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La sesta giornata di finali iridate alla Kazan Arena sorride ancora una volta all’Australia. Da una parte arriva il bis di Mitch Larkin, bicampione mondiale su 100 e – oggi – 200 dorso. Ma la sorpresa arriva dalla velocità femminile: Bronte Campbell (in copertina nella foto di Andrea Staccioli/ Deepbluemedia/ Insidefoto) batte la Sjostrom e la sorella maggiore – per la prima volta in una finale – Cate. Giornata di ribaltoni ed eventi eccezionali: Daniel Gyurta cede lo scettro dei 200 rana dopo sei anni d’imbattibilità al tedesco Marco Koch, mentre la 4x200 sl degli Stati Uniti deve capitolare dopo 10 alla Gran Bretagna di uno splendido James Guy. Kanako Watanabe diventa regina dei 200 rana in una finale con tre medaglie di bronzo ex aequo: mai accaduto. Una sola luce, ma splendente e piena di speranza per le previsioni in finale, arriva dall’azzurro. Merito di Marco Orsi, qualificatosi per la finale dei 50 stile libero con il quarto tempo. Out gli altri cinque semifinalisti d’Italia. Tra di loro c’è un grosso rimpianto per Matteo Rivolta - vicinissimo all’ultimo atto – nonostante abbia eguagliato il record italiano sui 100 farfalla e una speranza forte per il futuro dai 200 dorso donne con la giovane Margherita Panziera.
La gara regina al femminile, i 100 stile libero, vede il trionfo a sorpresa di quella che meno si aspetta: arriva il momento di Bronte Campbell. La 21enne, la più piccola delle terribili sorelle Campbell sale in cima al podio. La velocità prevale sulla potenza assoluta della svedese Sarah Sjostrom, la candidata numero uno a sfidare le due sorelle della velocità, che si deve accontentare di un argento indigesto. Bronte trova la gara perfetta, passando in testa ai 50 metri in 25’’15 davanti a Cate di un centesimo. Terrà la testa con pieno merito chiudendo in 52’’52 (primo crono mondiale in tessuto). Una gioia contagiosa per colei che non aveva mai battuto la maggiore e campionessa in carica. La Sjostrom tocca in 52’’70 contro il 52’’82 di Cate. Più indietro le stelle olandesi Ranomi Kromowidjojo, campionessa olimpica a Londra e bronzo a Barcellona, chiude al quarto posto in 53’’17. Quinta la primatista stagionale prima della finalissima odierna Femke Heemskerk (53’’58), vera sconfitta di giornata. L’Australia celebra le due sorelle sul podio iridato, mai successo prima d’ora nella storia del nuoto.
Mitchell Larkin si prende lo scettro di re incontrastato del dorso, che centra la doppietta 100-200 metri. Il giovane australiano prosegue la giornata trionfale per il nuoto del Down Under ingaggiando e vincendo il duello con il dorsista “perfetto” Ryosuke Irie nella distanza più lunga. La progressione decisiva del 22enne arriva negli ultimi 50 metri. Irresistibile. È doppietta magica in 1’53’’58, così come accaduto ai Mondiali “in corta” di dicembre. Irie naufraga (1’54’’81) e scende dal podio virtuale, superato da Radoslaw Kawecki – confermatosi argento dal 2013 - e dal giovanissimo russo Evgeny Rylov. Solo in quattro sono riusciti a fare il bis mondiale nello stesso anno: il tedesco Matthes, il sovietico Polyansky e gli americani Krayzelburg, Peirsol (due volte consecutive nel 2003 e nel 2005). Larkin è nella storia del dorso.
