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Nuoto

Omaha (Nebraska, USA), 26 giugno-3 luglio 2016 - Trials Olimpici USA/2a e 3a Giornata

USA TRIALS/2&3: ancora vittime illustri

Nei turni pomeridiani della seconda e terza giornata le “vecchie” glorie del nuoto a stelle e strisce hanno incontrato notevoli difficoltà, sia in fase di qualificazione per la finale sia in occasione dell'atto conclusivo. Matt Grevers e Missy Franklin non difenderanno il titolo olimpico dei 100 dorso, molto male Jessicah Hardy, Natalie Coughlin e Allyson Schmitt. Ryan Lochte strappa il pass per la 4x200. Dana Vollmer, seconda, dovrebbe partire per Rio. Worrell, Smith, Haas e King le nuove realt

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LILLY KING USA

Nella prima finale del secondo giorno, la campionessa olimpica in carica dei 100 farfalla è stata miseramente sconfitta da uno degli astri nascenti del nuoto statunitense. Dana Vollmer, sopravvalutando se stessa o temendo la forza della diretta avversaria, ha spinto troppo sull'acceleratore nella prima vasca (26.23) imponendosi di quasi tre decimi su Kelsi Worrell.

Quest'ultima però ha lavorato molto bene nel corso della stagione con il dichiarato obiettivo di nuotare i secondi 50 metri sotto i 30''. Beh, missione compiuta, 29.97, per un totale di 56.48, crono assai interessante e prossimo al podio che si comporrà in terra brasiliana. La Vollmer? Spersa, 57.21, con un ritorno di due soli centesimi inferiore ai 31 secondi. Sopra i 58'' tutte le altre.

I 100 rana maschili hanno offerto dimostrazione di quanto sia complicato interpretare la rana sotto pressione. Tutti i finalisti hanno peggiorato il tempo della semifinale di un intervallo compreso tra i 2 e i 5 decimi di secondo, con l'unica eccezione di Michael Andrew, che con un passaggio appena più lento della semi e decisamente più controllato della batteria ha nuovamente ritoccato il 17-18 age-group record, 59.82. Si coglie l'occasione per chiarire che, nonostante detto riscontro cronometrico non sia segnalato come WJR debba in realtà considerarsi a tutti gli effetti come tale dal momento che i due tempi ad esso inferiori (59.64 e 59.60) sono stati realizzati dal cinese (classe '99) Lizhuo Wang, sotto inchiesta per doping, la cui Federazione ha saggiamente evitato di formalizzare un'istanza di riconoscimento per quel primato. Digressione giovanile a parte, la gara per le medaglie e per la partecipazione olimpica si è risolta in modo del tutto simile a quanto visto in semifinale, con l'aggiunta di due decimi per ciascuno: Kevin Cordes 59.18, Cody Miller 59.26, Josh Prenot 59.81.

L'ultima finale della seconda giornata ha emozionato il pubblico sin dal suo inizio. Kathleen Ledecky, frustrata da un tempo nuotato in batteria che non l'ha soddisfatta oltre che dalla mancanza di reali concorrenti, ha forzato (eccessivamente!) fin dalla partenza, realizzando dei parziali a tratti di due secondi inferiori al proprio limite assoluto. Dopo un passaggio a metà gara a 1:56.28 – che, per inciso, si trova nella top 5 dei 200 stile made in USA di tutti i tempi – ha conservato un decrescente vantaggio sul record mondiale sino a 25 metri dal traguardo ed ha concluso la sua prova con la terza prestazione all-time della distanza, 3:58.98. Alle sue spalle, con enorme sorpresa, troviamo Leah Smith ('95) che quest'anno ha nuotato più volte sui 4:03, ma che neppure i tifosi più fedeli avrebbero ipotizzato giungere a meno di 2 secondi dalla Ledecky, a 4:00.65!, con un secondo duecento persino più rapido della vincitrice (2:02.49 vs 2:02.70). Nella storia dei 400 stile libero, solo la campionessa mondiale ha nuotato un crono inferiore con costume in tessuto. Infine, vale la pena di ricordare che, per le prime 4 vasche le due capoliste godevano della compagnia dell'argento olimpico in carica di detta prova, Allison Schmitt. I suoi passaggi (1:59.64 – 2:09.61) lasciano però intendere che i 400 stile libero non sono più tra le distanze che la discontinua quanto eccellente nuotatrice dovrebbe affrontare.

