Tecnica del Nuoto.
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Nell'ultima giornata di nuoto l'Olimpiade di Tokyo si tinge ancora di azzurro con la staffetta 4x100 mista (in copertina e sotto) che conquista il bronzo come mai nella storia. Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Federico Burdisso e Alessandro Miressi portano sul 3:29.17 il primato italiano che in 3:29.93 valse il bronzo europeo. La finale è dominata in corsia otto dai campioni uscenti degli Stati Uniti (Ryan Murphy, Micheal Andrew, Caeleb Dressel, Zach Apple) (sotto con la medaglia) con il record del mondo di 3:26.78 che butta giù il primato gommato che risaliva ai mondiali di Roma 2009 (3:27.28).
Al secondo posto i campioni del mondo e d'Europa della Gran Bretagna (Luke Greenbank, Adam Peaty, James Guy, Duncan Scott) con il record europeo di 3:27.51 (precedente 4:28.10 del 28 luglio 2019 a Gwangju). Bruciata la Russia, che ci precedette a Budapest, di cinque centesimi (3:29.22).
Uno stratosferico Thomas Ceccon, non trema davanti ai giganti e chiude il dorso in 52.52; davanti a lui solo il bronzo olimpico Ryan Murphy (52.31). Nicolò Martinenghi, esordiente e già bronzo dei 100 rana che compie 22 anni oggi, si regala un 58.11 dietro sua maestà Adam Peaty che nuota la frazione lanciata più veloce di sempre in 56.53. Terzi gli Usa con Michael Andrew che in 58.49 dà il cambio a Caeleb Dressel, l'uomo dei Giochi vola verso il quinto oro olimpico (58.49). Federico Burdisso, già bronzo nei 100 farfalla, consolida la posizione e vira terzo in 51.07, lasciando alle braccia veloci e sapienti di Alessandro Miressi la possibilità di portare la staffetta mista per la prima volta nella storia sul podio, come fu per la 4x100 stile libero. Miressi, sesto nella gara individuale, non cede mentalmente,nonostante il ritorno di uno scatenato russo Kliment Kolesnikov (47.03 per il campione europeo) e chiude in 47.47 bruciando di cinque centesimi i vicecampioni europei.
Dopo l'argento da sogno degli 800 stile libero, cuore, testa e determinazione non bastano a Gregorio Paltrinieri (sotto all'arrivo) per salire sul podio dei 1500 dove l'allenamento perso per la mononucleosi gli sottrae forze e secondi decisivi. L'olimpionico cede il titolo all’americano Robert Fink (sotto sul podio) che dopo trentasette anni, da Michael Jon O'Brien a Los Angeles '84, riporta l'oro a stelle strisce nella gara più lunga dopo aver vinto anche gli 800.
Il bicampione mondiale e trieuropeo dopo un inizio da protagonista. cede vasca ai tre favoriti chiudendo in 14:45.01, un tempo che potrebbe essere considerato perfino modesto, ma non nelle sue condizioni. Davanti a tutti proprio l'americano ventunenne di Tampa che sfrutta la scia del tedesco campione del mondo Florian Wellbrock (14'40"91) e dell'ucraino campione europeo e vice campione mondiale Mykhailo Romanchuk (14'40"66) e vince in 14"39"66.
La gara vede un lento scivolare del superman azzurro, trentuno medaglie internazioniali in carriera tra vasca lunga e corta, che parte in testa e poi fatica a tenere il ritmo soprattutto di Wellbrock che martella a colpi di 29.5 ogni 50 metri. Questi i passaggi: 55.92 (1), 1:54.75 (1), 2:54.45 (2), 400m 2:54.45 (2), 4:53.34 (3), (3), 5:53.06 (4), 6:52.47 (4), 800m 7:51.78 (4), 8:50.95 (4), 1000m 9:50.13 (4), 10:49.26 (4), 12:47.86 (4), 13:46.58 (4), 14:45.01 (4).
La 4x100 mista femminile (sotto) chiude al sesto posto in 3:56.68, senza riuscire ad abbassare il tempo di qualificazione peraltro record italiano.
La formazione, bronzo europeo in carica dietro Gran Bretagna e Russia, è la stessa del quarto posto mondiale a Gwangju, ma purtroppo Margherita Panziera è già ottava in 1:00.03 dopo la prima frazione. Risalgono di un paio di posizioni Martina Carraro con la rana da 1:05.88, Elena Di Liddo con la farfalla da 56.96 e Federica Pellegrini che chiude in 53.81 la sua carriera olimpica. Davanti la sorpresa sono le australiane, (sotto con la medaglia) che si prendono il titolo olimpico degli Usa, secondi, in 3:51:60 contro 3:51.73; terzo il Canada in 3:52.60.
L'ultima giornata si apre con la supervelocità. Ventuno secondi per incoronare il migliore: lo statunitense Caeleb Dressel (sotto) vince il quinto oro dominando al centro i 50 stile libero chiusi in in 21,07, record olimpico. Il ventiquattrenne di Green Cove Spring, Florida, già miglior performer dell'anno, precede al tocco il 31enne francesce Florent Manaudou, che in 21,55 conquista l'argento olimpico bissando quello di Rio dopo aver vinto a Londra 2012, due centesimi meglio del brasiliano Bruno Fratus, già argento iridato a Gwangju, terzo in 21.57. Tra gli uomini più veloci al mondo c'è anche un bravissimo Lorenzo Zazzeri, vice campione olimpico con la staffetta veloce, che è settimo in 21.78, a tre centesimi dal personale nuotato in semifinale.
50 stile libero donne la spunta una velocissima Emma McKeon (AUS) (sotto all'arrivo con Sarah Sjostrom) con il record olimpico di 23.81, argento la sempre verde Sarah Sjostrom (SWE) con 24.07 e bronzo la danese Pernille Blume con 24.21.
L'Italnuoto lascia la 32esima edizione dei Giochi Olimpici di Tokyo aggiornando ancora una volta i suoi record con due argenti (Gregorio Paltrinieri negli 800 e la 4x100 stile libero maschile) e 4 bronzi (Nicolò Martinenghi nei 100 rana, Federico Burdisso nei 200 farfalla, Simona Quadarella negli 800 e la 4x100 mista maschile), per un totale di sei medaglie; raddoppiato il numero rispetto a Rio 2016 (1-0-2), quattro in più di Pechino 2008 (1-1-0); eguagliando lo storico medagliere di Sydney 2000 (3-1-2) che rimane l'edizione dei Giochi con più ori. Gli azzurri hanno registrato 19 presenze gara in finale e migliorato 13 primati personali e 8 record italiani. Nel medagliere si finisce all'undicesimo posto, dominano gli Stati Uniti (11-10-9), seguiti da Australia (9-3-8) e Gran Bretagna (4-3-1), ma al quarto per numero di medaglie.
Photo Giorgio Scala / Deepbluemedia / Insidefoto