Margherita Panziera (sopra nella foto di A.Masini/Deepbluemedia/Insidefoto) impegnata alla prima semifinale mondiale, sfiora la sua prima finale e chiude decima nella graduatoria complessiva. La quasi 20enne – festeggerà il 12 agosto il suo compleanno - veneta di Montebelluna trova la sua migliore gara in carriera, ma non basta per entrare nelle magnifiche otto dei 200 dorso. Passa a 1’03’’67 ai 100 metri, così l’azzurra si distende bene anche se fatica un po’ nell’ultima vasca. L’azzurra tocca in 2’09’’54 nella semifinale – la più lenta - vinta da Melissa Franklin. Nessun rimpianto per l’italiana, che ha nuotato con grande personalità per raggiungere il suo record personale, abbassato di 9 centesimi “Ho fatto il mio migliore e ho dato tutto. Sono contenta – ha detto - peccato solo per il 33’’0 al terzo 50, ma va bene comunque, sono soddisfatta. Ho iniziato a spingere dal secondo 50, altrimenti non avrei potuto più recuperare”. Il 2’06’’18 di Katinka Hosszu le vale la simbolica pole position nella finalissima di domani. Dietro di lei, a 38 centesimi, la campionessa dei 100 Emily Seebohm – che proverà a imitare Larkin, autore della doppietta al maschile – e l’iridata del 2013 Franklin. Gioia russa per la baby Daria K. Ustinova – quinta - che stampa un 2’08’’74, capace di migliorare di 42 centesimi il suo stesso primato mondiale giovanile. L’ultima delle qualificate, la tedesca Jenny Mensing totalizza un 2’09’’16, 38 centesimi meglio della Panziera. Siamo certi che questa è stata soltanto la prima prova di livello mondiale per la veneta: il tempo per “vendicarsi” è dalla sua parte.
Marco Orsi ce l’ha fatta dopo quattro tentativi. Per la prima volta in carriera vola in una finale individuale ai Mondiali in vasca lunga. Il 24enne “Bomber” di Budrio, primatista italiano in 21’’64, s’inserisce nel gotha dei velocisti qualificandosi per la finale dei 50 stile libero con il quarto tempo d’ingresso. Partenza esplosiva per il bolognese che chiude in 21’’86 per una prova davvero convincente in cui nel confronto diretto in semifinale, tiene dietro campioni del calibro di Morozov, Shioura e il campione dei 100 metri Ning Zetao. Fa meglio di lui – e di tutti i semifinalisti, lo statunitense Nathan Adrian in 21’’37, primo crono mondiale dell’anno. Aperta la sfida all’olimpionico Florent Manaudou secondo in 21’’41. Mentre terzo tra i migliori è il brasiliano Bruno Fratus (21’60), poi c’è Orsi. “Il Bomber è tornato – esordisce Orsi, ai microfoni Rai - la partenza è stata buona, a differenza di stamattina. Ma 21’’8 in queste condizioni non ottimali va benissimo. Ho ritrovato tranquillità, mi diverto a gareggiare in queste gare internazionali, più lo faccio e più mi piace. I primi tre volano davvero, ma l’obiettivo principale della conquista della finale è stato centrato”.
La grinta di Marco Orsi che promette battaglia nella finale di domani dei 50 stile libero, la prima individuale ai Mondiali in vasca lunga per lui. Photo Andrea Staccioli/Deepbluemedia/Insidefoto
La danese Rikke Moeller Pedersen perde l’ennesima occasione della vita e getta via il primo titolo iridato della carriera nei 200 rana femminili. L’ex primatista del mondo, si deve accontentare di un bronzo affollatissimo dopo aver cercato lo spettacolo e l’oro dopo l’argento di Barcellona – dovuto al k.o. contro l’eliminata in batteria Yuliya Efimova –. La nordica vola sin da subito senza controllo: 1’07’’42 ai 100 davanti a Kanako Watanabe. La nipponica la segue da vicino e approfitta della chiusura disastrosa della fuggitiva, volando verso l’oro in 2’21’’15. Ne approfitta anche la statunitense Micah Lawrence, argento in 2’22’’44. Dietro è confusione e affollamento: in tre conquistano il bronzo: la spagnola Jessica Vall, la cinese Shi Jinglin e la stessa Pedersen toccano la piastra all’unisono dopo 2’22’’76. su un podio extralarge a cinque.
