Tecnica del Nuoto.
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La zampata d’oro dal nuoto di fondo arriva all’ultima occasione possibile. E l’Italia tinge definitivamente d’azzurro le acque del fiume Kazanka grazie a una strepitosa prova di squadra al maschile. Simone Ruffini, 26 anni da Tolentino, doma i massacranti 25000 metri con una prova eccezionale. Il fondista (in copertina nella foto di Andrea Masini / Deepbluemedia / Insidefoto) allenato da Emanuele Sacchi e tesserato per CS Esercito e CC Aniene vince la sua prima medaglia mondiale. Ed è la più pesante, la più importante, strappata con sicurezza, forza e determinazione fino all’ultimo metro nonostante la strenua resistenza dello statunitense Alex Meyer, argento ma che non ha potuto nulla contro lo strapotere dell’azzurro in stato di grazia. Non finisce qui perché Matteo Furlan fa di nuovo festa, bravo a rimanere a contatto dei due fino all’ultimo giro, guadagnandosi una stupenda medaglia di bronzo. Questo il commento del vincitore Ruffini : “Nei primi due giri non stavo molto bene, ho vomitato due volte in acqua e per fortuna il dottore mi ha dato qualcosa per non farmi più vomitare. Nel finale ho capito che ne avevo più dell’americano quando mancavano 1000 metri, ma lo vedevo dietro di me. Poi sono riuscito a staccarlo. In quest'ultimo anno bbbiamo cambiato tanto ed è arrivato il risultato. Dedico questa medaglia ai miei amici di Pesaro e Tolentino, al Centro Sportivo Esercito e al Circolo Canottieri Aniene e in particolare anche alla mia ragazza Aurora (la collega Aurora Ponselè presente sugli spalti, alla quale dedica un biglietto con la sua proposta di matrimonio al culmine della cerimonia per le medaglie, ndr)”.
Tra i 32 iscritti alla gara maschile, due italiani si confermano dunque ai vertici del movimento, così come tutto il fondo italiano del c.t. Massimo Giuliani, sempre motivo d’eccellenza per gli sport acquatici. La gara vede sin da subito il francese Axel Reymond in testa nel gruppo più che compatto fino a metà gara. Ma Ruffini c’è, è in forma – lo si era intuito già nei giorni scorsi con il settimo posto nella 10 km, con annessa qualifica olimpica – e si porta sin dai primi giri nelle prime posizioni.
Lo strappo arriva dal transalpino che fa la prima vera selezione in gruppo a -1 km dal ricongiungimento con le donne, partite 15’ prima degli uomini. È il momento per Simone Ruffini di rompere gli indugi. E prova l'attacco muovendosi con sicurezza. È un attacco vero che si concretizza e allunga il parco dei gareggianti. Lo seguono francese, il tedesco Andreas Waschburger e l’espertissimo russo Evgenii Drattcev. Tra di loro, attivissimo e vigile, c'è anche Matteo Furlan, brillante e in controllo al quinto posto a metà gara. Ruffini rallenta il forcing dopo aver scremato il gruppo. Ritorna avanti Reymond, mentre sale anche l’olandese argento nel Team Event, Marcel Schouten. Davanti rimangono in sei con un leggero vantaggio sul resto del gruppo all’ottavo giro dei dieci in programma. Ai -5 km si staccano in molti. Prima Waschburger ed entra in scena lo statunitense Alex Meyer. Allungo che non porta inizialmente a una selezione, ma che fa male sul passo. Meyer ci prova con successo e il gruppo implode letteralmente e all’imbocco dell’ultimo giro rimangono in quattro: Meyer, Ruffini, Furlan e la sorpresa venezuelana Erwin Maldonado.
Attacca Ruffini, con Maldonado che cede senza possibilità di rientro. Poco dopo Simone lascia passare Meyer avanti e giocare eventualmente sulla tattica. Furlan è in terza posizione nel trenino di testa a 2000 metri dalla conclusione, cedendo centimetri su centimetri al duo Meyer-Ruffini che vola letteralmente. Il friulano Furlan rimane a contatto visivo con i due e al sicuro da un eventuale rientro dietro di lui. Ruffini può azzannare e dà la zampata nei confronti dell’americano. Non cede di schianto il suo rivale per l’oro: ma il testa a testa è entusiasmante e logorante con il marchigiano in versione padrone, con un’azione energica e continua. Deve cercare di mettere abbastanza luce tra sé e l’avversario diretto per evitare la volata che lo vedrebbe sfavorito. Ha energie e lucidità per evitare ciò e lo fa in prossimità dei 100 metri d’arrivo. Meyer cede sotto l’allungo decisivo di Ruffini, nuovo campione del mondo nella 25 km. 4h53’10’’7 davanti di 4,4 secondi. Ma il trionfo è completo perché Matteo Furlan raddoppia con il secondo bronzo all’esordio mondiale a 1’27’’3 dal compagno di squadra. È festa italiana, una festa brillante e meritata.
Sopra Matteo Furlan e Simone Ruffini in posa con le loro medaglie e il presidente di Federnuoto Paolo Barelli. Photo Giorgio Perottino/Deepbluemedia/Insidefoto
Nella 25 km al femminile, il titolo è del Brasile con Ana Marcela Cunha che si prende una vittoria di forza dopo un duello senza troppa lotta negli ultimi metri con l’ungherese Anna Olasz. Il podio è completato dall’ennesima zampata della classe 1975 Angela Maurer. Le azzurre Alice Franco e Ilaria Raimondi rimangono fuori dalla lotta nel momento decisivo della gara, ovvero quando c’è l’aggancio da parte degli uomini partiti 15’ dopo le donne. Cunha e altre tre rimangono appese al treno maschile per alcuni chilometri e trovano un vantaggio considerevole che si rivelerà decisivo.
Dapprima, tra le 21 donne coraggiose e preparatissime al via, era stata l'americana Ashley Twichell a mettersi per prima in spolvero e cerca di fare l’andatura. Il ricongiungimento arriva presto, al settimo giro maschile e sesto per le donne. La tedesca Finnia Wunram è la prima a seguire il treno maschile con prontezza troppo veloce per le ragazze. La seguono le “rapaci” Ana Marcela Cunha, Anna Olasz e Angela Maurer che vanno in scia anch’esse immediatamente. Non ne approfittano e non reggono l’importante accelerazione le azzurre, Alice Franco a 16", nel gruppetto tirato dalla vincitrice della 10 km Aurélie Muller. Mentre l'esordiente Ilaria Raimondi ha 24 secondi di ritardo.
I giochi per l’oro se li contendono Ana Marcela Cunha e Anna Olasz, brave ad avvantaggiarsi negli ultimi 5 km. L’oro va alla prima che trova il secondo titolo mondiale in carriera – ricordando che a Kazan fu bronzo nella 10 km beffando l’azzurra Rachele Bruni, torna campionessa del mondo – dopo l’oro nella 25 km di Shanghai 2011, stavolta grazie a un’accelerazione devastante nell’ultima parte di gara. Chiuderà in 5h13’47’’3 davanti all’ungherese, Olasz che cederà alla sudamericana 26,1 secondi al tocco finale. Terza è la 40enne tedesca Angela Maurer a 1’20’’3 dalla vincitrice. Più indietro le due azzurre: Alice Franco arriva settima a 6’03’’, mentre la giovane Ilaria Raimondi è decima a 7’17’’9 dalla Cunha.