Nel successivo pomeriggio di competizioni, dopo una semifinale femminile dei 200 stile in cui la Kathleen Ledecky (1:55.10, foto sotto) ha offerto pronta risposta al crono registrato da Federica Pellegrini al Sette Colli (1:54.55), si è assistito ad una interessante finale maschile nella medesima distanza.

kathleen ledecky usa

Dall'esito della finale dei 200 stile libero maschili si desume che gli States, dopo gli anni ad appannaggio di Michael Phelps e Ryan Lochte, non potranno competere per l'oro olimpico e molto probabilmente neppure per il podio, ma il livello d'insieme lascia ben sperare per quello che, a seguito della beffa di Klete Keller su Ian Thorpe (Atene '04), rappresenterebbe il quarto successo consecutivo nella 4x200.

Di seguito ordine d'arrivo e tempi dei primi quattro.

1° Townley HAAS, '96, 1:45.66: progresso sensazionale rispetto a 1:47.55, suo tempo di iscrizione (nella foto sotto al centro).

2° Conor DWYER, '89, 1:45.67: solido ed in testa fino al penultimo metro di gara.

3° Jack CONGER, '94, 1:45.77: grande talento, che vedremo impegnato nelle due distanze della farfalla, colpevole di aver atteso l'ultima vasca per accelerare.

4° Ryan LOCHTE, '84, 1:46.62: tenace campione battuto dai propri anni.

200 sl -al centro Townley Haasz

Per la staffetta, attenzione pure all'eventuale ripescaggio del Kid di Baltimora, all'anagrafe Michael Phelps, che qualora si qualifichi per le Olimpiadi e si dimostri in condizioni invidiabili potrebbe essere aggiunto nella prova di squadra.

Nei 100 dorso femminili sono soprattutto le esclusioni eccellenti a far notizia. Natalie Coughlin, lo scorso anno a 59.05 giunge ottava con 1:00.48. Missy Franklin, che almeno da due stagioni fatica a trovare il passo sulla distanza è settima, 1:00.24: nel suo caso il crono preoccupa anche in ottica 200 dorso, giacché sarà tutt'altro che agevole vederla nuotare al di sotto dei 2'06'' senza un'adeguata velocità di base. Il podio dei 100 dorso vede tre atlete al di sotto dei 59.4, ma l'odierno tempo della vincitrice non sarà probabilmente sufficiente per collocarla tra le prime cinque a Rio. Di seguito il podio.

1° Olivia SMOLIGA, '94, 59.02 (foto sotto)

2° Kathleen BAKER, '97, 59.29

3° Amy BILQUIST, '97, 59.37

olivia smoliga usa

La prova maschile dei 100 dorso, al contrario, pur perdendo il protagonista del post-Peirsol, nonché campione olimpico uscente, Matthew Grevers, 3° a 52.76, ha regalato grandi emozioni. Anzitutto, in quanto il record mondiale di Aaron (Peirsol, per l'appunto) era e rimane a rischio. Il duello tra il mago delle subacquee del dorso, Ryan Murphy ('94 - Foto sotto), semplicemente stupefacente negli ultimi due anni in vasca da 25 yards, ed il quasi 31enne David Plummer è iniziato in semifinale, con l'ottimo crono del più giovane (52.28) a cui ha dato pronta risposta il più longevo con un tempo eccezionale, 52.12. In finale, sebbene per due soli centesimi, hanno prevalso la partenza e la virata di Murphy sulla nuotata ben più efficace di Plummer, 52.26 vs 52.28. Quarto, Jacob Pebley, anch'egli al di sotto dei 53 secondi, 52.95.

RYAN MURPHY USA

Nella finale che ha concluso la terza giornata di competizioni, l'atleta dell'anno, Lilly King, classe '97 (foto di copertina), ha sbaragliato la concorrenza, realizzato il miglior crono mondiale del 2016 e verosimilmente messo in discussione la leadership di Ruta Meilutyte. L'1:05.20 con cui la statunitense si è aggiudicata l'oro non dovrebbe far certo paura alla lituana, la quale tuttavia, dopo Barcellona '13 ha iniziato a mostrare tutti i suoi limiti, prima di tutto psicologici. L'analisi della prestazione non può però prescindere da un'annotazione tecnica: passi la partenza, tutt'altro che brillante, ma in un contesto internazionale nessuno – neppure Adam Peaty, che avrà vita dura con Cameron v.d.Burgh – può permettersi di perdere un metro pieno tra virata e subacquea, tantomeno da Katie Meili, che per quanto competitiva (seconda in 1:06.07) non rappresenta l'equivalente del ranista sudafricano. Jessica Hardy, cancellata, sesta, 1:07.73.

 

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