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Tuffi

Alessandro De Rose torna tra le wildcard

REDBULL WORLD SERIES: il calendario 2019

Comincerà tra due mesi l’undicesima edizione delle RedBull Cliffdiving World Series, il tour mondiale dedicato ai tuffi dalle grandi altezze, una specialità ormai consolidata nel parterre degli sport d’acqua e che, in questa stagione, farà parte ancora una volta del programma dei Campioanti Mondiali.

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Comincerà tra due mesi l’undicesima edizione delle RedBull Cliffdiving World Series, il tour mondiale dedicato ai tuffi dalle grandi altezze, una specialità ormai consolidata nel parterre degli sport d’acqua e che, in questa stagione, farà parte ancora una volta del programma dei Campioanti Mondiali.

Sette le tappe dell’edizione 2019, tra cui solo quattro confermate dallo scorso anno: il general manager Greg Louganis ha selezionato diverse candidature per permettere all’high diving di raggiungere ambientazioni suggestive e ai suoi tuffatori di cimentarsi in condizioni nuove. Tra le location confermate c’è per fortuna Polignano a Mare, che il 2 giugno riabbraccerà con il suo consueto calore i 24 tuffatori (14 uomini e 10 donne) partecipanti.

La tappa di apertura sarà Palawan, nelle Filippine, il 13 aprile; dichiarata qualche anno fa “l’isola più bella del mondo”: l’arcipelago di cui fa parte è un’oasi naturalistica incontaminata con numerose specie in via di estinzione, e la sua posizione nel mezzo del Pacifico rende El Nido assolutamente mozzafiato.

Dopo un mese, il 12 maggio, si farà tappa in un’altra delle nuove location, l’Irlanda: il Grand Canal Dock di Dublino, la “Silicon Valley” della nazione, un quartiere giovane e dinamico nel pieno centro della capitale irlandese.

Dopo la tappa di Polignano a Mare, il 22 giugno i tuffatori partiranno per São Miguel, al largo del Portogallo: l’isolotto delle Azzorre è una tappa molto amata del circuito, come quella italiana, e ritornerà anche in questa edizione. Completamente nuova invece sarà la prima esperienza in Libano, l 14 luglio, dove i tuffatori si lanceranno dalla parete rocciosa del quartiere Raouché della capitale Beirut

Dopo una pausa per i Mondiali, le ultime due tappe saranno Mostar, in Bosnia ed Erzegovina, con la grande classica dal ponte dello Stari Most (24 agosto) e la finalissima a Bilbao, in Spagna, accanto al Guggenheim Museum (14 settembre).

 

Dieci i tuffatori fissi, o permanent diver, selezionati in base ai risultati dello scorso anno: oltre al campione in carica, il britannico Gary Hunt, hanno mantenuto il proprio posto in top 10 il connazionale Blake Aldridge, i due americani Steven LoBue Andy Jones, il ceco Michal Navratil, il messicano Jonathan Paredes e il polacco Kris Kolanus. Anche lo statunitense David Colturi, grazie alla clausola assicurativa di protezione in caso di grave infortunio, ha potuto mantenere il suo posto per un anno. I due nuovi ingressi sono il rumeno Constantin Popovici e l’ucraino Oleksiy Prygorov, che hanno fatto una grande stagione lo scorso anno e che sono finiti sul podio della High Diving World Cup FINA. Sono due atleti provenienti dai tuffi tradizionali e che hanno partecipato ai Giochi Olimpici: Prygorov è stato medaglia di bronzo nel sincro 3 metri con Kvasha nel 2008, mentre Popovici ha partecipato alla stessa edizione da 10 metri e ha intenzione di provare a qualificarsi anche per le Olimpiadi di Tokyo.

Escono invece dal roster Orlando Duque, dopo una leggendaria carriera che porterà il colombiano a ridurre gradualmente i suoi impegni sportivi, e il nostro Alessandro De Rose, la cui annata è stata inferiore a quella, straordinaria, del 2017 che lo aveva portato a qualificarsi tra i migliori dieci al mondo: per loro, come per tutti gli altri tuffatori wildcard, la possibilità di prendere parte ad alcune delle sette tappe del circuito e di guadagnare punti utili per provare a riqualificarsi il prossimo anno.

Novità anche nel roster femminile: sono state confermate la campionessa in carica, l’australiana Rhiannan Iffland, la messicana Adriana Jimenez, la canadese Lysanne Richard e la bielorussa Yana Nestsiarava, mentre entrano la britannica Jessica Macaulay e la statunitense Eleanor Smart. Finisce per la prima volta tra le wildcard la veteranissima statunitense Ginger Huber, così come la tedesca Anna Bader.

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