Tecnica del Nuoto.
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Ad Omaha, maggiore città del Nebraska con oltre 400mila abitanti, la mattina d’esordio dei Trials USA pareva aver risvegliato molte eccellenze a lungo sopite. Ryan Lochte, che a dire il vero pochi giorni addietro aveva ben figurato nei 400 misti, ha quasi fatto lo scherzetto a Chase Kalisz, giungendo ad un solo decimo dall’allievo di Bob Bowman a dispetto di un’anagrafe che lo penalizza di due lustri (’84 vs ’94).
Il sub-4:12 realizzato con una condotta di gara misurata, nel cui finale ha trovato le energie per uno sprint da sotto 29 secondi, deponeva a favore di una finale di grande spessore. Per inciso, si rileva il WJR (4:14.00) di Sean Grieshop, già vincitore della specialità ai Mondiali juniores di Singapore ’15.
Le batterie dei 100 farfalla femminili hanno invece confermato l’ingombrante presenza della campionessa olimpica in carica, rientrante dalla maternità, Dana Vollmer (’87), capace di nuotare con estrema facilità poco sopra i 57 secondi. L’unica che ha facoltà di frapporsi tra lei e la leadership americana si è dimostrata essere la specialista della vasca da 25 yards, Kelsi Worrell (’94), che ha ritoccato di 4 decimi il proprio personale già in fase di qualificazione fermando il cronometro a 56.84.
Nei 400 stile libero gli atleti in gara, sia per la difficoltà di competere al mattino sia per poter dare il meglio in finale, hanno cercato di spendere meno energie possibile. Tra il primo e il settimo tempo si è dunque registrato un divario inferiore ai 2 secondi (3:47.03 – 3:48.86) e solo l’ultimo parziale, in cui quasi tutti sono rimasti sono i 28.50, ha fatto intendere che il pomeriggio sarebbe stato più spumeggiante. Da notare che, nonostante una o se non proprio due stagioni poco esaltanti, i favoriti – i due Con(n)or, Jaeger e Dwyer – hanno centrato la finale.
Prima dell’exploit dei 100 rana maschili c’è stato spazio per una qualificazione di basso livello. Proprio così, i 400 misti femminili hanno lasciato l’amaro in bocca agli appassionati di nuoto e, nonostante le odierne prospettive olimpiche statunitensi sia buone, l’assenza di atlete giovani in finale deve lasciar riflettere. Nessuna nuotatrice dai 20 anni in giù ha conquistato l’accesso alla finale, nessuna teenager al di sotto dei 4:45, il tutto suggellato da una notevole controprestazione della tanto blasonata Ella Eastin (’97), ex detentrice dei WJRs di 200 e 400 misti che concluso la sua prova al nono posto, 4:42.08.
Per fortuna i Trials propongono sempre nuovi stimoli e l’attenzione del pubblico è stata immediatamente catturata da una rana maschile quanto mai competitiva, con cinque atleti sotto il muro dei 60 secondi’. Una menzione speciale meritano Kevin Cordes (’93 - foto sotto), i cui recenti risultati sembravano relegarlo ad un ruolo di comparsa ai Trials, il quale ha sfiorato il record americano nuotando 59.05 e Michael Andrew, classe ’99, che a poco più di 17 anni ha realizzato il nuovo 17-18 age-group record della distanza chiudendo in 59.96, dopo un passaggio televisivo a 27.73 (ad appena 3 decimi dal recentissimo record mondiale juniores timbrato da Niccolò Martinenghi al Sette Colli, 27.42).
Nel pomeriggio di semifinali e finali i valori emersi si sono almeno in parte discostati da quelli prospettatisi al mattino.
Procedendo per ordine, il padrone delle subacquee, Ryan Lochte, nei 400 misti ha adottato una condotta di gara suicida (per dare un'idea, 55.39 a farfalla, 37.16 nella seconda vasca della rana e 1:00.56 a stile libero) ed ha dovuto abdicare in favore del già menzionato Chase Kalisz, 4:09.54, autore di una clamorosa frazione a rana, 1:08.76, e di uno dei tre fratelli Litherland (tutti in acqua ad Omaha), Jay, protagonista di una lenta ma continua risalita che gli ha consentito di sopravanzare il campione olimpico in carica negli ultimi 50 metri (28.56 vs 30.37 i due crono a confronto) concludendo la sua prova a 4:11.02, precisamente un secondo prima di Lochte. Bob Bowman, peraltro, ha dato assicurazione che Kalisz (foto in copertina) è in grado di nuotare un tempo assai inferiore a quello odierno, accendendo così le speranze di quanti vorrebbero uno statunitense sul gradino più di alto di Rio per protrarre un dominio olimpico che sulla distanza dura da vent'anni.
Nei 100 farfalla femminili si è avuta la riprova che, salvo squalifiche, oro ed argento riguarderanno soltanto Vollmer e Worrell, che rispetto alle batterie hanno soltanto invertito le proprie posizioni, con la neo-mamma a 56.90, due decimi davanti alla rivale.
Nella finale dei 400 stile libero maschili i concorrenti hanno sprigionate le energie incamerate al mattino, con addirittura cinque atleti sotto i 3:46. Connor Jaeger (foto sotto), ha dichiarato che avendo girato quarto ai 200 metri e non riuscendo a risalire oltre i piedi di Conor Dwyer era sul punto di gettare la spugna, ma le fatiche e le frustrazioni di quelli che ritiene essere stati gli otto mesi più duri della sua carriera lo hanno temprato a sufficienza da stringere i denti, a migliorare di un secondo il proprio personale ed infine a prevalere sull'intera concorrenza con un significativo 3:43.79. Alle sue spalle Dwyer in 3:44.66 ed altri atleti che se la giocheranno per un posto nella 4x200: Townley Haas, Zane Grothe, Clark Smith. I due alfieri americani dovranno comunque fare qualcosa di più per raggiungere il podio olimpico giacché, se non altri, Yang SUN, Mackenzie HORTON e James GUY mantengono un certo vantaggio su di loro.
Sulla gara più lunga dei misti femminili si trova ben poco da aggiungere ai nomi delle prime due classificate: Madeline Di Rado, vincitrice in 4:33.73, un crono solido che lascia presagire un’ olimpiade da protagonista, e Elizabeth Beisel, seconda in 4:36.81, rientrante da un lungo infortunio e sulla quale sarà possibile esprimersi solo dopo l'olimpiade brasiliana.
I 100 rana maschili hanno infine nuovamente illuminato la scena con Kevin Cordes, che ha centrato il record americano, 58.94, e Cody Miller poco distante (59.09), i quali hanno guidato una schiera di altri quattro atleti al di sotto del minuto, tra i quali il giovane Michael Andrew che ha ritoccato l'age-group record, timbrando il cartellino di accesso alla finale con un 59.85.
Le fotografie sono di USA Swimming