nei 200 farfalla, si piazza al decimo posto in 4’20’’90. La qualificazione per lui è lontana 37 centesimi dall’ultimo tempo utile del giapponese Sunama. Più indietro Giorgio Gaetani: il 21enne, ieri sesto nella finale dei 200 dorso è 14esimo in 4’22’’54 e viene anch’egli eliminato. Nella successiva finale, è arrivata la doppietta per gli Stati Uniti. Vince in volata nello stile libero Jay Litherland in 4’12’’43 – quarto crono mondiale dell’anno – precedendo di 72 centesimi il compagno Joshua Prenot. Il bronzo va al giapponese Keita Sunama, che aveva condotto la gara per oltre 350 metri, salvo poi crollare nel finale nella frazione del crawl.
Sopra i sette tecnici italiani che hanno seguito la squadra azzurra alle Universiadi coreane. Da sinistra, Tamas Gyertyanffy (tecnico federale), Andrea Grassini, Alessandro D'Alessandro, il team leader Stefano Rubaudo, Alessandro Mencarelli, Antonino Spagnolo e Christian Galenda.
Si chiude così il programma del nuoto in vasca. Ma le Universiadi “acquatiche” proseguono domani – sabato 11 luglio – con le 10 km in acque libere al Jangseongho Lake Regatta. Nella nottata italiana gareggeranno Matteo Furlan – campione nel 2013 – e Mario Sanzullo al maschile. Mentre al femminile saranno all’opera Arianna Bridi e Ilaria Raimondi. E la possibilità di rivedere l’azzurro sul podio non sembrano affatto improbabili.
Clicca qui, sul sito federale, per conoscere tutti i risultati degli italiani.
Sito ufficiale e risultati completi: http://www.gwangju2015.com/info/