Lo storico podio a cinque dei 200 rana femminili. Photo Andrea Staccioli/Deepbluemedia/Insidefoto
Rammarichi azzurri nei 100 farfalla maschili: dei due italiani in semifinale, nemmeno uno avanza verso l’ultimo atto. I rimpianti sono altissimi per Matteo Rivolta, che eguaglia il 51’’64 del suo primato italiano. Il milanese fa tutto bene fino al 24’’16 dei 50 metri, salvo perdere terreno e centesimi con una virata negativa. Sarà decimo nella graduatoria finale ad appena 13 centesimi dalla qualificazione. “L’obiettivo era di abbassare di tanto il mio tempo – ha detto l’azzurro -. Un peccato perché dagli Assoluti mi sono allenato davvero bene. Cercheremo di capire il motivo per cui non è andata come volevo. L’errore in virata non ha inciso più di tanto, ma l’obiettivo era di nuotare sui 51 secondi, anche perché i tempi fatti in allenamento si avvicinavano”. Piero Codia chiude in 52’’22, ed è 14esimo ed eliminato. “Dopo aver nuotato 51’’9 al mattino - ha detto il triestino dell’Aniene e del Centro Sportivo Esercito - pensavo di nuotare anche in qualche decimo in meno. Il ritorno non è stato perfetto, forse questo mi ha condizionato in maniera decisiva. La finale sarebbe stata una soddisfazione. Ma continuerò a lavorare per fare bene il prossimo anno”. Comandano Tom Shields e Laszlo Cseh in 51’’03, davanti al 51’’11 di Chad Le Clos. Il sudafricano dovrà faticare tantissimo per cercare di difendere il titolo del 2013.
Sarah Sjostrom nuota senza difficoltà in 25’’06 nelle semifinali dei 50 farfalla, tempo che le vale il record dei campionati. Dietro di lei ci sono Jeanette Ottesen (25’’27) e Francesca Halsall (25’’71). Svaniscono le speranze di vedere un’italiana in finale. Il 26’’11 di Elena Gemo e il 26’’17 di Silvia Di Pietro sprecano un’occasione irripetibile di prendersi la loro prima finale mondiale in vasca lunga. Chiuderanno undicesima e dodicesima a 20 e 26 centesimi dalla qualificazione. “Sono abbastanza serena,- ha detto la Di Piero subito dopo l’arrivo - perché la finale non era niente di proibitivo. Sono tranquilla, è da 24 ore che ho la febbre e gareggio, ma va bene”. Così la 28enne Gemo: “Questo tempo l’ho nuotato tutto l’anno e non dovevo. Sono delusa perché questo era il mio ultimo Mondiale e volevo chiudere con una finale. Mi dispiace. Era una gara a cui tenevo e speravo di fare il mio personale, avendo nuotato 26’’0 in mattinata potevo farcela”.
Succede l’imponderabile nei 200 rana maschili, vero feudo incontrastato per Daniel Gyurta. Fino a stasera. L’ungherese si deve accontentare del bronzo in una finale dove prova a seguire la partenza-crack di Yasuhiro Koseki, miglior tempo d’ingresso. L’asiatico prova a impostare una gara su ritmi pazzeschi. Il campionissimo ungherese imbattuto dal 2009 sulla distanza recupera sul nipponico portandosi dietro Marco Koch e Kevin Cordes. È una vasca finale a quattro e incertissima. Ma la spunta in 2’07’’76 – miglior crono dell’anno per un centesimo - l’eterno secondo Marco Koch, prima medaglia a d’oro nel nuoto a Kazan per la Germania e prima sconfitta per Gyurta nella distanza più naturale per il fenomeno d’Ungheria. Cordes (2’08’’05) precede Gyurta (2’08’’10) nel rush finale.
Il podio dei 200 rana maschili. Da sinistra, Kevin Cordes (bronzo), Marco Koch (oro) e Daniel Gyurta (bronzo). Photo Andrea Staccioli/Deepbluemedia/Insidefoto
Chiusura col botto per la 4x200 stile libero maschile, vissuta sul duello a quattro tra Stati Uniti – campioni negli ultimi cinque Mondiali –, Australia, Russia e soprattutto Gran Bretagna. Gli americani resistono in testa fino 20 metri dalla fine e cedono il titolo alla Gran Bretagna (Daniel John Wallace, Robert Renwick, Calum Jarvis e James Guy), trascinata dalla frazione conclusiva di Guy (1’44’’74) che fagocita l’ultimo frazionista americano Michael Weiss, trafitto dalla pressione del campione sulla distanza individuale. Un k.o. pesantissimo per gli Usa, che chiudono a 42 centesimi dal 7’04’’33 britannico. L’Australia vince il braccio di ferro per il bronzo contro la Russia e regala una medaglia mondiale al mito Grant Hackett, che aveva nuotato in batteria.
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